lunedì 23 dicembre 2013

La canzone di Carla (John Kleeves)

La canzone di Carla
(Carla’s song)

Gli USA e l'America Latina nei film di propaganda

Regia di Kenneth Loach
Sceneggiatura di Paul Laverty
Prodotto da Parallax Picture
in coproduzione con
Road Movies Dritte Produktionen
e Tornasol Films
per il Glasgow Film Fund e Channel 4
Distribuito da Shadow Distribution nel 1996
Girato a Glasgow e in Nicaragua nel 1995

Hollywood ha trattato alcune volte, direttamente o indirettamente, il tema della situazione politica dell’America Latina. Lo ha fatto ad esempio nei film Viva Zapata! (Idem, 1952) di Elia Kazan ; Bananas (Il dittatore dello stato libero di Bananas, 1971) di Woody Allen ; Salvador (Idem, 1986) di Oliver Stone ; Death Chase (Jungle Assault, 1988 ) di David A. Prior ; Romero (Idem, 1989) di John Duigan ; Havana (Idem, 1990) di Sydney Pollack ; Delta Force 2: The Colombian Connection (Colombia Connection: il massacro, 1990 ) di Aaron Norris ; Evita (Idem, 1996) di Alan Parker. Ora, la situazione politica dell’America Latina è chiara : è una neo colonia statunitense (con l’eccezione di Cuba) dove gli USA sostengono governi locali collaborazionisti in genere messi al potere con colpi di Stato e poi aiutati e anche istigati nelle repressioni.
Lo scopo è di permettere alle proprie Multinazionali di sfruttare le risorse dell’area. Questi governi si prestano al gioco perché in cambio le Multinazionali USA lasciano il resto delle risorse alla cerchia che li esprime. Naturalmente il governo USA fa anche partecipare elementi di quelle cerchie al traffico di cocaina, che è da lui gestito a livello mondiale. Tutto ciò che di orrendo capita in America Latina - colpi di Stato sanguinosissimi, desaparecidos, stragi di contadini e relative famiglie, torture della polizia e dei paramilitari, Squadroni della Morte eccetera, cose che dal 1945 ad oggi hanno provocato la morte di vari MILIONI di persone nel sub continente, di ogni sesso ed età - è dovuto solo e soltanto agli Stati Uniti. Non ci fossero gli USA non ci sarebbero neanche quegli orrori. Questo lo sanno tutti gli addetti ai lavori del mondo: i governi, l’ONU, il Vaticano, l’Accademia svedese dei premi Nobel, tutti gli intellettuali di una minima intelligenza e preparazione. Lo sanno cani e porci. Ma Hollywood ci viene a dire che non lo sa. Quei film infatti sono realizzati con la seguente premessa, esplicita o implicita: è tutta farina del sacco latinoamericano. Nei film che vogliono apparire più spregiudicati e meno sprovveduti - come il Salvador di Stone e il Romero di Duigan - non si nascondono le collusioni dei mostri locali con CIA e Pentagono, del resto venute di dominio pubblico in moltissime istanze ( anche negli USA ), ma le si presenta come un appoggio a strategie od operazioni sempre iniziate dai locali, la giustificazione essendo la lotta al comunismo. Cosa succede, Hollywood è forse scema? Certo che no. Semplicemente è una filmografia di Stato, asservita alle esigenze di propaganda e disinformazione del suo governo, che la controlla tramite l’Agenzia federale USIA (United States Information Agency, creata nel 1954). Così i suoi film sull’America Latina non dicono certo la verità. Non la POSSONO dire. Carla’s Song invece la dice. Perché non è un film di Hollywood (è anglo-spagnolo infatti). E perché evidentemente i responsabili (produttore, sceneggiatore e attori principali, e naturalmente il regista Ken Loach) sono intellettualmente onesti e non temono le ritorsioni statunitensi. Tratta di un autista d’autobus di Glasgow (George-Robert Carlyle) che si innamora di una profuga dal Nicaragua ( Carla-Oyanka Cabezas ), finendo per riaccompagnarla nel suo