Inseriamo il documento del Movimento Eurasia russo, dei primi anni duemila. Ci pare interessante anche come archivio di ricerca per i vari documenti prodotti in quegli anni.
Siamo entrati nel XXI secolo in un mondo conflittuale, complesso e contraddittorio, un mondo che vede non già la “fine della storia”, bensì la fine del suo tradizionale modello interpretativo. La confusione non riguarda soltanto noi Russi, ma tutti i popoli della terra, al di là di nostri confini. Risentiamo da tempo di un vuoto di visione del mondo, di ideologia. Di fronte a qualsiasi processo storico, a qualsiasi evento, talora spiacevole, grave e doloroso – quale ad esempio una guerra – alla gente manca quella base di speranza che può essere offerta soltanto da una adeguata spiegazione di quanto accade...
Ogni uomo, a prescindere dall’esistenza o meno di una sua inclinazione per la filosofia, deve comunque possedere una qualche rappresentazione complessiva del mondo e di quanto in esso avviene.
Per molto tempo delle rappresentazioni semplificate, degli schemi – nel senso positivo del termine – hanno assolto a questo compito di spiegazione per la gente comune, per la maggioranza. Le loro fonti sono state le tradizionali ideologie, ed in particolare le due che nel corso del XX secolo hanno avuto il più ampio sviluppo: quella capitalista, liberal-democratica, e quella sovietica, socialista. Ciascuna a modo suo, entrambe queste ideologie hanno fornito a quasi ogni essere umano su questo pianeta, in maggiore o minore misura, una spiegazione del mondo, una logica dei processi sociali, e con esse la base per una certa possibilità di scelta.
Oggi la visione socialista del mondo è stata sconfitta, il mondo bipolare è crollato: questa è una realtà oggettiva. Ma per molti versi il modello occidentale, liberal-capitalista non era atto ad interpretare la caduta del blocco socialista, il crollo della visione del mondo sovietica. In questo senso, tutto ciò che l’Occidente ha saputo offrire ai paesi che hanno respinto il modello sovietico è stata l’esportazione su scala crescente delle formule primitive del modello liberal-democratico. Molti nostri dirigenti politici – chi ingenuamente, chi persino con secondi fini non certo innocenti – si sono affrettati a copiare, ad imitare anche solo formalmente il modello occidentale ed applicarlo alla realtà russa, sovietica e post-sovietica. Tutto questo ha ci ha recato soltanto crisi, collasso, divisione, e nulla di buono.
Esiste tuttavia un’ideologia che ci consente immediatamente di avviare quel processo di comprensione di quanto avviene nel nostro paese, e di qualificare quegli importanti processi di portata mondiale che si svolgono nel nostro paese ed oltre i suoi confini: ed è la teoria dell’Eurasismo.
Nata nei circoli intellettuali russi in esilio, la dottrina eurasista (dopo i primi tentativi di affermarsi quale seria forza politica) non è riuscita a diventare l’ideologia ufficiale dell’Unione Sovietica. Molti anni dovettero passare, affinché quella che veniva ritenuta l’ultima parola del pensiero sociale, il marxismo dogmatico, dimostrasse la sua inconsistenza. Ed allora sorse nuovamente all’orizzonte la luce del pensiero eurasista.
Il movimento politico-sociale panrusso EURASIA ha fatto recentemente la sua comparsa in scena, in qualità di struttura culturale e sociale schierata al fianco del presidente Putin. Il movimento si fonda sui princìpi dell’eurasisimo, dell’armonia interconfessionale, del federalismo eurasiatico, del patriottismo e della giustizia sociale, della continuità storica e geopolitica fra le diverse forme storiche della statualità russa – dalla Russia di Kiev, attraverso la Russia Moscovita e Pietroburghese, fino alla Russia sovietica e democratica. Il 21 aprile 2001 a Mosca si è tenuto il Congresso di fondazione del movimento EURASIA. Dirigente del movimento è Aleksandr Dugin, direttore del Centro di Analisi Geopolitica (ente consultivo per le questioni della sicurezza nazionale), consigliere della Presidenza della Duma di Stato, fondatore della scuola russa geopolitica contemporeanea e costrutture della teoria neoeurasista, studioso, filosofo, autore di numerosi libri pubblicati in Russia e all’estero. Secondo le sue stesse parole, lo scopo primo del movimento si colloca al livello della visione del mondo: la diffusione dell’idea eurasista in seno alla società. Per Dugin «l’eurasismo è precisamente quell’idea nazionale che unisce gli interessi di tutte le etnie, culture e popolazioni della Russia».
