domenica 11 agosto 2013

Attacco globalizzato alla classe media (John Kleeves)

Per la classe media occidentale sembrerebbe iniziato un periodo di disgrazie: negli ultimi due-tre anni si è verificata una serie di rovesci finanziari di portata internazionale, attribuiti alle più varie origini e motivazioni ma che alla fine sono sempre e tutti ricaduti - appunto come disgrazie - sulle sue spalle, e solo sulle sue. Se si considerano però attentamente quelle vicende viene il sospetto che più che disgrazie forse sono truffe, truffe belle e buone eseguite premeditatamente sul ceto medio del cosiddetto " mondo occidentale ".

Consideriamo il clamoroso default del debito obbligazionario estero dell’Argentina, dichiarato il 1° gennaio 2002. Dai primi anni '90 l’Argentina era sotto la " tutela " del Fondo Monetario Internazionale e si poteva pensare che questi avrebbe messo in atto la solita truffa ai danni dei locali, quella chiamata del "dittatore pazzo". L’ha fatto, però nello schema è stata aggiunta una variante, una variante micidiale e fatta apposta per i ceti medi di alcuni Paesi europei.



La " truffa del dittatore pazzo " consiste nel corrompere i responsabili legali di un Paese in modo che dichiarino di ricevere a nome del Paese un prestito dal FMI da destinare allo " sviluppo economico ", prestito che invece non avviene : il FMI versa solo le tangenti, ma poi chiede al Paese il pagamento degli interessi annui pieni e il riconoscimento di un debito finale pari all’intero capitale " prestato ". Il gioco è banale quando il Paese è retto da un dittatore, meglio se con la fama di megalomane, perché si tratta con poche persone e la " sparizione " del prestito sembra cosa naturale : il dittatore era matto e ladro. In effetti sinora la combine è avvenuta col paravento di dittatori, cominciando dal Perez Jimenez del Venezuela fuggito nel 1958 lasciando un " debito " di 30 miliardi di dollari col FMI, continuando fra gli altri con il Marcos delle Filippine fuggito nel 1986 ( 20 miliardi di dollari ) e arrivando per il momento col Suharto dell’Indonesia fattosi da parte nel 1998 (70 miliardi di dollari).

Con l’Argentina l’obiettivo del FMI era di girare la proprietà delle aziende pubbliche locali erogatrici di servizi ( e di fatture mensili ) a grandi istituti finanziari stranieri, destinati a essere - dopo la eventuale e temporanea proprietà di terzi europei - tutti angloamericani. Una preda gigantesca, ghiotta : era come se l’Argentina fosse resa tributaria, e per sempre, di quelle entità finanziarie angloamericane. Il meccanismo era quello della privatizzazione delle medesime aziende, da giustificare con la necessità di sanare un bilancio gravato da un enorme debito estero. Ora, il debito estero poteva essere finto, costituito col solito sistema del " dittatore pazzo ", ma si imponeva appunto una variante, dovuta sostanzialmente a due fatti : 1) che l’Argentina dal 1983 non ha un dittatore ma è una repubblica presidenziale, il presidente essendo stato nei cruciali anni dal 1989 al 1999 il torbido Saul Menem : i personaggi da corrompere e tacitare erano molti, portando la cifra per le tangenti in soldoni a valori molto superiori agli standard del FMI ; 2) che era intervenuta la necessità di colpire la classe media di alcuni paesi europei. Così il FMI fece qualche prestito secondario e " pulito " all’Argentina, per giustificare la sua presenza e le sue pressioni per le privatizzazioni, ma il grosso dell’operazione, cioè il prestito fasullo e le tangenti, veniva costruito al di fuori del FMI, tramite le famose obbligazioni " Argentina ". Queste sono state collocate in prima battuta presso la City di Londra, la quale quindi ha presumibilmente pagato le tangenti e ha " elargito " il prestito, naturalmente le prime in soldoni e il secondo virtuale.