Paese dove - è il 1987 - tocca con mano il terrorismo scatenato dai Contras; qui conosce anche Bradley-Scott Glenn, un americano operatore di una organizzazione umanitaria che risulterà essere stato in precedenza un agente della CIA. Conoscete la storia. Nel 1979 i Sandinisti costringevano alla fuga il dittatore Anastasio Somoza Debayle, che assieme ad altre 16 famiglie si divideva con le Multinazionali USA della frutta il 50% delle terre coltivate ( mentre da solo, con la sua Plasmaferesis, vendeva negli USA il sangue pagato niente ai suoi campesinos " donatori " ), e poco dopo il governo di Washington - su richiesta delle stesse Multinazionali: quelle da cui voi comprate banane, caffè e ananassi - organizzava un esercito di 15.000 mercenari reclutati tra la feccia del Nicaragua e del resto dell’America Centrale per compiere stragi nella popolazione civile. Per lucrare ulteriormente, a quegli uomini era permesso di portare cocaina negli USA, il trasporto avvenendo con gli stessi aerei militari americani senza insegne che gli fornivano la logistica di guerriglia. Il messaggio da convogliare era: massacreremo civili sino a che non rimetterete in piedi un governo filo nostre Multinazionali. Dal 1980 al 1988 furono uccisi dai Contras 50.000 civili, sino a che il governo Sandinista accettò di "perdere" le elezioni del 25 febbraio del 1990. Qual’era la verità da dire in merito, per un film che tratta il soggetto? Che i Contras erano una creazione esclusiva degli USA, e non una spontanea fazione locale "di destra" come diceva il governo americano, fazione magari poi aiutata dalla CIA per "anticomunismo" come aggiungevano alcuni media statunitensi per passare da "critici". E il film la dice. Una notte il villaggio in cui si trovano George e Bradley viene attaccato dai Contras e la seguente è la trascrizione del colloquio fra i due il mattino dopo, come risulta dalla versione in italiano del film diretta da Mario Maldesi con dialoghi di Mario Paolinelli :
George - Animali schifosi !
Bradley - Animali ? No, no. Cosa accidenti pensi che fossero, soldatini allo sbaraglio ? Svegliati ragazzo. Forse non lo sai, ma nasce tutto a Langley, in Virginia. E sai che c’è lì ? Il quartier generale della CIA, i servizi segreti degli Stati Uniti d’America. Cristo santo, guarda qui. Uno di quei Contras là per terra aveva questa foto in tasca. Mi dici come l’ha avuta? E’ faxata con un satellitare ed è stata scattata da un aereo americano. Guarda qui: scuola, scuola, scuola, e questo vuoi sapere cos’è ? Te lo dico subito, è un ospedale. Questa è una cooperativa agricola, è chiaro? Questi sono i piani di attacco che quei bastardi avevano per stanotte. Eccoli qua. Avevano la mappa dettagliata di questo posto. Sono entrati di là scavalcando quei sacchetti di sabbia e sono andati dritti sugli obiettivi. Ma che bisogno c’è di questa ! Ecco qui quel che resta della scuola e dell’ospedale. Obiettivi militari!
George - Cristo!
Bradley - E’ la CIA a dirigere tutto lo spettacolo. Ci sono gli Stati Uniti dietro tutto questo. Non ci sono Contras, non c’è guerra senza la CIA. Violentano i bambini davanti ai genitori. E dopo li sventrano con le baionette. Ho parlato con una donna un paio di settimane fa, in un barrio di Esteban, la senora Mercedes. Sta a sentire cosa mi ha detto. Allora, il suo orrendo crimine era stato di partecipare alla raccolta del caffè nella cooperativa. Il giorno dopo qualcuno la mette in guardia : i Contras stanno arrivando per punirti dell’orrendo crimine che hai commesso. Arrivano, così lei esce di casa con suo figlio di tre mesi attaccato al seno, afferra un altro dei suoi figli di due anni, e si nasconde in cima a un albero. Sente delle voci, sotto ci sono tre Contras con suo figlio di 14 anni. Due lo tengono e un terzo gli solleva l’ascella e con la baionetta lo squarcia sino all’inguine. Gli escono fuori le budella e mentre quello urla in agonia gli versano una bottiglia di alcool nella pancia. Bè, quella donna mi guarda negli occhi e dice : mi dispiace farti sentire male, tu non sai che succedono cose del genere, non sai che il tuo Paese fa certe cose. Loro torturano maestri di scuola, infermieri, e io lo sapevo perché li ho aiutati a farlo !
