“L’ Impero del Bene” e i suoi piani per il futuro del mondo
“L’esercito americano è il miglior amico
degli indiani”- Generale Caster
Nel 1996 il grande storico inglese David Irving scrisse “Nuremberg, the last battle”, ora disponibile anche in italiano per le edizioni Settimo Sigillo col titolo “Norimberga ultima battaglia”. Oltre a descrivere, documentatissimo come al solito, la cronaca del processo ai vinti della II Guerra Mondiale da parte dei vincitori, i retroscena, gli interrogatori, le torture, l’occultamento di documenti fino all’infame epilogo delle condanne a morte per impiccagione, la tesi fondamentale del libro è che tutti i crimini di cui venivano incolpati i tedeschi erano stati ed erano a loro volta commessi da americani e russi, inglesi e francesi: “…intere popolazioni bombardate, assassinate, brutalizzate, assoggettate, deportate o messe in schiavitù, nazioni neutrali invase con l’inganno o con qualche pretesto, convenzioni internazionali ripetutamente violate".
Un milione di soldati tedeschi internati morirono nei campi americani e francesi, che nulla ebbero da imparare dai russi in fatto di brutalità e deliberato sterminio. Sono passati quasi sessanta anni ed è con profondo turbamento, con orrore che oggi constatiamo come nulla sia cambiato nel comportamento degli odierni vincitori, in particolare per quanto concerne la superpotenza egemone mondiale rimasta dopo il crollo dell’URSS, gli Stati Uniti d’America, con il suo codazzo di alleati di ieri e di oggi, dall’Inghilterra ad Israele. Mentre quel circo mediatico della vendetta e del sovvertimento del Diritto Internazionale rappresentato dal Tribunale Internazionale dell’Aja conduce le nuove vendette postume sui vinti di ieri e di oggi per conto di Washington (salvo “staccare la spina” quando l’imputato Milosevic denuncia l’illegalità del procedimento e i crimini dei suoi nemici-testimoni d’accusa), gli Stati Uniti continuano a macchiarsi di ogni efferatezza, di ogni delitto, di ogni crimine e genocidio previsto dalle leggi internazionali. L’Amministrazione Bush, utilizzando il “provvidenziale” attacco a New York dell’11 settembre 2001 (e i cui retroscena pian piano emergono alla luce inchiodando proprio lui e i suoi uomini alla responsabilità per quei morti), ha scatenato una guerra d’aggressione nel mondo intero. La potenza militare americana, la connivenza di governi intimoriti e ricattati, in primis quello di una Russia passata da “impero del Male” a succube e autolesionista complice di second’ordine, l’umiliante sudditanza delle Nazioni Unite, l’arroganza sionista del boia Sharon, tutto concorre a far credere all’America che ogni suo atto criminale e contrario alla civile convivenza internazionale resterà impunito. Una satanica arroganza che invece, ne siamo assolutamente certi e facili profeti, condurrà il popolo americano, gli Stati Uniti stessi al disastro in meno tempo di quanto si creda. Il documento che segue, il testo integrale della cosiddetta “Dottrina Bush”, in realtà frutto dello staff militar-industriale che ha supportato l’ascesa al potere del padre e del figlio, va letto con la massima attenzione per almeno due motivi principali: l’ASSOLUTA IPOCRISIA retorica della sua ideologia di fondo e IL VELENO che si cela tra le righe, e talvolta scopertamente traspare. “Libertà”, “democrazia”, “diritti umani”, “libero commercio”, “equità”, “giustizia”, “garanzie per minoranze etniche, religiose, politiche” sono parole e parole che si susseguono in ogni pagina, quasi ad ogni capitolo, mentre la mente del lettore corre alle notizie di cronaca internazionale che quotidianamente le smentiscono nel loro contrario. Perché in realtà, quello che si intende con esse è che il loro valore è rapportabile