La stampa ha fatto correre sul conto del nuovo movimento le voci più disparate – si è detto che la sua creazione è stata finanziata dai servizi segreti, si è parlato di un nuovo progetto del celebre giornalista e politologo Gleb Pavlovsky, si è detto che il nuovo movimento, in sostanza, prendeva il posto del ministero per gli affari esteri. In questo senso, riteniamo necessario offrire un breve excursus della storia del movimento eurasista contemporaneo, presentarne le figure principali, delinearne la prospettiva.
All'inizio degli anni '90, il redattore capo della rivista «Elementi. Rassegna eurasista», Aleksandr Dugin, insieme con un gruppo di intellettuali pertecipi delle medesime idee, poneva i fondamenti della rinascita dell'ideologia eurasista nelle nuove condizioni. E’ quanto si è convenuto di definire come neoeurasismo.
All'interno di questo gruppo viene sviluppata la tradizione eurasista, vengono attinti nuovi elementi strutturali dai campi della sociologia, della dottrina religiosa, della cultura, vengono aggiunte le componenti fondamentali della geopolitica e della filosofia del tradizionalismo, ma al tempo stesso si collabora attivamente alla diffusione delle opere degli eurasisti della prima generazione – Trubetskoy, Savitsky, Alekseev (i lavori di Lev Nikolaevic Gumilev a quel tempo erano già divenuti dei best-seller).
Vengono stabiliti contati con ambienti di analogo orientamento intellettuale in Europa. A Mosca giungono in visita filosofi, geopolitici, politologi di indirizzo eurasista – Alain de Benoist, Robert Steuckers, Claudio Mutti, Carlo Terracciano, Marco Battarra, Jean Thiriart. «Il futuro della Russia quale potenza statale eurasiatica non rappresenta un compito interno dei Russi – si affermò allora – da esso dipende infatti il futuro dell’umanità intera». Venivano gettate le fondamenta della “internazionale eurasista”...
Nel 1997 esce il “catechismo” eurasista – il fondamentale lavoro di Aleksandr Dugin Fondamenti di geopolitica (oggi già alla quarta edizione), che concentra in forma scritta un apparato concettuale capace di opporre all’aggressione del polo atlantista una risposta adeguata, nei termini di un nuovo, gigantesco Stato Eurasiatico (costruito attorno alla Russia) con una sua propria strategia planetaria di tipo continentale.
A prezzo di un’incredibile violenza contro la logica stessa della storia, contro il processo obiettivo di sviluppo del pensiero sociale della Russia – attraverso il cannoneggiamento del Parlamento, il massacro nel centro di Mosca, il rigido monopolio delle fonti di informazione, la riduzione del potere rappresentativo a misero elemento decorativo – il regime di Eltsin riuscì per qualche tempo a frenare il naturale processo di rinascita della Russia verso il suo cammino eurasista predestinato dalla geografia, dalla religione, dalla psicologia e dalla cultura.
Ma nella difficilissima situazione politica successiva al putsch di Eltsin, un progetto di opposizione su scala di massa non era più possibile. La dottrina eurasista, pur non trovando adeguata espressione nelle forze politiche reali, nondimeno conquistò gradualmente le menti degli individui più attenti, che tentavano di comprendere l’evoluzione in atto. All’eurasismo si rivolsero intellettuali, giovani, studenti, uomini d’affari, uomini politici, e un settore via via crescente dell’elite di governo.
Un numero sempre maggiore di cittadini russi giunsero a riconoscere con chiarezza che l’eurasismo è il nostro codice di visione del mondo, il linguaggio operativo della nostra storia e cultura, il paradigma della nostra strategia continentale, il complesso di idee prodotto dalla stessa collocazione geografica, dalla mentalità popolare e dal destino storico della Russia – e non un astratto gioco intellettuale di studiosi da laboratorio.