E qui parte la truffa alla classe media anche italiana. Se la City avesse tenuto in portafoglio quelle obbligazioni, che non le costavano niente perché erano virtuali, sarebbe rimasta una pura truffa " del dittatore pazzo ", senza conseguenze per il risparmiatore occidentale. Arrivata la dichiarazione di insolvenza dell’Argentina la City avrebbe sparso finte lacrime e ciao ; tanto i soldoni spesi per le tangenti erano già stati recuperati con gli interessi annui ( 10% ) che l’Argentina nei primi anni aveva effettivamente pagato. Ma la City di Londra fece altrimenti : vendette le obbligazioni sul mercato, probabilmente anzi sicuramente raccomandando di venderle ai piccoli risparmiatori privati ! Le vendette alle " Cities " di varie piazze europee, specialmente di Italia, Spagna e Germania, le quali le rivendettero capillarmente alle banche, banchette e crediti cooperativi, artigiani e rurali dei loro paesi, che a loro volta le affibbiarono ai loro clienti. La City di Londra però non smerciò le " Argentina " sul suo territorio, in Inghilterra !

Il risultato finale dell’operazione fu questo : un travaso di danaro dalle tasche del ceto medio di Italia, Spagna e Germania verso la City di Londra, verso pochi grandi capitalisti inglesi. E un travaso enorme : solo per l’Italia si parla di 50.000 miliardi di lire, sfilati dalle tasche di 450.000 risparmiatori ; in totale l’operazione può essere ammontata a 200.000 miliardi di lire, rastrellati a quasi 2 milioni di individui. All’Argentina non andò niente, anzi perse le sue aziende pubbliche e fece anche bancarotta ; anche, persone in Argentina cominciarono a morire di fame. Ma niente commiserazione : chi si lascia ingannare così dai propri politici non la merita.

Che si tratti di tutta una manovra certo finanziaria ma anche politica è dimostrato dal fatto che i governi di Italia, Spagna e Germania non fanno nulla per difendere il credito dei loro risparmiatori verso l’Argentina. Si tratta di un credito verso un Paese estero, ottenuto come è cosa che non interessa il piccolo risparmiatore, il quale ha pagato il suo titolo. Tale credito non può essere reclamato da un piccolo privato ma solo dal suo governo, eppure i governi dei tre paesi non si muovono, abbandonano questi cittadini, li tradiscono : si tratta chiaramente di ordini superiori, del FMI e della City di Londra, dietro i quali ci sono - lo sappiamo - gli USA.

Non c’è stata solo la vicenda dell’Argentina. Negli ultimi anni negli USA c’è stata la dichiarazione di bancarotta completa della Enron, della Worldcom e di altre gigantesche aziende : i risparmiatori che avevano azioni o obbligazioni di queste ditte si sono trovati carta straccia in mano, e alcuni grandi fondi pensione statunitensi che avevano in portafoglio molte di quelle azioni sono crollati sino a non garantire più la pensione ai loro sottoscrittori. Un altro salasso al ceto medio, questo negli USA. Poi sono crollate le borse. Il Nasdaq ha perso i tre quarti, Wall Street ha dimezzato, e così hanno fatto indistintamente tutte le borse europee, portando a picco tutti i fondi di investimento azionari, nazionali e internazionali : centinaia di migliaia di miliardi persi, anche dagli investitori istituzionali, ma chi è stato toccato nella carne sono stati i privati, la classe media. Nei vari Paesi sono capitate disgrazie aggiuntive diverse ; in Italia ad esempio i Bond Cirio sono costati ai risparmiatori 9.000 miliardi.

C’è un motivo per tutto questo ? Poco sopra si è detto infatti che il danno portato dal FMI al ceto medio europeo era premeditato. Purtroppo c’è. C’è un piano, una strategia. Da anni si sapeva che la massa di danaro ( di banconote ) in circolazione in Occidente era eccessiva e " dispersa ", cioè diffusa fra molti detentori. Ciò è un problema per il grande capitale, che vede ostacolate alcune sue politiche. Così si è sfoltito - anzi si è cominciato a sfoltire - il danaro in circolazione : il FMI ha preparato quel pacco in Argentina, le Borse sono cadute improvvisamente, come a comando, il governo USA ha lasciato fallire delle grandi aziende che avrebbe potuto salvare con facilità, nei vari Paesi è stata data via libera a truffe e truffette finanziarie di vari generi. L’obiettivo è di rastrellare contante e la vittima è chi il contante ce l’ha : il ceto medio. Gli altri non sono toccati. Il salariato e il pensionato pareggiano entrate e uscite ogni mese, non hanno riserve. Il grande capitalista non si preoccupa della sua riserva monetaria in assoluto, ma in relazione a quella degli altri, ed ora anzi sta meglio di prima : se prima i suoi liquidi erano 1.000 volte quelli dell’uomo medio del ceto medio ora sono 1.500 volte : il suo potere è aumentato.

