sabato 10 agosto 2013

Terracciano risponde a Cresti

L'intervento che proponiamo di seguito è parte di un più ampio dibattito in corso sul sito del Centro Culturale Italicum sul tema: Le "appartenenze ideologiche" e le questioni politiche attuali


Doverosa risposta e precisazione ad Antonello Cresti

Ho letto con molto interesse lo scritto di Cresti a “Italicum”, in particolare “I felici paradossi di Carlo Terracciano”.
Ovviamente non posso condividere parte delle sue affermazioni nella precedente intervista di Luigi Tedeschi, ed in particolare quelle su Marx ed Evola.
Al contrario suo trovo oramai più superata l’analisi marxiana, relativa alla società industriale del nascente capitalismo ottocentesco, anche se alcune intuizioni furono certamente geniali ed ancor oggi applicabili. Quelle evoliane di Tradizione e Mondo moderno sono categorie aprioristiche atemporali che come tali si ripropongono in ogni epoca: una dicotomia essenziale ed esistenziale che rientra perfettamente nella concezione ciclica della Storia.
Ma non sono qui interessato ad un’analisi della filosofia evoliana e della visione che è poi quella delle tradizioni di tutti i popoli; Evola ha scritto centinaia di articoli e decine e decine di ponderosi tomi che basta andare a rileggersi.


Del resto se Cresti ha letto il mio “Rivolta contro il Mondialismo moderno” e sa bene come io intenda attuale ed attuabile il Tradizionalismo Rivoluzionario nel mondo della globalizzazione del XXI° secolo dell’Era Volgare.
Motivo per cui continuerò a scrivere Tradizione con la maiuscola…
Lascio anche al Cresti il giudizio sui miei “voli pindarici come l’idea fondante di un blocco eurasiatico [che] possono rievocare improbabili salti in avanti di illetterati radicali imbevuti di thiriartismo fuori tempo massimo”. (?!?) Questa non l’ho proprio capita, anche se ho un certo sospetto sugli obiettivi di cotanti strali.

Per quanto riguarda gli ambienti di destra, la “casa madre” ecc…evidentemente nel mio “Rivolta…” non sono stato abbastanza chiaro circa tutta la questione “fascismo”/ post-neofascismo. Me ne rammarico.
Comunque sia il 99% delle persone che conosco della mia area di provenienza rifiutano categoricamente la qualifica “di destra”; si possono definire Nazionalpopolari, Nazional Rivoluzionari, Nazionalcomunisti, Socialisti Nazionali (Nazionalsocialisti sarebbe politically incorrect), Eurasisti e Tradizionalisti Rivoluzionari, come il sottoscritto, ma non certo di destra.
Di destra è Fini, di destra sono la Mussolini e le sue “tre stampelle” (e anche loro direbbero di no).
Semmai è proprio Cresti che continua a definirsi di sinistra, pur con tutte le specificazioni del caso.
A mio modestissimo parere il vero superamento degli schemi mentali non è rappresentato dal mettere insieme uomini “di destra” e “di sinistra”, ma attuare sintesi rivoluzionarie e realmente alternative al Sistema ed al Regime OLTRE OGNI DEFINIZIONE del passato.
L’epoca dei Giacobini, dei Girondini, dei Montagnardi è passata da un pezzo, come lo è la Rivoluzione Francese; semmai quella che è sempre rimasta da allora in poi e ovunque è “la Palude”, il centro indifferenziato della borghesia alfine trionfante.
E poi credo che se un’Idea è giusta (e ovviamente CREDO nella giustezza delle mie idee che poi non sono mie ma quelle della Tradizione [proto, mi raccomando la maiuscola!] ) vada divulgata in qualsiasi ambiente. E non è certo colpa mia se gli unici a darmene l’opportunità sono quelli di una parte e non dell’altra.
Sono pronto sempre a esprimere le posizioni della Geopolitica o altro in qualsivoglia centro sociale o circolo culturale “di sinistra” che me ne offra la possibilità.

E qui veniamo al punto centrale della mia replica, quello che mi sta più a cuore: Campo Antimperialista, Iraq ecc…
Quando il Campo Antimperialista lanciò l’iniziativa della manifestazione pro Iraq, fui tra i primi a firmare il manifesto. Firma MAI PUBBLICATA.
Allora scrissi un e-mail al sig. Mazzei di Lucca riconfermando la mia piena adesione.
MAI RISPOSTO.
Nel frattempo scoppiava la polemica con Rifondazione, Manifesto, Indymedia ecc…
Gli organizzatori invece di rispondere per le rime che quella era una manifestazione per l’Iraq contro l’imperialismo USA aperta a tutti, si sono persi a giustificarsi dalle accuse, ricadendo nel solito trito discorso “fascismo-antifascismo” ed “io sono più comunista di te”, “vigiliamo contro gli infiltrati” ecc…ecc… [Ma che infiltrati sono quelli che si firmano con nome e cognome? Mistero…]
Forse ci sono differenze tra Pasquinelli e Mazzei, ma tantè; alfine si resta sempre nella “Casa Madre”.Alcuni poi, pur di esserci, si sono messi a fare degli autodafè personali che ritengo a dir poco patetici e disgustosamente privi di dignità. Altri vista la piega che stava prendendo la cosa si sono defilati…
E’ ovvio che poi erano gli organizzatori a stabilire chi è “fascio” e chi no !
Un paio di amici miei intervenuti comunque a Roma, sono stati allontanati gentilmente dalla sala “per non creare problemi con i compagni presenti”, e così via.