Nella rivista Elementi, nelle pagine dei principali quotidiani, nei corsi della Nuova Università fondata da Dugin, in centinaia di lezioni e conferenze di fronte al pubblico più diverso – dagli esponenti dell’Accademia militare ai circoli di fabbrica – Aleksandr Dugin precisava i dettagli della dottrina eurasista, forniva consulenza ad esponenti di primo piano del potere legislativo ed esecutivo, a dirigenti di alto rango dei ministeri e uffici della difesa e delle forze armate, ai rappresentanti del mondo imprenditoriale su scala nazionale. Veniva creato il Centro di Analisi Geopolitica nell’ambito del consiglio consultivo per le questioni della sicurezza nazionale della Presidenza della Duma statale. Nel libro La nostra via dall’eurasismo venivano ricavati i principali postulati dell’Idea Nazionale. La nostra via divenne una sorta di breviario per l’élite russa, l’esposizione per tesi della strategia nazionale della Russia. Un numero sempre maggiore di persone comprendeva che la Russia avrebbe potuto resistere soltanto avanzando lungo la propria, peculiare strada, e che era necessario pensare con la propria testa, pensare molto avanti, delineare una strategia ed un progetto di sviluppo nazionale e attivamente, instancabilmente lavorare alla sua concretizzazione nella vita. L’effimero, il temporaneo non bastano più, sorge l’esigenza di qualcosa di più fondamentale. In una parola, il tempo dell’eurasismo è giunto...
Le tesi eurasiste diventavano un attributo indispensabile dei programmi di ogni partito, quale che fossero le rispettive ambizioni elettorali. Un nuovo corso in politica estera, nella sfera della sicurezza dell’informazione, nei processi di integrazione nell’ambito della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), implica che la nuova dirigenza russa gradualmente (e non senza oscillazioni e contraddizioni) si sbarazzi delle conseguenze distruttive e criminali dell’atlantismo. E’ fondato ritenere che questo processo sia irreversibile, perché il paese e il popolo semplicemente non tollererebbero un ulteriore avvitamento nel senso delle riforme occidentali.
Nella situazione che va configurandosi oggi, gli eurasisti si trovano ovunque. Studenti e insegnanti, militari, uomini d’affari dall’orientamento patriottico, avanguardie giovanili, ampi strati della comunità Ortodossa, giornalisti, semplici cittadini, dall’esempio della Serbia, paese fratello, hanno compreso quell’incubo che per il mondo rappresenta il “nuovo ordine mondiale” che ha il suo centro in Occidente. Esponente dell’eurasismo è il Supremo Mufti di Russia, dirigente del Governo Sprituale Centrale dei Musumani, sceicco Talgat Tadjuddin; le idee eurasiste sono popolarissime in Tatarstan, in Bashkiria, nei paesi della CSI. Perfino in Israele (paese considerato sotto stretto controllo degli USA) fra gli emigrati dall’ex Unione Sovietica, si è formato e prende consistenza e forza un gruppo di intellettuali eurasisti filo-russi, che ha costituito il movimento politico-sociale Bead Artzein (Per la Patria).
Negli ultimi anni sono stati compiuti tentativi di creare un partito o un movimento politico-sociale con ideologia e programma basati sui princìpi eurasisti. Determinate tesi dell’eurasismo sono entrate a far parte dei documenti programmatici di Edinstvo (Unità), del Partito Comunista della Federazione Russa, del Partito Liberal-democratico Russo, di Rossija ecc. E questo nonostante che nessuno di questi partiti o movimenti abbia coerentemente e consapevolmente scelto l’eurasismo come ideologia complessiva.
Nella composizione degli organi dirigenti del movimento EURASIA sono entrati l’ex colonnello dell’esercito sovietico Petr Suslov, seconda figura del movimento e presidente del consiglio politico esecutivo, l’ex consigliere di Eltsin per le questioni di politica estera ed attuale consigliere politico della Russia in Uzbekistan Dmitrij Rjurikov, l’ex titolare della cattedra di strategia all’Accademia militare dello Stato Maggiore generale Nikolaj Klokotov. Inoltre, nel consiglio politico del movimento figurano il Supremo Mufti di Russia Talgat Tadjuddin, il rabbi chassidico, pubblicista, attivista sociale Avrom Shmulevic; appoggio esterno (dato che la Chiesa Ortodossa Russa vieta la partecipazione diretta ad organizzazioni politiche) è stato espresso dal presidente dell’Ufficio per l’istruzione religiosa e catechismo dell Patriarcato di Mosca, rettore dell’Università ortodossa russa S.Ioan Bogoslav padre Ioann (Ekonomtsev) e da padre Vsevolod Chaplin, braccio destro del metropolita Kirill. Un saluto augurale è stato indirizzato al Congresso di fondazione dal rabbino supremo della Federazione Ebraica Russa, Berl Lazar. Dell’armonia interconfessionale esistente all’interno delle strutture del movimento il potere potrà avvalersi sulla scala della Russia intera.