Ma il guaio è, come dicevo, che la strage è appena cominciata.





Il Fondo Monetario Internazionale e la truffa del dittatore matto
di John Kleeves

C’è un clichè che ogni tanto si ripete : in un Paese del Terzo Mondo un dittatore comunemente definito filo americano, o filo Occidentale, e noto per le sue iniziative pubbliche stravaganti e spendaccione, viene rovesciato da una rivolta popolare e fugge con la cassa ; la cassa sono conti correnti esteri intestati a lui o a familiari dove si trovano somme astronomiche, che poi risultano sempre di importo quasi pari al debito contratto dal Paese col Fondo Monetario Internazionale. Avvenne così con tutti, e giusto ricordo Fulgencio Batista di Cuba, Jean Claude Duvalier di Haiti, Anastasio Somoza del Nicaragua, Ferdinando Marcos delle Filippine, Mobutu Sese Seko del Congo, Suharto dell’Indonesia. Marcos aveva nei suoi conti esteri 20 miliardi di dollari, Mobutu 10, Suharto addirittura 70 ; in ogni caso erano cifre vicine appunto al debito dei loro Paesi, anzi tutte attorno alla stessa quota del medesimo, il 90%. C’è lo scandalo internazionale : Che razza di disonesto, ha intascato i prestiti del Paese ! Il FMI è dispiaciuto, comprende, ma il credito con il Paese rimane, e questi dovrà continuare a onorarlo ; gli verrà magari incontro dilazionando le scadenze, nel mentre che naturalmente bisogna continuare a pagare gli interessi ogni anno. Intanto l’ex dittatore matto e ladro è indisturbato da qualche parte e non si riesce né a estradarlo né a sequestrargli i conti. Incerti della vita ? Conferme dell’immaturità politica di certi Paesi ? Niente affatto. Abbiamo uno stesso copione che gira, con nomi, date e cifre diverse : è una truffa standard del Fondo Monetario Internazionale. Vediamo di inquadrare questo Ente. Il FMI è stato creato dagli USA nel 1948, una data che ricorda l’inizio della Guerra Fredda. Doveva essere un istituto plurinazionale, che faceva da banca alle Nazioni. In realtà gli americani lo congegnarono in modo da poterlo dirigere e fargli fare ciò che volevano. Si attribuirono il 19% delle quote e ne assegnarono il 6,6% alla fida Gran Bretagna, polverizzando il resto fra gli altri Paesi partecipanti, che oggi sono 153 : per il FMI gli USA così sono gli " azionisti di riferimento ", quelli che anche senza detenere la maggioranza assoluta del pacchetto controllano però di fatto l’azienda vista la dispersione degli altri soci. Ciò si è concretizzato nel fatto che il Direttore Generale del FMI, quello che all’atto pratico lo gestisce, è sempre stato americano. La carica di Presidente invece, quasi una figura onoraria, è sempre stata affidata a uno straniero, per ragioni di facciata. Cosa doveva fare - cosa deve fare - il FMI per gli americani ? Doveva - deve - essere un altro strumento per il loro neocolonialismo, agevolarli ulteriormente nello sfruttamento delle loro neocolonie. Come procede infatti il FMI ? Lo sanno tutti. Concede prestiti ma - ostensibilmente allo scopo di garantirsene il rimborso - spinge per delle precondizioni di politica economica interna, che sono sempre le stesse : riduzione del deficit pubblico con tagli alle spese sociali, alla sanità, alle pensioni ; divieto di influire sui prezzi, sui salari, sui cambi ; riduzione dei diritti e dei controlli sindacali ; abolizione di qualunque dazio sulle importazioni perché la ricetta dell’economia è - dice - la libera concorrenza interna ed estera. Non c’è la volontà di garantirsi il rimborso del prestito : c’è l’intenzione di scardinare ancora di più il Paese, di renderlo ancora più indifeso di fronte al commercio internazionale, là dove, guarda caso, dominano le Multinazionali