venerdì 5 giugno 2020

Aleksandr Dugin risponde

Dopo la pubblicazione sul numero 41 (10 Ottobre 1995) di “Knizhoe Obozrenie” (Rivista Libraria) di un’intervista ad Aleksandr Dugin, famoso filosofo, politologo e pubblicista, lo staff editoriale e la casa editrice di Dugin, la Arctogaia, hanno ricevuto un gran numero di lettere, fra incoraggiamenti, ‘vaffanculi’, e semplici domande riguardanti alcune questioni toccate nell’intervista. Oggi siamo lieti di pubblicare le risposte di Aleksandr Dugin ad alcune domande dei lettori, sperando che la pubblicazione di queste domande e risposte sia l’inizio di un dialogo intellettuale tra famosi scrittori, filosofi, pubblicisti ed il pubblico dei lettori.

 

1 . Perché non ama l’Occidente?

“Alexander Gelievic, da quanto ho capito hai un approccio negativo verso l’Occidente, specialmente l’America. Ma la loro cultura è più avanzata della nostra. Non solo il cibo e i prodotti industriali, ma i servizi e lo stile di vita. Non stai invocando il ritorno dei tempi dell’isolamento?”

(Anna Vasilievna Varennikova, Mosca)

Dugin:   Ho viaggiato molto in Europa, e parlo molte lingue europee. Ho avuto così modo di conoscerla non solo dall’esterno, ma anche dall’interno. Sotto la facciata patinata e gli scintillanti involucri c’è una realtà completamente differente – alienazione, dittatura economica, individualismo, caduta dell’unità collettiva, mutevolezza, perdita di tutti i valori spirituali. L’Occidente è completamente alieno a noi sia culturalmente che ideologicamente, quale che sia la situazione politica in Russia. Si leggano le opere di Dostoevsky o di Leskov. Entrambi odiarono l’Occidente e il sistema occidentale, e non furono certamente dei comunisti. Date uno sguardo alle opere di autori come Limonov, Medvedev, Maximov (R.I.P.), Zinoviev, Mamleyev.  Condussero una vita eccellente nel sistema occidentale, ma altrettanto presto si resero conto che l’emigrazione era stata un errore fatale, e che l’Occidente significa la morte per un russo. E’ orribile e penoso vedere il terrore negli occhi degli occidentali, quando aprono la loro cassetta delle lettere. Le infinite bollette, debiti, come debbano pagare per tutto – telefono, acqua, riscaldamento, fresco, aria.. Per l’anima russa, così come per l’intero carattere eurasiatico, il sentiero occidentale è angusto, oppressivo e non necessario. Non è per un puro caso che abbiamo voltato ad esso le spalle per mille anni, mantenendo il nostro stile di vita, il nostro spirito. Mi piacerebbe che i russi conoscessero l’Occidente per  esperienza personale – non c’è migliore vaccinazione patriottica o persino nazionalista sulla terra.

Comunque, non sono dell’opinione di troncare le relazioni con l’Occidente. Penso che esse dovrebbero essere mantenute a qualche livello.  Ma adesso la cosa più importante per la Russia è stare in piedi da sé e provare la sua indipendenza di fronte al volto aggressivo dell’Occidente che si erge di fronte a noi. Sta strisciando verso di noi – insieme alla NATO, alla sua pseudo-cultura aggressiva, alla sua bestiale economia. Sono completamente certo di questo, e mi dispiace davvero che il nostro popolo abbia ancora dei dubbi e delle illusioni in proposito.

 

2 . Eurasiatismo e Sionismo

“Alexander Dugin, con le tue idee sull’Eurasia e l’alleanza fra la Cristianità Ortodossa e l’Islam non fai che creare meramente confusione nel movimento Nazionalista Russo e distoglierci dalla nostra lotta contro il nemico principale – la gente del Caucaso, i Fondamentalisti e i Sionisti. I russi hanno alleati in Occidente, proprio nell’America di cui sei nemico – la nazione Ariana. Ma tu vuoi che noi facciamo guerra all’Occidente  e pace con i neri. Come osi definirti un Nazionalista?”