SOLTANTO all’interesse geostrategico, economico, politico e militare degli Stati Uniti stessi, in quanto sede privilegiata e bastione armato delle lobby internazionali economiche, politiche e religiose che possiamo collettivamente definire MONDIALISMO. Secondo il manicheismo biblico americano, se il XX secolo fu “diviso da una straordinaria lotta per gli ideali: visioni totalitarie e distruttive contro libertà ed eguaglianza”, oggi “la strategia statunitense per la sicurezza nazionale sarà basata su di un internazionalismo squisitamente americano che rifletta l’unione dei nostri valori e dei nostri interessi nazionali”. Più chiari di così… Il resto del mondo è avvertito. Loro sono “l’Impero del Bene”, della libertà (di fare quel che vogliono) e della democrazia (sempre per americani, o meglio per la ristretta cerchia di oligarchi mondialisti: insomma una plutocrazia); chi si adegua può avere un ruolo di servo nella casa del padrone, per chi non si adegua o peggio osa opporsi fame e infamia, ferro e fuoco. Atomico se non basta. E per dare una continuità anche ideale alla lotta americana all’Eurasia e al mondo è stato rispolverato persino il concetto di “Asse del Male” che riunisce il riferimento alle potenze dell’Asse della II Guerra Mondiale e l’impero del Male sovietico nella “III Guerra Mondiale”, la Guerra Fredda, che ha portato la Russia alla disintegrazione. E se dio ha dato agli USA la vittoria in entrambe i casi è evidente il Destino Manifesto che vuole la Nuova Israele estesa dall’Atlantico al Pacifico dominare su tutto il pianeta. La vera Israele ha invece il ruolo “della coda che muove il cane”. La lotta al terrorismo è globale, afferma il documento, ed in quanto tale non c’è limite territoriale e continentale all’intervento militare e poliziesco degli USA. E quando i singoli governi, pur alleati e succubi, tentennano o non sono all’altezza del compito loro imposto “sopperiremo noi alla forza di volontà e alle risorse mancanti”. Con le nuove regole approvate da tutto il Congresso americano, le stesse leggi di garanzia dei diritti vengono da una parte annullate per i nemici catturati (es: rapimento, uccisione segreta, processi segreti davanti a tribunali militari senza difesa e comminanti la pena di morte), dall’altra estesi nel tempo e nello spazio, cioè retroattivamente e scavalcando le legislazioni di tutti gli “stati sovrani” della Terra. A confronto della Dottrina Bush di intervento, anche il processo di Norimberga e quelli dell’Aja sembrano quasi il massimo del Diritto e della legalità. Infatti si teorizza a chiare lettere la “legittimità dell’attacco preventivo [a prescindere dalla] esistenza di una minaccia imminente, anche di “moderata entità alla nostra sicurezza nazionale”. Insomma: decidiamo noi chi e quando è pericoloso e come e dove attaccarlo! Ma dove il documento Bush raggiunge gli apici dell’assurdo, del grottesco, è nella definizione dei cosiddetti “stati canaglia”. E’ una rappresentazione farsesca dell’avversario demonizzato che sarebbe anche comica proprio se confrontata con l’America e la sua politica interna ed estera, se non fosse invece tragica per le conseguenze che ha avuto, ha ed avrà sui popoli vittime dell’american way of life. Gli “stati canaglia” “abbrutiscono il proprio popolo e sperperano le proprie risorse nazionali nell’interesse personale dei governanti”! “non mostrano alcun riguardo per il diritto internazionale, minacciano gli stati confinanti e violano gravemente i trattati internazionali di cui sono contraenti” !! “sono decisi ad acquisire armi di distruzione di massa, oltre ad altre tecnologie militari d’avanguardia, per usarle a scopo di minaccia o di offesa nel perseguimento dei disegni aggressivi dei propri regimi” !!! “sostengono il terrorismo su scala globale” !!!! infine “rifiutano i valori umani basilari e ODIANO GLI STATI UNITI PER TUTTO CIO’ CHE ESSI RAPPRESENTANO” [chissà perché!?