martedì 4 agosto 2020

Una visione Nazional Bolscevica (Karl O. Paetel)

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Capitolo introduttivo del Manifesto Nazional Bolscevico scritto da Karl Otto Paetel nel 1933

“Non spingiamo oltre la Rivoluzione, ma piuttosto le idee dormienti al suo interno che essa stessa non capisce. Vogliamo combinare idee rivoluzionarie con le idee conservatrici che si stanno ristabilendo eternamente, per renderle conservatrici-rivoluzionarie, in modo da poter raggiungere un insieme di condizioni in cui possiamo sperare di vivere di nuovo..."

Queste semplici frasi di Moeller van den Bruck dovrebbero essere utili a queste pagine. - Anche dove vanno oltre. Nessuna "confutazione" di alcun "ismo", nessun lavoro accademico. - Solo nella netta distinzione dei fronti - comprensione di sé - per una razza giovane che vuole ad ogni costo:


"Una Germania libera!
Anche se questo prezzo significa:
Rompere con ieri!
Quindi innalza quella sporca frase:
"Bolscevichi nazionali!"

Karl O. Paetel

“Non c'è Reich tedesco, non c'è governo tedesco, non c'è rappresentanza tedesca, c'è solo una colonia dell'Intesa. Siamo nativi di una colonia. Questa è l'intera verità crudele e inesorabile, con la quale bisogna fare la pace mentale prima di pensare al futuro."

(Da "Vörwarts" del 15 maggio 1919.)

VISIONE

La bandiera rossa sventola sulla Cattedrale di Colonia.
Rivoluzione sulla Germania.
Radiogramma da Berlino:

“Al popolo tedesco!
La terra e il suolo appartengono alla nazione.
I mezzi di produzione sono socializzati.
Vengono annunciate le elezioni al Congresso del Consiglio.
I verdetti della Corte popolare su tutti i nemici della Patria socialista, tutti i responsabili del vecchio regime vengono arrestati.
Il trattato di Versailles è considerato fatto a pezzi.
La Grande Germania è socialista!
Gli stati-banditi imperialisti si stanno avvicinando. Il Reno deve essere tenuto in ogni circostanza, l'attacco deve essere avviato!"

Lunghe colonne, nero su nero, attraversano i ponti sul Reno.
Il canto suona.
Le bandiere ondeggiano al ritmo dei piedi in marcia.

Colonne di operai, fucili in spalla; in mezzo a loro bandiere con la falce e il martello. Le schiere della Marsigliese - - "La Patria è in pericolo!" - - A poca distanza dietro di loro arrivano figure aerodinamiche in camicie brune, sopra la testa lo stendardo rosso della svastica, e sopra quello uno stendardo rosso con i simboli del lavoro, i bracciali coperti per metà da strisce rosse.

Una nuova colonna, grigio su grigio, truppe senza fine dello Stahlhelm dietro le bandiere di guerra della Grande Guerra del 1914-1918, anche le loro bandiere ornate con lo stendardo rosso della rivolta rivoluzionaria e, oltre, le formazioni contadine.

E luminosa, sopra tutte le bandiere, sopra le bandiere rosse, nere-bianche-rosse e nere, alza le sue ali, l'aquila nera della Prussia!

Il canto ruggisce attraverso le colonne dell'esercito e il coro diventa sempre più forte, e tutte le truppe si alzano in piedi, formazioni grigie, brune e rosse iniziano:

"Al Reno, al Reno,
Verso il Reno tedesco,
Vogliamo essere tutti guardiani!

E suona un grido:

Lunga vita al socialismo!
Portiamo le bandiere rosse sotto l'aquila tedesca in Francia!
Avanti!

La voce si interrompe. -
Marciano solo le masse.
Senza fine.
Con bandiere diverse, in abiti diversi, allo stesso passo.
Marciano nel territorio nemico. Libertà repressa, portano la punizione del Signore per una vita di umana schiavitù.


Questa è la porta per il domani.
La strada per farlo?
La strada siamo noi!

Primo capitolo del "The National Bolshevist Manifesto" di Karl O. Paetel, 1933

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