George - Tu cosa hai fatto ?
Bradley - Si, li ho reclutati, armati, allenati, equipaggiati e - Dio mi perdoni - li ho mandati in Nicaragua.
Si poteva dire anche di più. Si poteva pronunciare un numero delle vittime civili dei Contras. Si potevano citare le Multinazionali statunitensi della frutta. Si poteva accennare che il tutto era per ordine del Congresso di Washington via presidente Reagan. Si poteva dire che i Contras venivano assoggettati a trattamenti di condizionamento psicologico nelle apposite strutture statunitensi situate a Panama (la Army School of the Americas) e in Texas (la Border Police Academy), allo scopo di indurli ad efferatezze senza limiti (la BPA di Fresno è fra l’altro una nota scuola di tortura). Si poteva dire chiaro e tondo che per motivarli oltre alla paga ai Contras era stato aperto un canale di traffico di cocaina negli USA. Si potevano dire tante cose, ma visto il clima tra il complice e l’istupidito che regna da decenni nell’Europa Occidentale ci si può accontentare. Noterei piuttosto che il monologo testè riportato, della durata esatta di 3 minuti e 30 secondi, risulta pericolosamente isolato nel contesto del film: mancasse, questo il film manterrebbe una sua congruenza, ma cambierebbe "colore" e potrebbe sembrare uscito da Hollywood, un prodotto di propaganda vera-finta critica tipo Romero e Salvador. Potrebbe trattarsi di un accorgimento per poter distribuire il film in certe aree, ad esempio in ... America Latina, previa la soppressione del monologo. Anche il finale non è convincente. Si costruisce il film sull’attesa di vedere come sia ridotto Antonio, l’ex fidanzato di Carla catturato e torturato dai Contras, che dall’imbarazzo e dalla reticenza dei conoscenti ci si aspetterebbe come il povero reduce di Johnny Got His Gun, e lo si trova che suona la chitarra in forma quasi perfetta, giusto muto perché i Contras gli hanno strappato la lingua. Non è da Ken Loach, e sembrerebbe un finale edulcorato per l’Europa, mentre quello "buono" va su altri mercati. Ma di nuovo non sottilizziamo e accontentiamoci. Piuttosto, chiediamoci come il film è stato accolto negli Stati Uniti, dove è stato presentato in una sola sala e poi destinato a una distribuzione che non so di quale livello (può anche darsi del massimo livello, ma io credo che sia stato ritirato, fatto scomparire, desaparecido come a suo tempo da noi "L’Amerikano" di Costa Gavras). Su Internet c’è una recensione niente meno che del New York Times, scritta da tale Stephen Holden. E’ una normale e superficiale critica cinematografica, dove spiccano però alcuni passi : " ... E’ il 1987, quando i Contras di destra conducono una guerriglia contro il governo di sinistra dei Sandinisti... Lo shock culturale ed il risveglio politico di George formano il nucleo emotivo dell’arrabbiato e addolorato film di Ken Loach " Carla’s Song "... [ che ] si lancia coraggiosamente, ma in modo incerto in un misto di semi documentaristico, rancoroso trattato politico e di succosa favola ... e tramite la non tremendamente credibile figura di Bradley ( Scott Glenn ), un coriaceo ex agente della CIA che ora è un operatore pieno di rimorsi per