(non firmata, San Pietroburgo)

Dugin:   Ho sentito più di una volta critiche di questo tipo. E non solo in lettere anonime, ma anche sulle pagine della stampa Patriottica. Sono più che certo che oggi i patrioti russi dovranno iniziare a pensare geopoliticamente, anziché contare semplicemente sui miti dei “Nazionalisti” e degli slavofili, tenendo invece in considerazione la fredda realtà dei poteri attuali. La situazione di tali poteri è la seguente:  il gigante blocco Atlantico controlla strategicamente l’intero pianeta, dopodiché abbiamo una costellazione di stati, nazioni e religioni che cercano di restare in piedi di fronte a questo mostro, per quanto confusa o inerziale la loro lotta possa essere. Anche la più semplice equazione sulle risorse strategiche, militari, geopolitiche, economiche e demografiche dovrebbe mostrare con matematica chiarezza che non c’è che un risultato – non solo una vittoria, ma l’inizio di una vera lotta per l’indipendenza dalla dittatura Atlantica dipende dalla creazione imminente di un grande blocco continentale eurasiatico. La Russia è il solo centro possibile di un tale blocco, ma non possiamo parlare di alcun futuro possibile senza gli altri “grandi spazi” (specie il mondo Islamico anti-americano). Ogni discussione sulla “purezza della razza Slava”, o sul “sangue”, o sulla “pulizia etnica” in condizioni simili non è solo amorale, ma irresponsabile, specialmente per il popolo russo.

Per quanto riguarda il mito della “solidarietà della razza bianca”, è una completa utopia che porta non solo all’Olocausto degli ebrei, ma anche al genocidio degli slavi. I resti del Terzo Reich sono la base di questa  concezione miserabile, contraddittoria e completamente falsa. Il mondo Anglo-Sassone è una realtà sociopolitica e culturale. Gli abitanti dell’Europa Centrale sono qualcosa di diverso.  Il mondo Orientale della Cristianità Ortodossa e degli Slavi è una terza realtà. Sono certo che molti popoli non-bianchi dell’Eurasia sono mille volte più vicini a noi nello spirito e nella cultura che non gli americani. Su questo tema solo al 100% d’accordo con la visione di L.Gumilev.

Ma sono assolutamente contro il Sionismo. In primo luogo, questo movimento contraddice l’ideologia stessa del Tradizionalismo Ebraico, dato che il dogma basilare del sionismo è in contraddizione con i tre principi talmudici primari: 1) Non ergersi contro i popoli, fra i quali gli ebrei vivono; 2) Non ritornare in Terra Santa prima della venuta del Messia; 3) Non accelerare la fine dei tempi. Chiunque infranga questi principi non può essere considerato un ebreo nel senso religioso, mistico del termine. I libri del rabbino Meyer-Schiller di New York danno maggiori informazioni su questo tema.  Meyer-Schiller non è soltanto la più alta autorità del Giudaismo contemporaneo, ma porta il titolo di Maggid Shiur, qualcosa che agli ebrei dirà molto.

In secondo luogo, lo stato di Israele è stato sin dall’inizio una base strategica per l’Atlantismo militante (prima l’Inghilterra, ora gli Stati Uniti) nel Medio Oriente. Questo stato è sia ideologicamente che politicamente orientato al capitalismo ed occidentalizzato per quanto riguarda il sistema di valori. Questi valori sono in completa contraddizione con la visione nazionale russa del mondo, così come l’intera idea di Geopolitica Eurasiatica.

Comunque, sono completamente contrario agli ideali razzisti e antisemiti.