- nota nostra] e… !!!!! punti esclamativi ad libitum… Non sappiamo se chi ha scritto per Bush queste righe abbia un sottile senso dell’humor o sia veramente convinto di simili paranoie. Una cosa è certa: OGNI PAROLA DI QUESTA DESCRIZIONE SI ATTAGLIA PERFETTAMENTE ED IN TOTO AGLI STATI UNITI D’AMERICA, l’unico, vero, completo STATO CANAGLIA del mondo, l’Impero del Male, del sopruso, della menzogna elevata ad arte di dominio, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, del popolo sui popoli, del genocidio ed etnocidio pianificati con decenni d’anticipo. Per quanto poi riguarda il mondo islamico oggi sotto attacco (e già si pensa alla Cina) le ultime pagine sono agghiaccianti: “La guerra al terrorismo non è uno scontro di civiltà. Rivela tuttavia lo scontro all’interno di una civiltà, una battaglia per il futuro del mondo mussulmano”. E saranno ovviamente gli USA a decidere chi è il “mussulmano buono” e chi no. Il primo passo per l’omologazione o l’annientamento. Non siamo ancora alle teorizzazioni del generale dai “lunghi capelli biondi” e delle “giacche blu” sull’ indiano buono/indiano morto, ma poco ci manca. E poi, in fondo, Caster non aveva proclamato l’esercito yankee “il miglior amico degli indiani”? La caccia all’ “islamico cattivo” secondo i parametri americani e sionisti è in atto da tempo in tutto il mondo. Ed in atto è il clima di linciaggio in nome della “difesa della civiltà occidentale e cristiana” dal terrorismo. A tale scopo, per scendere nel piccolo e nel volgare, vengono utilizzati persino microgruppuscoli di estremisti di destra, fanatici religiosi, per aizzare lo scontro tra le religioni e i popoli dell’Eurasia. Certe recenti violenze letterarie (valga per tutte il caso Fallaci, ma anche gli scritti di certa “nuova”destra reazionaria francese) o più teppisticamente fisiche (aggressioni e pestaggi di esponenti islamici in…diretta TV) non sono che la traduzione in piccolo, a livello di feccia nazionale oggettivamente strumentalizzata , della strategia globale della Dottrina Bush. Sotto il velo ipocrita della lotta al terrorismo e agli stati canaglia il presente documento rappresenta il programma esplicito del terrorismo internazionale del Superstato canaglia per antonomasia: gli Stati Uniti d’America. E’ quindi doveroso conoscerlo, ma anche utile per il futuro: quando cioè il mondo si sarà liberato di questi criminali internazionali e potrà finalmente trascinarli al Tribunale dei Popoli e della Storia, avendo in mano il documento scritto e firmato delle loro malefatte, del loro progetto folle e sanguinario di dominio globale. degli indiani”- Generale Caster
Nel 1996 il grande storico inglese David Irving scrisse “Nuremberg, the last battle”, ora disponibile anche in italiano per le edizioni Settimo Sigillo col titolo “Norimberga ultima battaglia”. Oltre a descrivere, documentatissimo come al solito, la cronaca del processo ai vinti della II Guerra Mondiale da parte dei vincitori, i retroscena, gli interrogatori, le torture, l’occultamento di documenti fino all’infame epilogo delle condanne a morte per impiccagione, la tesi fondamentale del libro è che tutti i crimini di cui venivano incolpati i tedeschi erano stati ed erano a loro volta commessi da americani e russi, inglesi e francesi: “…intere popolazioni bombardate, assassinate, brutalizzate, assoggettate, deportate o messe in schiavitù, nazioni neutrali invase con l’inganno o con qualche pretesto, convenzioni internazionali ripetutamente violate".
Carlo Terracciano
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