Insomma io credo che sia stata PERSA UNA GRANDE OCCASIONE per creare in Italia un qualcosa che, oltre la contingenza Iraq avrebbe potuto essere la grande novità della politica italiana da mezzo secolo a questa parte.
Quando ancora scrivevo per “Rosso e Nero” fui costretto ad andarmene perché non ero ….abbastanza stalinista !!! E il bello della faccenda era che tale accusa mi veniva mossa da chi fino al giorno prima stava insieme nel Fronte Nazionale n. 3 (quello di Tilgher).
Altro che “felici paradossi di Terracciano”!
Del resto si sa: i neofiti sono sempre i più fanatici, più papisti del Papa, proprio per dimostrare ai confratelli la (ri)trovata fede.
E pensare che oggi su “Comunitarismo” trovo espressi da Preve gli stessi concetti sul superamento d/s che cercavo di proporre io allora.
Se Preve lo scrive è “alternativo”, se lo scrive Terracciano è un provocatore infiltrato.
Sono da anni un ammiratore di Preve, Bontempelli, La Grassa (che ho pure citato nel libro in questione). E mi stanno pure simpatici gli “antimperialisti”, ma la differenza è che mentre gente come me, come Mutti, come Alessandra Colla o tanti altri non avrebbe assolutamente alcun problema a collaborare, a scrivere, a lottare insieme, ANCHE nella distinzione delle posizioni ideologiche, storiche, nella specificità delle “visioni del mondo”, NON E’ VERO IL CONTRARIO. E’ tutto qui il problema.
Chi allora il “dogmatico”, chi l’incapace di superare gli steccati?
O meglio: chi ha paura di confrontarsi nelle idee e nella prassi della lotta al Mondialismo, senza perdere la rassicurante protezione della “casa madre”, che altri hanno abbandonato da tempo immemorabile?
E si badi bene, qui non si chiedono conversioni forzate ed autodafè, ma iniziative concrete di lotta politica contro il Nemico del mondo. Quello insomma che definivo in “Rivolta…” : “Fronte unico con molte TRINCEE”.
Se poi invece il ragionamento è solo politico e di numero, per non perdere “compagni tutti d’un pezzo” per strada, il collegamento con i movimenti, vi posso assicurare che il calcolo è sbagliato: il numero di giovani e meno giovani pronti alla lotta per un mondo nuovo fuori dagli schematismi del secolo che fu sorprenderebbe molti.
Del resto il Campo Antimperialista è oramai “bollato, marcato” come ha dimostrato la recente trasmissione TV “Enigma”: i sionisti, non solo ebrei e non solo israeliani, quelli che fanno strisciare e balbettare anche Bertinotti, lo hanno messo nella lista nera.
Antisionisti = Antisemiti. E, per inciso, Evola e Marx (che pur era di origine ebraica) uniti nello stesso destino !!! Che ironia della Storia!
Che effetto fa “compagni” essere i cattivi di turno, stare alla sbarra e non tra i giudici nel tribunale dei vincitori?
Per noi almeno non è una novità, neanche personalmente parlando.

Concludendo, caro Crespi, se c’è qualcuno che deve “uscire dalla casa madre”. “abbandonare tentazioni barricadiere e biechi nostalgismi”, “superare la destra e la sinistra”, “PENSARE SIMULTANEAMENTE CIO’ CHE FINORA SI ERA PENSATO CONTRADDITORIAMENTE”, questo non è né il sottoscritto, né quell’area politica che lo conosce, lo legge, lo condivide (o meno).
E semmai, nella mia quasi quarantennale militanza politica, ho potuto constatare che l’apertura mentale dei “neri” (non tutti certo) verso il superamento degli steccati è di gran lunga superiore a quella dei “rossi” (quasi tutti). Questo senza richiedere rinnegamenti ed umilianti mea culpa, alla Fini per intenderci.
E senza neanche stare a fare il macabro conteggio dei morti per mano dei rispettivi “padri putativi”, visto che anche in questo l’imperialismo americano-cristiano-sionista non ha rivali né in “qualità” (sic) né in quantità; ché tutti hanno un bell’esempio scritto a cui ispirarsi, un libro, anzi IL LIBRO per eccellenza, cronaca mitofondante di stermini, etnocidi e genocidi di massa estesi ad animali e piante.
Una realtà che ancor oggi abbiamo sotto gli occhi e che tuttavia impallidirà rispetto a quelli che ancora devono venire.
E se qualcuno mai ci chiederà domani noi cosa abbiamo fatto, cosa risponderemo?
Che eravamo impegnati a discettare se Tradizione si scrive con la maiuscola o la minuscola?

Con stima immutata, tuo

Carlo Terracciano



P.S.
Visto che ho passato da tempo il mezzo secolo e facevo politica quando non eri ancora neanche nei pensieri di mamma e papà, voglio darti un buon consiglio, dato che non posso più dare i…cattivi esempi passati: resta pure “di sinistra” e fatti pure “verde”, ma soprattutto, evolianamente, non ILLUDERTI troppo per poi DE-LUDERTI amaramente.
Qualcuno disse che è facile essere “rivoluzionari” a vent’anni, ma…ma ne riparliamo tra venti!

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