 

3 . Le mie opere

“Grazie per i Suoi libri, articoli, performance e programmi radiofonici. E’ un peccato che non sia passato alle elezioni, anche se siamo stati con lei nello spirito. Sappiamo poco di Lei, anche se, devo confessare, i Suoi testi hanno dato nuova vita al nostro credere nella Russia, nel nostro futuro. Se persone come Lei avessero il potere in questo paese, esso sarebbe migliore. Io e mio marito leggiamo tutto ciò che riusciamo a trovare dei Suoi lavori. Comunque, temo che ci stiamo perdendo molto. Quanti libri ha scritto in tutto, con quali riviste collabora, chi pubblica i Suoi testi? Perché hanno chiuso il Suo programma televisivo ‘Il Ciclo della Storia’? Perché hanno cancellato il programma ‘Io sono il Leader’ che era stato promesso e in cui lei sarebbe dovuto apparire con Igor Safarevic? Abbiamo saputo che adesso si sta accordando con Limonov e che ha lasciato la rivista ‘Zavtra’ (Domani)?”

(Lidia Zabrodina, 24 anni, aspirante all’Università delle Arti, Tver)

Dugin:   Ho scritto i seguenti libri – “Le Vie dell’Assoluto” (sulla metafisica), “La Teoria Iperborea” (sui più antichi monumenti scritti dell’umanità), “Cospirologia” (sulle cospirazioni e le associazioni serete; è il libro con in copertina lo swastika massonico apparso nei clip pre-elettorali di “Casa Nostra – Russia”),  “Rivoluzione Conservatrice” (una compilazione di articoli teoretici), “Gli Obiettivi e la Missione della nostra Rivoluzione” (un pamphlet filosofico-ideologico). Il mio libro “I Misteri dell’Eurasia” è stato pubblicato in Spagna (dovrebbe presto uscire anche in Russia), e “Continente Russia” in Italia. Inoltre, ho terminato altri due libri – uno sul Cristianesimo Ortodosso, uno sul Nazional-Bolscevismo. Presto la mia opera principale sulla Geopolitica – “Il Futuro Geopolitico della Russia” – vedrà la luce.

Sono l’editore esecutivo del magazine “Elementy” (7 numeri per ora, stiamo lavorando sull’ottavo) e l’almanacco “Angelo più caro” (due tomi finora, stiamo lavorando sul terzo) include non solo miei articoli, ma anche traduzioni, commentari, recensioni e materiali analitici interessanti. Inoltre, dirigo la casa editrice ARCTOGAIA – pubblichiamo opere di tradizionalisti (Guénon, Evola) e mistici (Meyrink). Al momento appaio su “Limonka”, praticamente su ogni numero. Col mio amico e collega Edward Limonov prendo parte all’organizzazione del Partito Nazional-Bolscevico. I miei programmi tv – “I Misteri del Nostro Tempo” e “Il Ciclo della Storia” –  sono stati cancellati per ragioni di censura, non essendo i miei punti di vista esattamente quelli degli arcaici Patrioti o dei Liberal-Democratici. Lavoro raramente con “Zavtra”, anche se ho grande simpatia per Prokhanov (l’editore principale di “Zavtra”, NdT). Mi dispiace dirlo ma penso che “Zavtra” abbia perso il suo dinamismo,  il suo anticonformismo, la sua vitalità. “Den” (il Giorno – predecessore di Zavtra, NdT) era senza dubbio il migliore, il più onesto, il più radicale e intelligente giornale russo. Adesso non è più così, ma non voglio parlar male dei miei amici.

(NdT: Del tempo è passato dal 1995 quando questa intervista fu fatta, e alcune di queste informazioni non rispondono più allo stato attuale delle cose. Si veda la pagina principale di Arctogaia per informazioni aggiornate.)

 

4 . “Il più alto trono Massonico”

“Dugin – sei un fottuto massone, forse anche peggio. Nessuno capisce un cazzo di quel che scrivi, e i fottuti democratici ti amano e stampano la tua merda – sembra che il sentimento sia reciproco, eh? Himmler era un massone del 33esimo livello, come la metti? Dici di avere ‘un atteggiamento molteplice verso la Massoneria’. Sì, certo, abbiamo capito. ‘Molteplice’. Così te ne esci dall’armadio come massone, ed ecco il perché non ‘metti la massoneria sotto pesante critica’. Sì, giusto, ‘metticela’, vedremo da noi al posto tuo.. L’Occidente ti paga per quella merda. Tu aspetta, avremo anche il tuo culo. Ecco perché te la fai con bastardi come Limonov e Kuriokhin. Sono chiaramente massoni.”

