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domenica 19 settembre 2021

Manifesto Nazional Bolscevico (Karl Otto Paetel)

Siamo orgogliosi di presentare il primo volume totalmente prodotto da noialtri cameragni rossobruni: il Manifesto Nazional Bolscevico di Karl Paetel, acquistabile qui.

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Il testo è formato da due parti: la prima parte propone il vero e proprio “Manifesto Nazional Bolscevico” scritto da Karl Otto Paetel nel 1933, corredato da numerose note al testo che aiutano ad approfondire e capirne meglio storia e ideologia. E' lo sforzo principe che incorona un periodo magico nella storia dell'umanità: tramite questo appello vengono chiamati a raccolta, anche nel nome di Arthur Moeller van den Bruck, gli artefici della rivoluzione conservatrice tedesca, i nazional rivoluzionari e socialisti, personaggi immortali come Junger, Niekisch e molti altri che il lettore amerà, tutti capaci di perseguire senza tregua le proprie idee di superamento di destra e sinistra, opponendosi alle potenze liberali, ma anche al regime nazionalsocialista. Tutti capaci di sviluppare prima di altri, una visione geopolitica lucida di unità continentale. 

Nella seconda parte presentiamo altri scritti dello stesso Paetel, utili per approfondirne il pensiero e l'evoluzione politica, così da comprendere meglio il dibattito e la ricostruzione storica su cui si fonda il manifesto. Tutti i materiali sono comunque resi liberamente disponibili su questo sito (cliccando qui), anche se nella versione cartacea le traduzioni sono di qualità superiore e tutte le note di approfondimento sono state riportate in italiano. 



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Di seguito riportiamo il Sommario del volume

giovedì 22 aprile 2021

Possiamo aspettare (Paetel, Karl Otto)

Nazionalbolscevismo, Germania, rivoluzione conservatrice, guerra, soldato

Siamo diventati scettici nei confronti dei molti strateghi rivoluzionari che hanno immediatamente predetto la rivoluzione tedesca.

È vero, le premesse oggettive per farla sono effettivamente presenti in questo periodo di crisi economica sempre più evidente.

Ma mancano tutti i presupposti più soggettivi. La sola fame non è sufficiente.

Oggi non c'è nessuna forza dinamica in Germania che agisca da motore della rivoluzione; questo, per quanto amaro possa essere, deve essere riconosciuto.

Alcuni saranno scoraggiati,
Alcuni quindi si smarriranno.

Non hanno importanza.

In Germania oggi spetta alle poche migliaia di giovani che possono aspettare, i quali, accesi del mito della "Germania", possono prepararsi per il giorno in cui il nascente

Ordine della nazione

sarà chiaramente visibile, isseranno così lo stendardo della Germania eterna che è stato ripiegato dai loro padri e formeranno le colonne del comunismo nazionalista tedesco nel campo della rivoluzione.

Ci chiamano! Queste pagine sono per loro.

Appartengono a noi.

Siamo certi che troveranno la loro strada per raggiungerci.

martedì 20 aprile 2021

L'Ordine della Nazione (Paetel, Karl Otto)

Chi si batte oggi per la nazionalità attraverso la rivoluzione socialista non può - i motivi sono stati esposti qui - mirare alla distruzione del partito di massa marxista, né a un "accordo con il marxismo" dall'esterno. Probabilmente può ben credere che la realtà völkisch permea l'atto rivoluzionario, al contrario di dottrine false o semi vere, come la Russia mostra essere una possibilità concreta; dovrà lasciare quel giudizio, però, alla vita e alle sue leggi.

Il marxismo rivoluzionario sta già marciando per la rivoluzione e il socialismo. Il nuovo ordine che emerge dall'onda di questo sconvolgimento sarà, a nostro avviso, non l'umanità universale come anticipata dai suoi teorici, ma la comunità degli Stati socialisti sovrani.

Non il sentiero, ma l’indicazione è sbagliata.

lunedì 12 aprile 2021

La nuova fede (Paetel, Karl Otto)


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Dal manifesto del nazional bolscevismo

Brüning, giustamente descritto come il più grande cancelliere tedesco dai tempi di Bismarck, governò non solo in virtù della leva burocratica e organizzativa dello Stato che rappresentava, non solo perché il capitale finanziario gli concesse tutto il suo sostegno come solido difensore della rivoluzione sociale. Questo cancelliere romano della nazione tedesca è stato il padrone della Germania perché è uno dei pochi uomini dei nostri giorni che vive di fede, che agisce per fede, che è sostenuto da una realtà spirituale:
fede nella Roma eterna. E la fede può sempre e solo essere vinta da una nuova fede, mai per negazione, mai per scetticismo.