Oggi è giunto il momento decisivo. L’impiego sporadico, frammentario, pragmatico, a fini politici di elementi della dottrina eurasista diviene un grave pericolo: l’idea si corrompe, si trasforma in kitsch. Al tempo stesso, l’assenza di una formazione sociale capace di rappresentare degnamente la filosofia eurasista nel nuovo scenario politico che va delineandosi priva la nostra società, le larghe masse, le strutture del potere di una enorme ricchezza teorica e concettuale, la cui necessità è avvertita da molti.
Il movimento politico-sociale panrusso EURASIA fondato da Aleksandr Dugin si è posto il compito di colmare questo vuoto.
Il movimento EURASIA non soltanto possiede un progetto finalizzato al consolidamento e rafforzamento dello Stato Russo, all’armonizzazione delle relazioni fra le nazionalità, all’integrazione politica ed economica con i paesi più prossimi, ma è anche dotato di uno know-how sconosciuto ad altre organizzazioni e personalità politiche. Il fattore della pluralità nazionale rappresenta d’ora in avanti la pietra angolare di qualsiasi progetto strategico della Russia. Proprio la realizzazione del programma del movimento EURASIA conduce alla rinascita del concetto di internazionalismo (e, di conseguenza, di “nazionalismo generale”), che nell’eurasismo acquista una forma ancora più pregnante che nel socialismo, acquisendo i tratti della fratellanza mistica dei popoli d’Eurasia. La correttezza di questo approccio nella Russia plurinazionale, che per numero di nazionalità conviventi supera la stessa India, è fuori discussione. Inoltre, il fattore dell’orientamento patriottico, non privilegiando alcun modello di tipo economico, fa del patriottismo eurasista il naturale fondamento del consenso panrusso.
Gennaio 2002
Documenti programmatici ed ideologici:
Italiano :
Petr Savitskij - Svolta ad Oriente (1921)
N. N. Alekseev - Le premesse spirituali della cultura eurasista
Dughin - Continente Russia
Dughin - L'inconscio dell'Eurasia
Dughin - " Terra Verde " : l'America
Dughin - L'Impero Sovietico all'epoca della perestrojka
Dughin - Radici metafisiche delle ideologie politiche
Dughin - La Rivoluzione Conservatrice russa
Dughin - Metafisica del Nazional-Bolscevismo
Dughin - Soltanto "bolscevismo"
Dughin - L'era post-liberale in Russia
Dughin - Il paradigma della Fine
Dughin - Il "Finanziarismo", stadio supremo del Capitalismo
Dughin - Aspetti geopolitici del sistema finanziario mondiale
Movimento Politico-Sociale EURASIA - Manifesto
Movimento Politico-Sociale EURASIA - Programma
Movimento Politico-Sociale EURASIA - Le rondini dell'Apocalisse
Comunicato sugli attentati negli USA 12-9-2001
Movimento Politico-Sociale EURASIA - La pace ad ogni costo
Comunicato sulla partecipazione della Russia ad azioni di guerra contro i Talibani afghani - 18-9-2001
Inglese :
N. N. Alekseev - The Eurasists and the State (Evrazijsty i Gosudarstv)
N. N. Alekseev - The spiritual reasons of the eurasist civilisation
D. Taratorin - Nikolay Alekseev
Dugin - On the Paths to Eurasia
Dugin - Sacred Geography and Geopolitics (Ot sakral'naja geographii i geopolitikii)
Dugin - The Great War of Continents (Third part of Dugin's "Konspirologya")
Dugin - The Metaphysics of National-Bolshevism
Dugin - Just " bolshevism "
Dugin - The Paradigm of the End
Dugin - The situation about the Israeli-Palestinian conflict
Dugin - Theory of the Eurasist State: Essay on Nikolay Alekseev
Dugin - Main principles of eurasist policy
Dugin - " Financialism ", the Supreme Stage of Development of Capitalism
Dugin - Geopolitical aspects of the world financial system
Dugin-EURASIA - Pakistan, Iran and the war in Central Asia
Two documents by Dugin and EURASIA on the Arctogaia Forum, 10.10.2001
Dugin - Will there be a war in Central Asia?