(“Fronte Nazional-Patriottico”, Mosca)

Dugin:   Sfortunatamente, molte persone la pensano come questo raffinato giovane di questo cosiddetto “fronte Nazional-Patriottico”. Ne ho avuto abbastanza di rispondere a domande sul perché avere un interesse per la Massoneria non implichi necessariamente essere un massone. La Massoneria è una realtà molto complessa. E’ piena di contraddizioni, paradossi, interrelazioni inaspettate. E’ una realtà a sé stante, in cui la politica è in stretta relazione con la teologia, l’ateismo e il razionalismo col misticismo, il nazionalismo con l’egualitarismo, l’umanismo con la dittatura e la gerarchia, eccetera. Molti anti-massonici radicali vengono da circoli massonici e viceverse: molti anti-massonici sono diventati “fratelli”.

La Massoneria ha sempre contenuto una coesistenza di almeno due linee principali – quella “calda” della spiritualità e del misticismo, e quella “fredda” della razionalità, dello scetticismo e delle carriere. I punti caldi furono quelli che prepararono le rivoluzioni, quelli freddi collaborarono col sistema. In un periodo o nell’altro, la Massoneria ha incluso ogni tipo di spiritualità occidentale che non fosse connessa con il limitato Cattolicesimo papale. Potremmo dire lo stesso dei Cavalieri Templari, delle fratellanze ermetiche, dei circoli magici, e di tutti i gruppi similari che precedono la Massoneria. Fino ad un certo punto (più concretamente, fino alle riforme di Pietro il Grande, la fine del Patriarcato, del dogma Ortodosso della “sinfonia dei poteri” e della sacralità escatologica dello stato Ortodosso), non c’era stato niente di simile nel mondo Ortodosso, essendo tutte le realizzazioni spirituali nelle mani della Chiesa, la quale aveva un significato completamente diverso rispetto a quella d’Occidente. In altre parole, i circoli massonici europei hanno assorbito, dal 17esimo secolo in poi, l’intero spettro della spiritualità e del pensiero non-cattolici. Naturalmente, tale spettro è di dimensioni enormi. Non a caso molti fra i preti russi e greco-ortodossi che furono mandati a lavorare in Occidente furono più inclini ai contatti con i massoni e gli occultisti che non a quelli con i leader cattolici, limitati e intellettualmente totalitari.

Non sto dicendo che la Massoneria sia qualcosa di positivo e necessario per la Russia. Per noi, il Cristianesimo Ortodosso è la cosa più importante. Ma in Occidente le cose sono andate diversamente: lì, la cosa meno interessante è stata il Cattolicesimo, per non parlare neanche del Protestantesimo. Ma nel Cristianesimo Ortodosso non è affatto così semplice: se diamo uno sguardo all’eredità spirituale della nostra Chiesa, ci focalizziamo in qualche modo nell’era pre-rivoluzionaria dei Romanov, essendo la più recente, ma se guardiamo alla situazione dell’Ortodossia, essa è lontana dall’età dell’oro della tradizione adeguta, ed è piuttosto l’epoca della caduta dei valori della Chiesa. A cosa serve il sacro Sinodo, se è diretto da atei! Queso significa che nel nostro caso, la tradizione Ortodossa non è qualcosa di pronto, ma una missione che dev’essere compiuta. E per questo, potremmo utilizzare le opere dei tradizionalisti non-cattolici occidentali.

I miei amici Limonov e Kuriokhin hanno i propri punti di vista basati sulle loro esperienze personali per quanto riguarda i problemi spirituali. Io so soltanto che non hanno alcuna connessione con la Massoneria. Francamente, il semplicismo idiota di affibbiare nomi stupidi alle persone e di rivolgere loro primitive e non provate accuse è un vizio del movimento Nazionalista, e le maniere stupide ed i pensieri confusi di qualcuno sono sempre sufficienti a dipingere completamente una persona di nero. A volte, quando devo avere a che fare con questa paranoia malata, non riesco semplicemente a crederci.. Degli immaginari “massoni”, gli “ebrei” dietro ogni singola cosa, la paranoia, la mania di essere costantemente seguiti – questi sono piuttosto dei modi di coprire la propria incapacità d’azione, pigrizia e incompetenza, un modello psicologico piuttosto banale. La realtà è molto più interessante di qualche arcaico mito di vecchie organizzazioni terroristiche.