La Roma eterna scomparirà dalle regioni tedesche solo quando la fede nella Germania eterna la sostituirà.

Roma, e con essa tutta la cristianità occidentale, possono affrontare con la massima tranquillità la banale pseudo-illuminazione dei circoli di libero pensiero, l'invettiva insipida diretta contro il sacerdozio. In virtù della sua fede sarà in grado di dominare tali mere tendenze "anti".

martedì 30 marzo 2021

Politica estera rivoluzionaria (Paetel, Karl Otto)


Dal manifesto del nazional bolscevismo

La concezione rivoluzionario-nazionalista della politica estera è quindi chiara: un fronte contro Versailles, che significa un fronte contro l'Occidente e i suoi satelliti orientali e sudorientali. Il che implica riprendere il vecchio slogan di Brockdorff-Rantzau: "Contro il capitalismo e l'imperialismo". * Uno slogan per il quale le parole di Moltke † non possono essere vere: "È dura essere un patriota in Germania, perché uno è ... dimenticato." - Eppure è, ciò nonostante, il viandante della nostra volontà insurrezionale. 

Significa formare una comunità di combattenti con l'avversario del mondo di Versailles: la Russia. Solo alleandosi con la Russia, che come prima potenza mondiale socialista sarà un alleato naturale per una Germania socialista, la questione orientale tedesca può essere risolta, la quale allo stesso tempo determinerà l'esistenza della Polonia.(68)

Lo stesso fronte comprende tutti i popoli oppressi della Terra [alle unterdrückten Völker der Erde]. Al posto di una politica coloniale, la "Lega delle nazioni oppresse" dovrà essere sotto la guida tedesca ‡.

giovedì 25 marzo 2021

Versailles (Paetel, Karl Otto)

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Questo paragrafo del  Manifesto del Nazional Bolscevismo potrebbe sembrare anacronistico e di scarso interesse: è invece fondamentale per capire le basi radicalmente spaziali e sovrane dell'ideologia bolscevica. 

Il nemico del nazionalismo rivoluzionario rimane:

Versailles!

C'è poco da dire al riguardo, ma ricordate sempre: questo è il peso che grava sulla libertà della Germania. 

Il percorso verso la nazionalità,

Il percorso verso il socialismo,

Il percorso verso la rivoluzione,

va affrontato solo attraverso lo strappo di tutti i trattati e patti da Versailles a Young!

mercoledì 17 marzo 2021

La lotta di classe come richiesta nazionalista (Paetel, Karl Otto)

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Dal Manifesto del Nazional Bolscevismo

La lotta di classe non è un'invenzione dell'"ebreo Marx". (60)

È un dato di fatto della vita quotidiana, che riflette il contratto di lavoro tra datore di lavoro e dipendente, nonché le funzioni della stampa, dello stato e della vita culturale.

È una linea di battaglia stabilita da coloro che sono in possesso dei mezzi economici del potere, imposti a chi è "in basso", che risponde con furore. Non richiede un giudizio morale ma piuttosto una decisione dichiarata su quale parte vogliamo combattere. 

La lotta di classe non è un costrutto artificiale. Come ovunque nella vita delle cellule, la vita nuova e giovane sostituisce quella vecchia e debole; così anche nel corpo del Volk [Volkskörper] c'è la vecchia classe dirigente, che dopo aver adempiuto alla sua funzione per la comunità per un certo periodo, viene sostituita da nuove forze - di solito con la violenza.

Così la lotta di classe, indipendentemente dal fatto che questo processo si sta svolgendo in tutti i popoli, è un corso degli eventi nella vita del Volk [Volkslebens], un processo di rivalsa contro le forze di leadership all'interno di un organismo popolare. (61) [Volksorganismus].

Proprio come ogni rivoluzione precedente aveva il suo portatore sociologico - l'esempio più chiaro è la rivoluzione francese "borghese" - così vale anche per la rivoluzione in cui ci troviamo. La classe operaia, che oggi batte alle porte della storia tedesca, dovrà combattere la sua lotta di classe con gli attuali detentori delle risorse economiche e degli strumenti di potere in modo che possano essere trasferiti entrambi nelle mani dei lavoratori al momento della rivoluzione, essendo così pronta a dichiararsi nazione e a sostituire la vecchia dirigenza. (62) 

domenica 28 febbraio 2021

Prussia come principio (Paetel, Karl Otto)

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Dal Manifesto del Nazional Bolscevismo

C'è una cosa che il socialismo non può ignorare: la realtà della Prussia.