americane. Poi ovviamente c’è qualcosa anche per le altre, dell’Europa e del Giappone, ma il grosso è americano garantito. Quale Paese infatti accetta condizioni capestro del genere, che lo immiseriscono senza scampo ? Solo le neocolonie americane ! Il sistema è solo per loro, che hanno un governo già acquiescente, per avere un’altra scusa per spremerle ancora di più. Poi il FMI fa anche prestiti a certi altri Paesi, ad esempio alla Russia, senza ottenere quelle precondizioni ; ma sono diversivi, sono l’attività di copertura. E quando queste neocolonie americane hanno - non giusto un governo fantoccio come di solito - ma un dittatore fantoccio, c’è l’occasione per una spremitura ancora più grande : per una truffa ! Lo schema è quello che si è già intuito. Il dittatore deve fingersi stravagante, megalomane ; in breve, matto. Egli deve accendere un prestito enorme presso il FMI, a nome del Paese, per realizzare faraonici progetti di sviluppo ; naturalmente accetta tutte le sue condizioni di politica interna. Questi progetti non sono mai realizzati, perché il dittatore - fingendo di rubare - deve trasbordare il grosso della somma su suoi conti all’estero, sempre presso banche americane o comunque controllate dagli americani ; alcune quote, per accontentare dei soci, possono essere sistemate presso altre banche, ad esempio in Gran Bretagna o Francia. Col rimanente il dittatore beneficherà sé stesso, elargirà tangenti ai suoi accoliti locali, e finanzierà effettivamente qualche impresa pubblica minore, che - si intende - vedrà come appaltatrici delle Multinazionali in maggioranza americane. Il prestito non deve mai essere restituito : è solo la sua esistenza a permettere la situazione. Devono invece essere pagati ogni anno gli interessi, per tenere il Paese in costanti difficoltà finanziarie, e perché sono soldi. La mancata restituzione del prestito non è certo un problema per il FMI : in realtà lui non l’ha mai fatto, perché le cifre stornate dal dittatore sono nelle sue banche, a sua disposizione ! Il gioco è fatto, e nelle intenzioni del FMI la cosa deve continuare così per sempre. Immaginate : senza praticamente tirare fuori un soldo, con un prestito fantasma a un dittatore " matto ", il FMI apre un Paese alle Multinazionali americane, incassa una rendita annua reale, chiamandola " interessi ", e vanta un credito reale anch’esso per l’intero importo del prestito fantasma ! Non sono straordinari questi americani ? La prova di tutto questo ? Si ha quando il dittatore viene rovesciato, un evento che può sempre capitare anche col più perfetto e protetto dittatore fantoccio filoamericano del mondo ( poi si rimedia, o con un altro dittatore o con un governo, sempre fantoccio certo ). L’uomo infatti si rifugia da qualche parte ma - guarda - fa sempre una vita non solo ritirata, ma anche MODESTA. Con le cifre di cui è l’accreditato possessore - 10, 20, 70 miliardi di dollari ! - potrebbe fondare imperi economici, comprare la Bank of America, e invece sembra un pensionato, se va bene in una villa, e i figli, se li ha, finiscono immancabilmente in miseria. Come mai ? Perché quelle cifre erano sì su conti intestati a lui, ma non erano realmente a sua disposizione : lui era solo un prestanome. E quando viene rovesciato non può certo incassare. Figuratevi se gli americani lasciano che certa gente, gente fatta da loro, si intaschi miliardi dei loro dollari. A proposito : l’Italia ha per caso " ottenuto " prestiti dal FMI ? Dite di si ? Guardate bene all’operazione allora, perché l’Italia non è la Russia. Anzi, è una neocolonia americana di prima grandezza.

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