Credo che il movimento Patriottico odierno possa essere diviso in due campi (ineguali, devo dire): quelli che leggono “Limonka” e quelli che non lo leggono. Il primo campo è quello dei nazionalisti contemporanei, liberi da complessi. Sfortunatamente, sono una minoranza. Il secondo consiste in coloro che seguono il giornale “Molodaya Gvardiya” (La Giovane Guardia), il più stupido antisemitismo pre-rivoluzionario, le idee cliniche di “Russkii Vestnik” (Il Giornale Russo) o (nel miglior caso) la retorica inerziale Brezhneviana.  L’autore della suddetta lettera appartiene al secondo gruppo. E’ un peccato – non c’è niente che possiamo fare.

 

5 . Quindi, Fascista o non-Fascista?

“...Dugin, nell’intervista su ‘Knizhnoe Obozrenie’ ha cercato di sviare senza rispondere alla domanda, se è un Fascista o no. Ho letto suoi articoli su “Den” e guardato il suo programma tv ‘I Misteri del Nostro Tempo’, in cui ha parlato del misticismo Nazista. Ora, vorrebbe per favore rispondere SI o NO? E smettere di confonderci...”

(E. Podpol’tseva, Apreleka, 44 anni)

Dugin:   Mi considero un Rivoluzionario Conservatore ed un Nazional-Bolscevico. Non è esattamente fascismo, o per dirlo più chiaramente, esattamente non fascismo. Ci furono varie fasi nella storia dei movimenti fascisti, e queste fasi furono alquanto diverse l’una dall’altra non solo politicamente, ma anche filosoficamente e ideologicamente. Nel primo Fascismo italiano (che si dà il caso io gradisca, e non esito a dichiararlo forte e chiaro) c’erano molti fronti avanguardisti – nella sfera sociale ed economica (sindacalismo, unioni sindacali), nell’arte (D’Annunzio, Marinetti, Papini, ecc), nell’Hegelismo di destra che creò l’ideologia dello Stato Assoluto (Gentile), nella ricerca esoterica e nel Tradizionalismo (Evola, Reghini), e, infine, nella vera concezione fascista, in cui nichilismo e anarchismo (“azione diretta, romanticismo, esotismo”) coesisterono con gli ideali conservatori di nazione, etica, gerarchia, e valori militari. Comunque, dopo il concordato tra Mussolini e il Vaticano e la ristabilita monarchia esso divenne piuttosto monotono, burocratico e privo d’interesse. Per un periodo nel 1943-45 lo spirito di questo fascismo repubblicano di sinistra si riaffacciò nella repubblica di Salò (dopo che i conservatori ebbero tradito Mussolini a favore degli Americani), ma si trattò di qualcos’altro.

Ci fu anche un periodo che trovo interessante nel Nazional-Socialismo tedesco: Quello della prima ora, ancora chiaramente socialista, avanguardista, ricco di misticismo ariosofico e profondamente immerso nelle problematiche filosofiche sviluppate dagli autori della Rivoluzione Conservatrice – Ernst Jünger, Arthur  Müller van den Bruck, Carl Schmitt, Werner Sombart, Martin Heidegger, Hermann Wirth, Otmar Spann, Leo Frobenius, Friedrich Hilscher, Oswald Spengler, e altri. Vedo in questa pleiade dei Rivoluzionari Conservatori il fenomeno più interessante dell’Europa del ventesimo secolo. Comunque, praticamente tutti questi autori furono marginalizzati dal regime di Hitler, o affrontarono pesanti repressioni.

