martedì 23 giugno 2020

Radici metafisiche delle ideologie politiche (Alexander Dugin)


Attualmente, nella sociologia, nelle scienze politiche e nelle discipline affini come la storia delle religioni, l'etnologia e l'antropologia (che negli ultimi tempi ha sottratto un certo spazio alla statistica e all'economia politica, regna il caos più completo per quanto concerne la definizione degli orientamenti ideologici fondamentali, quali possono essere il fascismo, il comunismo, il socialismo, la democrazia eccetera. Come se non bastasse il fatto che gli stessi comunisti, fascisti e democratici definiscono le loro posizioni in maniera confusa e spesso contraddittoria (il che è dovuto in gran parte a esigenze propagandistiche), l'eccessiva popolarità di cui gode la metodologia proposta dalla Nuova Sinistra ha provocato una confusione totale in questo campo, sicché «fascismo» è diventato sinonimo di «male assoluto», mentre «comunismo» (leggasi «libertà totale di desideri») è diventato sinonimo di «bene assoluto». D'altro canto, presso i democratici e i liberali centristi gode una grande fortuna un'altra formula. diffusa soprattutto dai sovietologi: «comunismo uguale fascismo». Se aggiungiamo altri fattori come la religione, il governo autoritario, le peculiarità nazionali o i cataclismi ecologici, allora le strutture logiche si sfasciano come un castello di cartapesta e le argomentazioni razionali cedono alle prese di posizione passionali, le emozioni, alle simpatie nazionali e personali e così via.

Tutto ciò si riflette in misura ancora più grande nella nostra politologia sovietica, la cui situazione, già caotica di per sé (indipendentemente dal caos che regna nella medesima branca in occidente) si aggrava sempre più a causa della cronica necessità di mentire e di occultare il proprio punto di vista, cosa che comporta come conseguenza logica il predominino assoluto di «osservazioni indirette», vale a dire di opinioni basate sui dogmi totalitari, i cui riti formali non possono essere abbandonati nemmeno per un attimo.




