lunedì 5 ottobre 2020

L'errore del fascismo (Karl Otto Paetel)

Paetel, Germania, nazionalsocialismo, fascismo, marxismo, nazbol, nazional bolscevico, bolscevismo nazionale

La disastrosa e mal interpretata missione storica di ciò che giustamente avrebbe potuto essere chiamato “nazionalsocialismo” * può già essere vista nei primi mesi di lavoro del partito hitleriano nel 1919, in cui i risentimenti anti-statalisti contro Berlino (che sono praticamente un filosofia di vita al di là della “Main line” †, dove si preferisce guardare a Roma piuttosto che alla terra del “Prussian Gau”) sono stati sottolineati da un pronunciato errore storico, errore che ha definitivamente respinto il carattere della "rivolta germanica" contro Parigi.

Nel momento in cui solo coloro che erano sotto il giogo di Versailles erano in grado di fare la storia, lo slogan della ribellione contro Versailles fu integrato dallo slogan di politica interna "Contro il marxismo", evitando la volontà di schierarsi, in nome del partito, dalla parte degli indigenti, i senzatetto, i senza patria, al fine di creare per loro una patria (17) attraverso un cambiamento radicale nella vita sociale ed economica. Dopo aver realizzato che la richiesta del momento era "Tramite il socialismo verso la nazione", il calcolo della borghesia proprietaria fascista divenne: "Batti il marxismo - ed elimini la distruttiva stratificazione di classe!"


Quindi il principio a cui si è impegnato il NSDAP era falso fin dall'inizio, ciò condanna al fallimento ogni tentativo di rinascita del suo spirito che riafferma lo stesso principio.

Uno sguardo allo sviluppo del fascismo italiano dimostra l'inevitabile e obbligatoria legittimità di una tale posizione di lotta. Negli ultimi mesi il Dr. K.A. Wittfogelfu inequivocabilmente in grado di dimostrare, sulla base di vecchi testi ideologici (18), che i primi programmi fascisti avevano un carattere socialista completamente rivoluzionario, grosso modo equivalente all'USPD tedesco. Finché i Fascios hanno tenuto fede a queste richieste, sono rimasti semplicemente una delle tante associazioni di turbolenti combattenti in prima linea. Al momento però - proprio come accadde in Germania nel 1919 - in cui la borghesia, minacciata dall'"ondata bolscevica", riconobbe la possibilità di schierare queste forze militanti per la propria sicurezza, il fascismo emerse teoricamente e praticamente come forza anti-marxista e ha assunto senza ambiguità una funzione sociale come organizzazione di sicurezza per l'establishment.

Come il primo maggio quando le cellule dei ferrovieri fascisti resero impossibile per la prima volta in Italia uno sciopero generale; o quando le leghe combattenti fasciste, con l'appoggio clandestino del governo, liquidarono l'occupazione sindacalista delle fabbriche; così Mussolini, ignorando completamente i vecchi punti radicali del suo programma, aveva creato le condizioni psicologiche perché le forze anti-bolsceviche aprissero più o meno volentieri la strada alla creazione di "Pace e ordine".

Fonte:
Dal Manifesto Nazional Bolscevico scritto da Karl Otto Paetel nel 1933

Note:

17) Moeller van den Bruck put it perfectly in The Third Reich [“Das dritte Reich”] (Hanseatic Publishing House, Hamburg): “It is intolerable that the nation should have permanently under its feet a proletariat that shares its speech, its history and its fate, without forming an integral part of it… The younger proletarians are already beginning to prick up their ears when they hear talk of a country of their fathers which the sons must conquer if it is to become the possession of their children.” Bebel too formulated it well at the 1907 ‘International Socialist Congress in Stuttgart’: “What we are fighting is not the Fatherland itself, which belongs to the proletariat far more than to the ruling classes, but the conditions which prevail in the Fatherland in the interests of the ruling classes.” And even Bismarck recognized this very well. In all his political speeches we see again and again the need to defend himself against the reproach of “State Socialism.”

18) Der Rote Aufbau, 1932, Nr. 16.

Note del traduttore inglese: 

* ‘national-socialism’ – In German the term ‘National Socialism’, i.e. the ideology of National Socialism as championed by the NSDAP, is written as a single word: ‘Nationalsozialismus’. Paetel in the German very deliberately uses in this sentence a two-word alternative instead, ‘Nationaler Sozialismus’. Both have the exact same translation in English, but the different ways they are written conveys a different sense of meaning – Paetel here is drawing a clear distinction between the concept of a ‘national-socialism’ (which he obviously approves of) and the formal ideology of National Socialism as propagated by the NSDAP. To make Paetel’s distinction clearer, I have written the term in a slightly different style.

The ‘Main line’ (‘Mainlinie’) is the line between North and South Germany, which historically demarcated the political spheres of influence of Austria and Prussia within the old German Confederation. By the time of Paetel’s writing the term was used to refer to the division of political, cultural, religious, etc. differences between the North of the country (dominated by Prussia) and the South (dominated by Bavaria). Paetel’s remark that those in the South “preferred to look to Rome” is a reference to Bavaria’s Catholicism, a religion seen by some radical nationalists as a foreign imposition (sometimes referred to as “the Black International”, as opposed to the “Red International” of Marxism and the “Gold International” of capitalism) with an alleged pernicious, centralizing, authoritarian political and cultural impact.

Karl August Wittfogel was a playwright, sociologist and Sinologist, and one of the Communist Party of Germany’s more prominent intellectual figures. He was a frequent contributor on cultural issues to a number of Marxist journals, and was the author of several successful, socialist-themed expressionist plays. Wittfogel was considered an expert on China, a nation he spent much time in as a researcher; his experiences in China in part influenced his eventual break with communism around 1939-40. By the Cold War period he had become stridently anti-communist.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta cameragno!