Là infatti, come sia Oswald Spengler che Moeller van den Bruck hanno identificato nello "stile prussiano", c'è il tipo di socialismo di Stato che auspichiamo sorga nei territori tedeschi; esiste già in questi in forma embrionale. C'è quella scelta per il “Noi” sull’ “Io”, per l'unità nella polarità, la già manifestata (in contrasto con la concezione marxista della società) auto-esistenza creativa, fondata nel sangue e nell'acciaio - e vissuta come una volontà, non come un'opportunità speciale. 

Certo, bisogna tenere presente che c'è un altro aspetto di queste cose: non è un caso che la sintesi sia diventata “Prussianesimo e Socialismo” *, ad es. La glorificazione di Spengler del "umano carnivoro". Anche il principio prussiano è oggi in pericolo di essere utilizzato in modo improprio.

Solo la Prussia è storicamente capace, vedendosi sempre come il correlato dell'eterno tedesco; solo la Prussia, che riprende l'antica tradizione Junker, soddisfa le richieste del barone von Stein di coinvolgere il Volk nella responsabilità dello Stato. 

martedì 16 febbraio 2021

Socialismo (Paetel, Karl Otto)

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Tratto dal Manifesto Nazional Bolscevico

Ricapitoliamo:

Siamo socialisti.

Questo significa:

Al momento della rivoluzione, chiediamo:

1. Nazionalizzazione del territorio e del suolo.
Distribuzione dei latifondi. Tutta la proprietà terriera in futuro sarà il mandato della nazione.


2. Trasferimento di tutte le imprese industriali, bancarie, dei grandi magazzini, delle risorse minerarie, minerarie e dei trasporti di grandi e medie dimensioni nelle mani del Volk.


3. Economia pianificata dallo Stato con il monopolio del commercio estero.


4. Armi nelle mani di tutti: costituzione di una milizia popolare [Volksheeres].

lunedì 8 febbraio 2021

Consigli di Stato o Stato corporativo? (Paetel, Karl Otto)

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Tratto dal Manifesto Nazional Bolscevico

La questione fondamentale riguardo l'economia nel socialismo nazional-rivoluzionario può essere solo:

Tutto il potere nelle mani della nazione. Insieme c'è la richiesta parallela e concreta della struttura statale: lo stato è la nazione sovrana, i suoi organi legislativi ed esecutivi sono i mandatari del Volk.

Il che significa di conseguenza: Consigli di Stato.

Il principio di autogoverno espresso al suo interno non è in alcun modo "razzialmente straniero" ["Volksfremd"] o tipicamente russo, piuttosto è la vecchia "democrazia germanica".

mercoledì 27 gennaio 2021

La questione contadina in Germania (Paetel, Karl Otto)

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Il comunismo nazionale non può prendere in considerazione la predicazione di un "nazionalsocialismo riformato", ma non può nemmeno considerare di predicare un marxismo riformato.
I suggerimenti che il nazionalismo offre sul tema della questione contadina riguardano solo la necessità di non distruggere la categoria eterna del contadino legato alla terra; non potranno mai minare la pianificazione economica socialista.

Ma il dottor Rosikat (54) ha ragione quando afferma *:

“Il contadino tedesco non pensa affatto di rinunciare volontariamente alla sua economia autosufficiente. Il suo ideale non è come quello del proletario: l'autoabolizione come strato sociale. Al contrario, la sua è: autonomia a qualsiasi prezzo! I vantaggi che il comunismo gli promette non hanno alcun potere di vendita sul suo desiderio di lavorare in modo indipendente sul proprio suolo. 

“Ai comunisti piace fare riferimento alla Russia. Là i contadini seguirono il bolscevismo, quindi perché non potrebbero farlo anche in Germania un giorno? Per rispondere, posso indicare le seguenti differenze:

venerdì 15 gennaio 2021

Rivoluzione rurale? (Paetel, Karl Otto)

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Tratto dal Manifesto Nazional Bolscevico

Il nuovo nazionalismo, nato nel cuore di coloro che non hanno più alcun legame con lo stile di vita borghese per il chiaro riconoscimento che da esso non ci si può aspettare alcun dinamismo politico, inizia oggi a rivolgere il suo sguardo fiducioso alle forze della rivoluzione verso il Movimento Landvolk * - che da lì, dove la forza e la sostanza del popolo tedesco sono ancora radicate, si costruirà il domani.