una organizzazione per i diritti umani, consegna anche al film il suo franco monologo politico. Un ex avversario diventato sostenitore della causa sandinista, ed un testimone di innominabili atrocità patrocinate dalla CIA, Bradley è pieno di segreti, la maggioranza dei quali trattiene sino alla fine del film ... " Carla’s Song " raggiunge la sua massima efficacia in scene che sembrano quasi improvvisate, nelle quali George supera le barriere del linguaggio e della cultura per stabilire un caldo cameratismo con soldati sandinisti e pacifici paesani che sono sotto l’attacco dei Contras. Il suo ritratto di un idealistico esercito di contadini e dei suoi sostenitori alle prese con un nemico feroce è platealmente nostalgico per il sogno di sinistra che i sandinisti allora rappresentarono". Senza darsene a vedere Holden disinnesca subito la bomba contenuta nel film, il monologo di Bradley. Lo fa definendo i Contras " di destra " ( "right-wing contras" ). I Contras non erano affatto di destra: erano dei mercenari, che facevano ciò che facevano perché pagati, in dollari e in cocaina. C’erano fra loro diversi ex elementi della Guardia Nazionale di Somoza, ma la maggioranza erano di altri Paesi dell’America Centrale, accorsi per le ricche prebende statunitensi. Oltretutto la "Guardia Nazionale" di Somoza era essa stessa composta da mercenari. C’erano anche dei mercenari statunitensi, come risultò nel 1987 quando un aereo dei Contras fu abbattuto in Nicaragua: il pilota era lo statunitense Richard Hasenfus. Definendoli invece "di destra" tutto cambia: erano una fazione politica locale in lotta armata contro il governo. La versione sempre sostenuta da Washington e dai media statunitensi. Ora, dice Holden, il film accusa la CIA di avere aiutato questa fazione. Si, i Contras compivano azioni "innominabili" ( " unspeakable " ), ma dov’è lo scandalo? Come puntualizzerà nel finale dell’articolo, i Contras si opponevano a un governo comunista e si sa che gli USA sono contro il comunismo. Un lavoro sporco della CIA, ma che andava fatto, o in qualche modo giustificabile. Anche questa è la versione sempre sostenuta da Washington e dai media statunitensi. Dei quali ultimi Holden fa parte. Il finale della recensione è dedicato a giustificare, anche qui senza parere, perché mai gli USA siano tanto ostili al comunismo. Non è perché sono cattivi, anzi: gli americani si rendono conto che il comunismo è un tentativo di migliorare le cose. E’ perché sono realisti, disincantati: il comunismo è un’utopia ( l’aggettivo " idealistico" e il sostantivo "sogno" nella stessa frase ) fuori della portata degli uomini; gli uomini sono dominati dall’egoismo materiale e l’unica strada è assecondare tale impulso, appunto come fa il capitalismo americano. Una bufala, ma non è la sede per elaborare. Un’ultima osservazione su questa recensione. Immaginate di essere un critico cinematografico italiano e di dover recensire un film che accusa l’Italia di avere premeditatamente fatto massacrare nell’arco di 8 anni ben 50.000 civili di ogni sesso e età in un Paese straniero, dite l’Egitto. Non vi scandalizzereste ? Non cerchereste di dimostrare con veemenza, se non altro a voi stessi, che non può essere vero perché troppo orribile? Lo fareste, ma Stephen Holden non spende una parola in proposito. Avete una misura di cosa sono gli americani. "La canzone di Carla" è un film veridico e istruttivo, che tutti dovrebbero vedere. In Italia, dove vige circa lo stesso tipo di censura che c’è negli USA, non è stato distribuito nelle sale; però esiste in cassetta, doppiato in italiano.

Tratto da Orion n° 181 - ottobre 1999

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