Vorrei rispondere sinceramente all’autrice di questa lettera e a ciò che chiede: trovo le intuizioni intellettuali, le idee  e le costruzioni ideologiche di questo movimento molto vicine, ma esse non possono essere definite Naziste o Fasciste in nessun modo. Questi furono i “dissidenti del fascismo”, le cui idee storicamente rimasero al di fuori delle politiche, pragmatiche, suicide e criminali dei poteri che controllarono l’Italia fascista e la Germania nazista.

 

6 . Il Cardinale in Rosso-Bruno

“Caro Alexander Gelievic! Sono infinitamente contento di leggere la Sua intervista su Knizhnoe Obozrenie. Ho seguito le Sue pubblicazioni da non poco tempo, e penso seriamente che le Sue idee possono davvero salvare la nostra nazione da un incubo – il Grande Stato che cade a pezzi, la festa delle attività criminali, la cinica distruzione dei nostri valori nazionali. Molte fra le idee più importanti sono state considerate nei Suoi lavori – la grande ideologia Nazionale e dello Stato (ma priva di sciovinismo), la spiritualità (ma senza fanatismo e proselitismo), la fredda soluzione Geopolitica (ma anche connessa a fattori Culturali), la grande conoscenza dell’Occidente e della sua cultura (con fedeltà verso la Russia e la sua cultura). Sono orgoglioso del fatto che abbiamo qualcuno come Lei. Il fatto che i leader di questo stato non Le chiedano aiuto e consiglio intellettuale è un crimine da parte loro. Ho seguito attentamente le Sue collaborazioni alle attività dell’opposizione, e ho preso parte gli incontri che ha organizzato. Sono stato felice di notare che Prokhanov, Zyuganov, Baburin, Alksnis e altri hanno seguito i Suoi consigli, ma adesso qualcosa sembra essere cambiato. L’opposizione intellettuale sembra crollare, e vedo in questo un risultato del fatto che Lei non ne fa più parte. Questo mi preoccupa abbastanza. Potrebbe dirmi, se può, se ho ragione? Le auguro tutto il meglio, molti nuovi libri e nuove vittorie, ma non al ‘grigio’, bensì al nostro Cardinale in Rosso-Bruno.”

(Valentin Provotorov, Mosca, 52 anni)

Dugin:   Sono molto grato all’autore di questa lettera e alle molte altre persone che hanno espresso il loro supporto e la loro solidarietà nei miei confronti. Sì, sembra che io, insieme a molti dei miei amici, mi sia in qualche modo spostato in avanti rispetto all’opposizione intellettuale e ai suoi leader. Comunque, questo non dipende da una mia decisione o da una mancata volontà di collaborare. Questa opposizione ha seppellito il proprio potenziale ideologico e spirituale. Ciò che resta sono due frazioni anticonformiste della Duma che politicamente sono del tutto prive d’interesse e noiosamente convenzionali, i cui leader sono pieni di sé per aver ottenuto il loro pezzettino di pseudo-potere, e il tutto pervaso da velenosi complessi che hanno ingurgitato coloro che ce l’hanno fatta nelle elezioni. Nel 1992 pensavo ancora che una rivoluzione spirituale fosse in arrivo, quando i “Rosso-Bruni” erano pronti ad ergersi. Ma tutto questo è finito non solo con l’attentato armato dell’Ottobre 1993, ma anche con una mutazione spirituale iniziata qualche tempo prima. Il fatto che molti leader provenissero dalla vecchia nomenklatura divenne chiaro. Chiunque sembrasse essere dalla parte giusta, si è rivelato intrigante carrierista, opportunista, persino conformista. Dopo le elezioni del 1993, il trionfo della mediocrità è divenuto chiaro al 100%. Da quel momento siamo finiti nel periodo dell’alienazione. Questo è un tipico periodo di interregnum. L’opposizione è diventata stupida, il potere sta diventando saggio con una lentezza quasi criminale. Non esito a dirvi che sono deluso dai leader dell’opposizione russa, e non ho mai avuto alcuna illusione sui poteri attualmente in campo. Ma non è così semplice. Non si può fuggire da questo. La Russia è troppo grande per uscire dalla scena della storia in questo modo, senza una lotta, dormendo, affondando in una palude di tristezza. Questo non accadrà mai.

MAI.

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