E comincia a svilupparsi un romanticismo che, nutrito dal mito delle bandiere nere †, nutrito dal leggendario mito del nome Claus Heim ‡, si allontana sdegnosamente dalle masse metropolitane sradicate, si allontana con disprezzo dagli slogan materialistici del proletariato, credendo nella nuova rinascita della vita völkisch dal suolo e tenendo conto di poter fare a meno di lavoratori, città e asfalto.

Ma questa prospettiva trascura completamente che le forze trainanti dietro la volontà di resistere, specialmente nel caso dei contadini e di ogni tentativo di auto-aiuto del Landvolk, sono in realtà alla fine derivate esclusivamente dalla situazione personale degli individui in questione.

Là, dove la pace è parte dall'aia, il contratto d'affitto riscosso per costrizione, l'agricoltore prende la falce e atterra gli ufficiali giudiziari nel cortile. Là, dove l'ebreo fugge l'individuo, si risveglia l'autoaffermazione völkisch.

È in gran parte la stessa miseria che unisce anche il proletario sotto le bandiere rivoluzionarie.

martedì 12 gennaio 2021

Marxismo e questione nazionale (Paetel, Karl Otto)

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Tratto dal Manifesto Nazional Bolscevico

Che Lenin, in ogni caso, abbia visto questo come un obiettivo futuro è indiscutibile. Lo ha espresso in modo chiaro e inequivocabile: “È con orgoglio che possiamo dire: al Primo Congresso eravamo infatti solo propagandisti; stavamo solo proclamando le nostre idee fondamentali tra il proletariato mondiale; abbiamo solo lanciato l'appello a combattere; ci stavamo semplicemente chiedendo dove fossero le persone capaci di intraprendere questa strada. Ora il proletariato avanzato è ovunque. Ovunque c'è, anche se spesso mal organizzato, un esercito proletario, e se i nostri compagni internazionali ora ci aiuteranno a organizzare un esercito unito, nulla ci impedirà di portare a termine il nostro compito.

Questo compito è la rivoluzione proletaria mondiale, la creazione di una repubblica sovietica mondiale. "(47)

Anche Trotsky, nel suo opuscolo "Contro il comunismo nazionale", propone chiaramente lo slogan degli "Stati Uniti sovietici d'Europa".

O, come dice Lenin: “Il movimento socialista non può trionfare nel vecchio quadro nazionale. Crea nuove, più alte forme di convivenza umana, in cui i bisogni legittimi e le aspirazioni progressive delle masse lavoratrici di ogni nazionalità saranno, per la prima volta, soddisfatte attraverso l'unità internazionale, a condizione che le partizioni nazionali esistenti siano eliminate". (48)

Lenin dice inoltre: "Nell'era dell'imperialismo, non ci può essere altra salvezza per la maggior parte delle nazioni del mondo che attraverso le azioni rivoluzionarie intraprese dal proletariato delle grandi potenze, che si diffondono oltre i limiti della nazionalità, abbattono quei confini e rovesciano la borghesia internazionale. Se questo rovesciamento non si verifica, le Grandi Potenze continueranno ad esistere, cioè rimarrà l'oppressione dei nove decimi di tutte le nazioni del mondo. Ma se la caduta della borghesia si verificherà, accelererà enormemente la caduta di ogni singola divisione nazionale ... "(49)

Nelle sessioni del 16° Congresso (1930, giugno / luglio), Stalin si espresse inequivocabilmente sulla questione del futuro delle lingue nazionali:

martedì 29 dicembre 2020

La nazione come valore più alto (Paetel, Karl Otto)


Tratto dal Manifesto Nazional Bolscevico

In un passaggio dell'articolo di Hiller discusso in precedenza (rimaniamo su questo argomento perché sintomatico della disputa con la 'sinistra' in generale), si dice dei nazionalirivoluzionari che “vengono dal nazionalismo come qualcosa che deve essere superato”; altrove, con approvazione, dice che: "non rinunciano a un briciolo del "nucleo d'oro" dei loro sentimenti nazionali (qualcosa di estraneo a coloro che hanno un'anima paralizzata)." Queste due citazioni sembrano contraddittorie, ma in realtà sono abbastanza correlate. Hiller, come Marx, rispetta la nazione come esiste oggi, ed è anche disposto a concedere la continua esistenza del suo "nucleo d'oro", cioè i suoi aspetti culturali, la lingua, i costumi, il senso della patria; tuttavia, esattamente come Lenin ha detto in modo così chiaro nei suoi saggi sulla "questione nazionale", parallelamente allo svanire dello Stato, ci deve essere una fusione delle nazioni in una più alta unità.