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In URSS, perciò, non solo le scienze politiche rivolte alto studio dello spettro politico, ma anche la politica propriamente detta, cioè la sfera delle proposte ideologiche dirette (non analitiche), si è ridotta a un conglomerato di tesi irrazionali e contraddittorie, a diatribe grottesche e assurde e ad un sistema lessicale che ha dato forma allo specifico gergo sovietico, gergo che può essere decifrato solo se si conoscono quei codici complessi le cui chiavi si trovano in possesso dei dirigenti del paese e dei sovietologi professionali. Si rende tuttavia urgente la necessità di stabilire una serie di principi chiari per poter fare riferimento a ogni tipo di ideologia; tale necessità è tanto più attuale in quanto la libertà d'espressione di qualunque credo politico potrà diventare tra breve, in Russia, una norma.
In questa situazione, noi proponiamo il nostro proprio schema di analisi politica, che riteniamo possa introdurre un po' d'ordine nella confusione esistente, differenziando i complessi ideologici primari e tracciando i confini che li separano, determinando chiaramente quali sono le varianti e le numerose combinazioni di quelle ideologie che attualmente costituiscono lo spettro multicolore della politica mondiale. Non pretendiamo affatto di essere in possesso della verità assoluta, dal momento che le nostre concezioni non sono nulla più che uno schema, per forza di cose abbastanza ridotto ed elementare; però siamo convinti che un'analisi più particolareggiata non ci aiuterebbe a creare un quadro sintetico e totale, mentre, in compenso, sarà più facile confrontare a posteriori il nostro schema con la realtà. Anzi, crediamo che proprio il timore della schematicità e l'attaccamento al principio analitico abbiano portato le scienze politiche al loro stato attuale, trasformandole in «mendicanti di lusso». La nostra ricerca abbraccia i domini più diversi del pensiero umano, a cominciare, come è logico, dai concetti religiosi e metafisici, poiché sono proprio questi a determinare, in modo diretto o indiretto, positivo o negativo, lo specifico delle varie piattaforme politiche. Siamo convinti del fatto che le fonti della politica e del pensiero politico umano traggano origine dall'ambito metafisico, per trovare poi la loro espressione mediante determinati frammenti ed immaini della realtà sociale concreta. Avviene spesso, e in maniera naturale, che gli elementi metafisici e i dogmi religiosi rimangano nascosti dietro le quinte, di modo che i portatori concreti di questa o quella ideologia non sospettano affatto della loro esistenza e perfino i «creatori» di tali ideologie possono ignorarne l'esistenza. Gli elementi metafisici suddetti possono penetrare nell'essere umano mediante l'interpretazione cosciente dei simboli e dei segni tradizionali (fattore culturale o sociale), mediante i concetti psichici innati (fattore psicogenetico), o anche rappresentare la reazione esistenziale dell'uomo di fronte all'esistenza (fattore esistenziale). In ogni caso, l'elemento metafisico o religioso che predetermina l'ideologia viene vissuto dall'uomo come qualcosa di interiore, come l’imperativo categorico esistenziale e talvolta è a causa di ciò che qualunque tentativo di razionalizzazione del dogma si scontra con una resistenza spontanea dell'uomo. Abbiamo un esempio di ciò allorché l'esponente di una dottrina politica particolare non riesce a descrivere i principi di tale dottrina (ma solo le risposte concrete a questa o quella questione), dando per scontato che non c'è nessun bisogno di spiegarli. Nel nostro paese, ad esempio, vi sono dei comunisti che non sospettano affatto che l'ideologia comunista si collochi obiettivamente sul lato sinistro dello spettro politico, ma credono sinceramente che essa noti sia né di destra né di sinistra. bensì che occupi una posizione centrale, essendo «l'unica dottrina vera» (!).
Però, nonostante le proteste dei militanti di base o dei partigiani del metodo analitico nelle scienze politiche, sono proprio le generalizzazioni dei princìpi e dei dogmi che si trovano all'origine delle ideologie a consentire un certo orientamento nel labirinto dei processi politici moderni, cosicché libri come I fanatici dell’Apocalisse di Norman Cohn, Il socialismo come fenomeno della storia universale di Igor' Shafarevic o le opere di A. Besançon (che costituiscono un tentativo di generalizzazione globale), con tutto lo scetticismo che possono provocare, prima o poi diventano vere e proprie guide per la maggior parte degli specialisti, i quali sviluppano, sulla base di tali opere, schemi più particolareggiati e sfumati. In tal modo, perfino gli ideologhemi più irrazionali dei nouveaux philosophes possono trasformarsi in punti di partenza per un'analisi veramente razionale e seria. Anzi, spesso accade che le generalizzazioni globali consentano a esponenti di visioni del mondo diametralmente opposte di stabilire il medesimo quadro obiettivo dello spazio ideologico, nonostante i valori che vengono difesi si trovino su poli contrapposti. Senza tali generalizzazioni, l'uso di un medesimo termine da parte di diversi gruppi politici differisce a tal punto, che gli individui di diversa ideologia sembrano appartenere a universi distinti, privi di qualunque rapporto reciproco. E’ proprio questo consenso tra antagonisti politici (consenso che stabilisce un quadro obiettivo dello spazio ideologico), è questo accordo che nasce da una generalizzazione e una schematizzazione globali, ad aver fatto sorgere il noto cliché, secondo cui «l'estrema destra e l’estrema sinistra si toccano». Questo cliché, completamente assurdo se inteso in maniera letterale. Senza alcun dubbio corrisponde alla constatazione pratica di quell' «accordo nel campo della generalizzazione obiettiva» cui pervengono gli ideologi di diverso orientamento capaci di percepire con la massima chiarezza quel principio che non riescono a percepire i militanti di base: esponenti della stessa ideologia, questi ultimi agiscono però per via di una certa quale inerzia ideologica e non riescono a separare la causa dall'effetto, cioè l'idea dai portatori concreti di essa - loro stessi, nel caso specifico. E’ a ciò che si riferisce Fëdor Dostoevskij nel romanzo Gli ossessi [tr.it. I demoni], là dove dice di Kirilov che «l’idea se lo mangiò»). Quindi possiamo parlare qui dell'«estremismo» solo nel senso etimologico della parola, vale a dire della capacità «estrema» di penetrare nell'essenza stessa delle posizioni proprie ed altrui, dove noti si tratta di «coincidenza» o «fusione» dei contrari, bensì della «comprensione» (o della mancanza di ciò, ma allora non si tratta più di estremismo), da parte dei fautori di ideologie opposte, delle fonti profonde e dei dogmi di cui si alimentano i movimenti che agiscono nella politica attuale - e ciò a prescindere dalle parole d'ordine propagandistiche, dalle tesi e dai concetti superficiali e puramente pragmatici. Tanto nelle lotte ideologiche reali come nell'esistenza in generale i contrari non coincidono mai, perché, se non fosse così, sia la lotta spirituale tra le diverse posizioni sia la realtà stessa si trasformeranno in uno spettacolo illusorio, senza nessun significato definitivo.


