giovedì 6 agosto 2020

L'Obiettivo (Karl Otto Paetel)

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La Germania deve lottare oggi per la libertà dei suoi figli nati schiavi, per una casa futura per i suoi senzatetto, per le future generazioni senza speranza.

Ma non solo quello. In territorio tedesco prenderà forma la visione del nostro secolo. Qui deve essere dimostrato il principio formale di Mitteleuropa [un blocco che è distinto dalle forze occidentali e l’impero russo ndr]. La lotta per la sovranità delle terre tedesche deciderà la lotta per il futuro dell'Europa, l'ascesa o la caduta dell'Occidente. Nei cuori tedeschi e nelle menti tedesche oggi le forze dell'Est stanno già contorcendo i principi del pensiero occidentale. La soluzione dovrà essere: trovare il proprio principio.

Nel corpo del popolo tedesco [deutschen Volkskörper], all'interno dei territori tedeschi, la battaglia decisiva sarà combattuta tra l'economia mercantilista mondiale e lo stato socialista. Qui si adempirà la lotta di classe tra dinamismo proletario e autosufficienza borghese (1).

Il compito che attende la giovane generazione dei tedeschi è quello di decenni. Risolverlo significa dare un nuovo significato creativo a quel vecchio concetto abusato della missione mondiale imperiale tedesca (2); che al terzo tentativo (l'espressione di Moeller van den Bruck porta già questo significato) la costruzione della nazione tedesca - che non ebbe successo nell'Ottonenreich e nello Staufferreich, così come nel Reich bismarkiano -, diventerà una realtà.


Abbandonare questo compito significa giocare d'azzardo con il futuro dell’Eterna Germania, portando la “svizzerizzazione” [società multietnica, minoranze etniche con differenti lingue e culture, senza sentimento nazionale ndr] del Volk tedesco nella sua fase finale.

Il nome del compito è: diventare una nazione. (3)

Il suo garante si chiama socialismo.

Il percorso: rivoluzione.

Solo quelli chiamati a questo compito dall'interno capiranno di cosa si tratta, da soli e soprattutto: per aprire la porta al domani per un Volk proletarizzato; rompere tutti i suoi legami - caos, avversità, vittimismo, classe, proprietà, promesse di felicità personale - affinché la realtà per il popolo tedesco sia: 

La nazione come valore più alto.



Primo punto del Manifesto Nazional Bolscevico scritto da Karl Otto Paetel nel 1933


Note:

1) Ciò non ha nulla a che fare con le fantasie sfocate sul "Reich" nello stile del romanticismo del Movimento Giovanile o con gli esercizi intellettuali degli ideologi della "Mitteleuropa" - che entrambi oggi scivolano nell'idealismo

2) Anche Lenin dice in “Estremismo malattia infantile del comunismo”: "Sarebbe, ovviamente, gravemente errato esagerare questa verità ed estenderla oltre certe caratteristiche fondamentali della nostra rivoluzione. Sarebbe anche errato perdere di vista il fatto che, subito dopo la vittoria della rivoluzione proletaria in almeno uno dei paesi avanzati, si verificherà probabilmente un netto cambiamento: la Russia cesserà di essere il modello e tornerà ad essere un paese arretrato (nel senso "sovietico" e socialista)".

3) Il travisamento popolare dei concetti di Razza- Popolo - Nazione deve finalmente essere abbandonato. Il Volk nacque da elementi razziali e altri elementi indiscernibili. La Nazione, come forma storica di questo fatto biologico che emerge nella coscienza dei compagni popolari [Volksgenossen], deve ancora sorgere in Germania; il compito del socialismo è quello di creare una Nazione dalla massa e dalla "popolazione" del Volk, o, come direbbe Hegel, affinché il "popolo in se stesso" diventi il "popolo per se stesso". C'è quindi qualcosa di inadeguato nella definizione data da Bortoletto (Fascismo e nazione, Amburgo): “La nazione è un concetto storico e biologico, è un'entità unificata, duratura e indivisibile di esistenza perfetta, un corpo sociale o politico veramente autonomo “.

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