C'è anche il punto di vista di Jaurès*, che non esaurisce il significato politico: "La nazione è quel tesoro del genio umano e del progresso, e sarebbe malvagio per il proletariato frantumare quei preziosi vasi della cultura umana".

Il concetto di sovranità gli è estraneo, come è estraneo a Lenin e Stalin, in un'analisi altrimenti superba della natura della nazione.(42)

lunedì 28 dicembre 2020

Libertà o felicità? (Paetel, Karl Otto)

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Dal Manifesto del Nazional Bolscevismo

Riguardo la questione se le decisioni debbano essere orientate dall'individuo o dal collettivo, un'altra delle domande del dottor Hiller troverà risposta. Hiller nel suo lavoro sul nazionalismo social-rivoluzionario cita la frase (che, per inciso, non proviene da Ernst Jünger, ma è un mio commento *):

"Siamo dalla parte del proletariato insurrezionale per il bene della nazione, non per il bene di poche idee di felicità umanitaria". Poi chiede:


"Questi portatori di miseria, questi bruti schietti, questi mostri che non nascondono di essere mostri, la loro nazione ideale richiede che i suoi membri siano infelici?"

No, dottor Hiller, no! Tuttavia: nel discorso di Saint-Just † contro Danton, ad esempio, c'è un passaggio che mostra cosa intendiamo:

L'amore per la Patria è una cosa grande e terribile. È senza pietà, senza paura, senza rispetto per l'individuo quando si tratta del bene pubblico. Questo amore ha portato Regolo a Cartagine e Marat al Pantheon. "

Siamo socialisti. Sosteniamo la rivoluzione, la lotta di classe, la socializzazione dei mezzi di produzione, la nazionalizzazione della terra e del suolo, una struttura statale sul principio dell'autogestione.

giovedì 26 novembre 2020

Guerra e Pace: Pacifismo e Nazione (Paetel, Karl Otto)

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Dal Manifesto del Nazional Bolscevismo

La guerra e la pace non possono mai essere giudicate di per sé. La negazione o l'affermazione del loro valore e status è decisa solo in relazione alle esigenze della vita völkisch [völkischen Lebens], alla volontà nazionale di autodeterminazione e alle decisioni personali uniche che influenzano il destino nazionale che domina la vita degli individui. Coloro che non sono disposti a vedere e affrontare ogni problema dal punto di vista della loro esperienza individuale saranno in grado di esprimere un tale giudizio solo quando la loro relazione con questo aspetto sarà chiara. La guerra può essere approvata solo quando è definitivamente stabilito che è essenziale e inevitabile per il futuro, la libertà e la vitalità di un Volk, solo se il suo sperpero della sostanza del Volk [Volkssubstanz] è giustificato da un futuro più grande e più sicuro per la Volksgemeinschaft stessa.

Ma un Volk che, come oggi in Germania, è solo un oggetto della politica di altri Stati, può conoscere solo un'alternativa: prima la libertà, poi la pace.

lunedì 2 novembre 2020

Perché non siamo nel Partito Comunista? (Paetel, Karl Otto)

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Dal Manifesto del Nazional Bolscevismo

Come dimostrano queste tesi, il nazionalismo rivoluzionario e il movimento comunista oggi sono indiscutibilmente dalla stessa parte del fronte politico nella lotta contro il fascismo e il capitale e per il socialismo e la liberazione nazionale.

Perché non siamo nel KPD?

Il nazionalismo rivoluzionario tedesco lotta, come suo obiettivo politico finale, per la nazione sovrana tedesca, esistente in una comunità di stati liberi di popoli [Völker] indipendenti l'uno dall'altro.

Il marxismo rivoluzionario - il KPD - si sforza, come suo obiettivo finale, per la società senza classi, che (attraverso la lenta morte dello stato e la fusione delle nazioni) unisce i popoli in una più alta unità.

Il nazionalismo rivoluzionario afferma la lotta di classe come uno sconvolgimento organico nella direzione del corpo del Volk, che sostituendo le classi dominanti obsolete riorienta il nuovo giovane stato a una leadership basata sulle funzioni politiche e sociali del tutto.

domenica 25 ottobre 2020

Il volto del comunismo nazionale (Paetel, Karl Otto)

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A grandi linee, il comunismo nazionale tedesco proclama che:


Riconosciamo la necessità della rivoluzione socialista tedesca. È la trasformazione spirituale che determina le caratteristiche economiche, politiche e culturali del nostro tempo; è in effetti la rivoluzione degli operai, dei contadini e delle classi medie proletarizzate.