Radical Islam for the first time becomes a geopolitical reality - MIR Novosti press conference, 5-10-2001
Dugin -The EURASIA Movement at a difficult stage
Extracts from the address to the Political Council, Moscow 11.10.01
Dugin - The perspective of civil war in Russia
Dugin's interview to radio “Utrennaya Volna”, Ekaterinburg, November 25, 2001
Dugin - The evaporation of fundamentals in the "new economy"
The problematic ontology of turbo-capitalism
Dugin - The economic significance of 11 September
Presentation at the round-table on "The apocalypsis of the new century",
Centre of Social Sciences MGU, 6-11-2001
EURASIA
Moscow , April 21, 2001
Constituent Congress of the All-Russian Socio-political Movement "EURASIA"
The communique from Arktogaia
Overview of the Russian media
Manifesto of the Socio-political Movement "EURASIA"
Program of the Socio-political Movement "EURASIA"
EURASIA International Conference
«ISLAMIC THREAT OR THREAT TO ISLAM?»
Moscow, June 28, 2001
1. Official Press Release
2. «CHECHNYA : THE PATHS TO SETTLEMENT»
Analytical survey of the fundamental themes of the Conference
3. Greeting address of the Representative of the State Duma GENNADY N. SELEZNEV
4. Theses of the contribution of Sheikh-ul-Islam TALGAT TAJUDDIN, Supreme Mufti ,
Representative of the Central Spiritual Board of Muslims for Russia
5. Address of HOJ-AHMED NUHAEV
6. Address of ALEKSANDR G. DUGIN, leader of the Movement "EURASIA"
7. Collective Resolution of the Participants to the Conference
EURASIA Socio-Political Movement - The swallows of Apocalypse
Communique about the attacks in the US 12-9-2001
EURASIA Socio-Political Movement - Peace at any cost
Communique about the participation of Russia to US war against Taliban 18-9-2001
EURASIA - The beginning of war actions in Afghanistan
A short overview of the main consequences - Arctogaia Forum, 8.10.2001
Avrom Schmulevic, the man of the counter-élite
Interview to Jewish.ru, June 2001
Shmulevic - Russians and Jews against the oligarchs
Putin - Russia always felt itself as an eurasian country
Seleznev - International aspects of Eurasism
Francese :
Petr Savitsky - Tournant vers l'Orient (1921)
Douguine - Julius Evola et le traditionalisme russe
Douguine - La Révolution Conservatrice russe
Douguine - La Metaphisique du National-Bolchevisme
Douguine - Crise Balkanique, crise Européenne
Douguine - Platforme Eurasiste
Tedesco :
Das Manifest der eurasischen Bewegung
Spagnolo :
Dughin - La dinamica ideologica en Rusia y los cambios del curso de politica exterior
Italiano :
Petr Savitskij - Svolta ad Oriente (1921)
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EURASIA
Moscow , April 21, 2001
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«ISLAMIC THREAT OR THREAT TO ISLAM?»
Moscow, June 28, 2001
1. Official Press Release
2. «CHECHNYA : THE PATHS TO SETTLEMENT»
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3. Greeting address of the Representative of the State Duma GENNADY N. SELEZNEV
4. Theses of the contribution of Sheikh-ul-Islam TALGAT TAJUDDIN, Supreme Mufti ,
Representative of the Central Spiritual Board of Muslims for Russia
5. Address of HOJ-AHMED NUHAEV
6. Address of ALEKSANDR G. DUGIN, leader of the Movement "EURASIA"
7. Collective Resolution of the Participants to the Conference
EURASIA Socio-Political Movement - The swallows of Apocalypse
Communique about the attacks in the US 12-9-2001
EURASIA Socio-Political Movement - Peace at any cost
Communique about the participation of Russia to US war against Taliban 18-9-2001
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Tedesco :
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