Cercando termini appropriati per caratterizzare alcune visioni dei mondo fondamentali, abbiamo deciso di utilizzare la storia delle società tradizionali, cioè la storia di quelle società in cui i princìpi d'origine metafisica e i dogmi religiosi trovano espressione attraverso il linguaggio della metafisica e della religione. E’ in tali società che possiamo rinvenire i casi limite, ossia le espressioni più pure di quei principi che continuano ad essere i motori della storia ideologica dell'umanità, senza invecchiare o tramontare, ma adattando soltanto la loro immagine esteriore. Così come avviene nel caso del corpo umano, che non cambia con le mode, ma si presenta in maniera diversa nei rappresentanti delle varie razze.

1.
Prendiamo in esame, come primo tipo di ideologia, quella POLARE-PARADISIACA. Storicamente, tale ideologia si manifestò come una tradizione gnostica, esoterica, e rimase come una dottrina segreta all'interno di diverse religioni. Essa fu rappresentata dal ghibellinismo imperiale del Medio Evo, poi dal nazionalsocialismo tedesco e da tutte le varianti dei fascismo dei ventesimo secolo. L'essenza di questa dottrina consiste nell'affermazione di un Soggetto di natura divina avente sede nel centro del Polo, nel mezzo del cosmo, che è sacro e totalmente sottomesso al Soggetto divino (quindi è paradisiaco) - cosmo specchio, nel quale non si riflette nient'altro se non il Soggetto, sale della Terra e del Cielo. Al di fuori di questo Soggetto Divino (né al di sopra, né al di sotto, né intorno) non esiste alcun principio metafisico superiore, sicché il Soggetto è assolutamente libero e inseparabile da Dio, e Dio è in lui. La medesima posizione si trova riflessa in quella frase dell'Antico Testamento che Cristo ripete nei Vangeli: «Vi è stato detto: Sarete come dèi»). Al di fuori di lui non c'è dio. Nel cosmo, nella natura, sulla terra, esiste soltanto il suo riflesso, di modo che la natura stessa diventa sinonimo di paradiso: non si tratta di un ostacolo per la sua Volontà, ma della continuazione di essa, della sua manifestazione, del suo «corpo cosmico».
Sono questi i principi essenziali della visione del mondo paradisiaco-polare. Lì dove sorge, appare in seguito in primo piano il tema del Soggetto Divino - dell'Eroe, della Epifania Divina, dell’Imperatore Sacro, del Capo Angelico, del Profeta, nonché il tema del Cosmo Sacro, l'ombra dei Soggetto su cui egli proietta il proprio potere, Cosmo che non gli si oppone, ma si trasforma nella continuazione di lui. Altri sinonimi di questo cosmo sacrale sono «Altro Mondo», «Mondo Migliore», «Regno di Dio sulla terra», «Sacro Impero», «Nuovo Regno dei Cieli e Nuova Terra», «Nuovo Paradiso», «Reich millenario» ecc. Per quanto diverse siano tra loro le manifestazioni storiche di questo tipo di Ideologia, tutte quante derivano invariabilmente dal paradigma essenziale «Polo-Soggetto» e «Cosmo-Paradiso», dove l'accento cade sempre sull'assenza di un anello intermedio tra questo polo immanente e l'Assoluto, o il principio trascendente e che si rivela dall'interno del Polo-Soggetto come dimensione interiore dei Soggetto stesso.