Ci impegniamo per la nazione. È il nostro ultimo valore politico come espressione fatidica della comunità völkisch*.

Ci impegniamo per il Volk come comunità culturale etnica naturale†, in contrasto con la civiltà occidentale etnicamente distruttiva.

Ci impegniamo per il significato intrinseco del folkdom tedesco‡.

Ci impegniamo per un'economia socialista pianificata che, dopo aver infranto l'ordine capitalista, lega Volk e Nazione in una struttura economica organica e come una economia sociale costituisce il fondamento della sovranità statale.

Il raggiungimento dei nostri obiettivi è il Consiglio-Stato dei Popoli della Grande Germania Libera§ come espressione dell'autogoverno del Volk produttivo.

I mezzi di produzione devono essere trasferiti alla nazione come proprietà comune e deve essere dichiarata la proprietà nazionale della terra e del suolo. 

venerdì 16 ottobre 2020

Comunismo nazionalista (Paetel, Karl Otto)

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Dal 
Manifesto del Nazional Bolscevismo

Fin dall'inizio, una serie di gruppi di "estrema destra" relativamente piccoli si sono tenuti a distanza dal NSDAP (i loro portavoce non si sono mai associati al Partito), che oggi si schiera consapevolmente contro di loro perché sono "nazional-comunisti" e anti-fascisti.

Tanto più diventa evidente che Adolf Hitler non è in grado di onorare le sue promesse - le promesse con cui tiene oggi sotto la propria bandiera le colonne della gioventù idealista anticapitalista (la giovane borghesia già completamente sradicata sociologicamente) accanto alle folle di persone ansiose di salvaguardare i propri interessi - tanto più si avvicina l'ora in cui in Germania la posizione a lungo derisa e disprezzata del 

comunismo nazionale

può essere realizzata.


Oggi siamo ancora "utopisti". Ma i lungimiranti tra i "conservatori" custodi del Graal vedono già all'orizzonte il pericolo per loro che si avvicina. Albrecht Erich Günther (23), il co-editore del Deutsche Volkstum, ha scritto: "Nella gioventù rivoluzionaria nazionale, che dà slancio all’'opposizione nazionale', sorge un profondo sospetto: un giorno saremo condotti come colonne di assalto “bianche” contro un'alluvione "rossa"? Queste e altre intuizioni risvegliano la sfiducia nei confronti della politica estera dei gruppi imprenditoriali assetati di credito, quindi è ragionevole decidere contro il "bianco", cioè per il "rosso": il bolscevismo nazionale...

giovedì 8 ottobre 2020

L'errore storico del Partito Nazional Socialista (Paetel, Karl Otto)

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Dal Manifesto del Nazional Bolscevismo

Il parallelo è ovvio. Il consiglio dei sette di Monaco, come forza anti-Versailles e allo stesso modo attraverso il suo "allineamento" (l'anticapitalismo emotivo del "rompere la schiavitù dell'interesse", attrae solo gli sradicati e strati rivoluzionari di soldati del fronte radicalizzati, studenti, ecc.), divenne un pezzo sulla scacchiera della pigra politica borghese al momento che divenne chiaro che tramite loro (con la graziosa tolleranza della borghesia della loro esuberanza giovanile nell'esprimere sentimenti radicali) si potevano formare forze che sarebbero state in grado di respingere l'avanzata della classe operaia marxista e, possibilmente, essere nella posizione di eliminarli.

In una situazione in cui la decisione urgente da prendere sulle forze di classe era sempre più netta, chiunque avesse assunto lo slogan "Contro il marxismo" nella battaglia tra capitale e lavoro doveva rimanere volontariamente o controvoglia indifferente per necessità, al fine di essere in grado di schierarsi con coloro che avevano tutto l'interesse a ripudiare le pretese di potere politiche ed economiche del marxismo.

Capitale finanziario e grandi proprietari terrieri, ufficiali senza lavoro e signori feudali ossessionati dalla restaurazione, tutti potevano in quel momento trascurare alcune imperfezioni programmatiche, poiché dimostravano ancora le possibilità dell'NSDAP di riportare la distribuzione del potere nella politica tedesca al suo vecchio stato.