Era troppo bello, per essere vero… Credetemi: mi era davvero sembrato un insperato e salutare “miracolo” che alcuni notori valvassori e valvassini della “vecchia Europa” - da sempre al soldo della politica di Washington - avessero in qualche modo deciso di reagire alle continue ed arroganti ingiunzioni e vessazioni dei loro tradizionali padroni statunitensi e, quindi, di assumere - sia al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che al Comando integrato della NATO - una loro diversa ed originale posizione politico-diplomatica a proposito dell’iniquo, arbitrario e, tuttora in corso, cosiddetto «disarmo» dell’Iraq.
Che volete: per un attimo, avevo realmente creduto (sperato?) che la Francia, la Germania ed il Belgio (senza contare la Russia di Putin) avessero finalmente preso coscienza del loro umiliante ed avvilente stato di completo asservimento nei confronti degli Stati Uniti. E, con quella loro “mossa”, avessero ugualmente provocato quel minimo d’indispensabile «frattura» politico-diplomatica che a sua volta, in futuro, avrebbe senz’altro permesso di schiudere le porte ad un auspicabile e possibile recupero della libertà, dell’indipendenza, dell’autodeterminazione e della sovranità politica, economica, culturale e militare di tutta l’Europa.
Com’era facile prevederlo, però, quella mia breve ed utopistica illusione non è durata che quattro giorni, da venerdì 14 a lunedì 17 Febbraio: il tempo, cioè, di un asettico ed informale week-end prolungato!
Dobbiamo ancora chiederci, chi comanda in Europa?
Il primo a dare il “la” del pusillanime voltafaccia dei suddetti governi ai loro timidi disaccordi di principio con gli USA dei giorni scorsi, è stato il Presidente francese Chirac.
Nel corso di una lunga intervista pubblicata dalla rivista americana «Time Magazine», domenica 16 Febbraio scorso, Chirac – passando remissivamente la “spugna” sui feroci e scurrili attacchi frontali che il suo paese sta continuando a subire da parte della quasi totalità dei media americani - si è immediatamente “sbracciato” a confermare la sua indefettibile amicizia ed incondizionata fedeltà nei confronti dei suoi padroni di sempre: “La Francia – ha tenuto a sottolineare – is not a pacifist country". (…) I love American junk food (sic!). (…) I've always worked and supported transatlantic solidarity. When I hear people say that I'm anti-American, I'm sad—not angry, but really sad”. (Libera traduzione: “La Francia non è un paese pacifista. (…). Adoro i poco dietetici cibi americani (sic!). (… ) Ho sempre favorito ed incoraggiato la solidarietà Atlantica. Quando odo la gente affermare che io sono anti-Americano, sono addolorato – non sono indignato, ma realmente addolorato”).
In quasi simultanea, lo stesso 16 Febbraio, la Germania ed il Belgio - nel contesto del Comando integrato dell’Alleanza Atlantica - hanno semplicemente fatto “marcia indietro” e supinamente accettato di conformarsi sic et simpliciter ai perentori e non negoziabili voleri di Washington, a proposito della difesa preventiva dell’ “inerme” e “disarmata” Turchia (un paese che, oltre a possedere una delle strutture belliche più efficienti ed agguerrite della regione, è letteralmente costellato di basi militari americane – basi Aeree: Incirlick-Adana, Izmir, Corlu, Konya, Diyarbakir, Batman e Mus; basi Navali: Istambul, Izmir, Mersin e Iskenderun; basi «Echélon»: Istanbul, Izmir, Adana, Agri, Antalya, Diyarbakir, Edirne), come se fosse l’Iraq a minacciare questo paese, e non il contrario, vista soprattutto l’intransigenza e l’attuale minaccia militare Americana e Britannica (due membri della NATO) contro Baghdad!
Identica constatazione a Bruxelles, presso l’Unione Europea, lunedì 17 Febbraio.
Nel corso della riunione straordinaria dei ministri degli esteri dei Quindici, Francia, Germania e Belgio si sono improvvisamente e “spontaneamente” allineati sul testo di una dichiarazione comune, nella quale veniva sottolineato – come fino a quel momento preteso dagli USA! – “l’imperativo assoluto dell’eliminazione delle armi di distruzione di massa in Iraq” (n.d.r.. su quelle possedute da Israele, quando se ne parlerà?); il “pieno sostegno alle ispezioni dell'Onu, anche se queste non possono continuare all'infinito in assenza di una piena collaborazione da parte dei responsabili iracheni"; la “non esclusione del ricorso alla forza contro Baghdad”.
Del comportamento del resto dei governi-maggiordomo di Washington in Europa (quelli, cioè, della Gran Bretagna, dell’Italia, della Spagna, della Danimarca e del Portogallo, nonché della Polonia, dell’Ungheria e della Repubblica Ceka, che hanno addirittura recentemente firmato una lettera di completo ed incondizionato appoggio alla politica USA), non parliamone nemmeno!
Nel loro caso, infatti, non si tratta più - come per la Francia, la Germania ed il Belgio - di semplici “cagnolini” d’appartamento costantemente tenuti a “guinzaglio corto” dal loro abituale padrone americano, ma di veri e propri “cuscinetti a sfera” del tradizionale skate-board politico-economico-culturale-militare statunitense in Europa, nel Mediterraneo e nel Vicino-Oriente.
Quegli indecorosi lacchè volontari di potenze straniere, volgari rinnegati dei loro Popoli ed obbrobriosi e vomitevoli traditori delle Nazioni che pretendono governare per conto terzi – immemori della fine che hanno già fatto, nella Storia, i vari inde(fessi) e fedelissimi amici di Washington, come Batista, Trujillo, Dgo Dinh Diem, Sukarno, Papadopulos, Lon Nol, Van Thieu, Velasco Ibarra, Reza Pahlevi, Marcos, Videla, Suharto, Stroessner, Tolbert, Napoléon Duarte, Somoza, Noriega, Pinochet, ecc. – hanno preferito, ancora una volta, continuare interessatamente a rassomigliare agli attuali “satrapi/lustrascarpe” dell’Ammnistrazione Bush jr. (come il pachistano Parvez Musharraf, l’afghano Hamid Karzai o il guineo-equatoriano Teodoro Obiang), piuttosto che tentare patriotticamente di ispirarsi alla storia ed alle gesta dei migliori eroi delle lotte per la libertà, l’indipendenza, l’autodeterminazione e la sovranità politica, economica, culturale e militare del Continente europeo e/o delle nostre stesse Nazioni.
All’insieme di questi servi in livrea e parrucchino, al servizio dell’occupante USA: vergogna ed ignominia!
ONORE e GLORIA, invece, a chiunque contribuirà, direttamente o indirettamente, a combatterli e scacciarli - a furor di popolo - dagli usurpati scanni del loro illegittimo potere e dalle sacre ed inviolabili terre dei nostri antichi avi.
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