La cosmovisione paradisiaco-polare normalmente si orienta in senso monarchico: nelle sue manifestazioni storiche, essa mira a sublimare al massimo la figura dello Statista, necessariamente unico e angelizzato (manifestazione polare), mentre d'altro canto essa tende ad estendere «orizzontalmente» il potere dello Statista, e questo per mezzo dell'espansione Imperiale, che ha la missione di porre sotto il dominio dello Statista, nella sfera dei suo riflesso personale, la massima quantità di spazio cosmico; in tal modo quest'ultimo si trasforma in Paradiso (Sacro Impero), ovvero, in altri termini, il cosmo riceve la sua «dimensione paradisiaca» sacra.. E’ però importante notare che questa concezione monarchica e imperiale non coincide sempre con le monarchie e gli imperi storici, poiché la cosmovisione paradisiaco-polare è totale nella sua essenza, e la mancanza della qualità di soggetto nel monarca o, la mancanza della dimensione paradisiaca nel cosmo, per quanto siano presenti normalmente, provocano in modo automatico la rivoluzione gnostica, la quale ha lo scopo, di restaurare il Polo e il Paradiso nella loro totalità metafisica, che non consente sfumature o condizionamenti né il «contratto sociale».
Poiché l'ideologia paradisiaco-polare è una tendenza trascendente, essa non si è mai limitata ad agire su un terreno strettamente politico, ma si è proiettata nella sfera dell'intelletto puro, delle dottrine religiose e delle «scienze sacre». Nella tradizione ermetica del Medioevo occidentale, ebbero dunque un ruolo centrale i simboli del «Re alchemico» o dello «Zolfo Rosso», mentre nella tradizione indù esiste una scuola integralmente dedicata all’iniziazione pratica e alla realizzazione spirituale, il cui nome è raja yoga, cioè «Yoga regale». D'altronde è proprio la parola «Re», o «Monarca», o «Imperatore», quella che più viene usata nella maggior parte delle scuole esoteriche, sia cristiane («Re dei Cieli») sia musulmane (soprattutto sciite), ma anche lamaiste, cabaliste ecc. In realtà questi due aspetti dell’ideologia paradisiaco-polare, quello religioso e quello politico, rimasero sempre uniti, sia nel passato (i sacerdoti iniziati partecipavano al governo monarchico negli stati dell'Oriente antico) sia nei tempi moderni: nella Germania degli anni '10 e ‘20 dei nostro secolo gli esoteristi delle società segrete ermetiche a tendenza razziale, eredi dei Templari e dei ghibellini (cioè degli esponenti medioevali dell'ideologia paradisiaco-polare), parteciparono attivamente alla creazione del l'ideologia nazionalsocialista. Analogamente, la gnosi sciita, centrata sulla persona dell'Imam occulto, è inseparabilmente unita agli eventi politici che si verificano attualmente nel Vicino Oriente.

2.
Il secondo tipo di ideologia può essere denominata come l'ideologia del «Creatore-creazione». Si tratta di un'ideologia puramente conservatrice. Corrisponde al lato essoterico, esterno, delle dottrine religiose benché possa, per pura inerzia, manifestarsi o predominare anche in società sprovviste di qualunque orientamento religioso. Tale ideologia si esprime nella sua forma più pura attraverso le organizzazioni della Chiesa cattolica o della Umma islamica (soprattutto sunnita). Sono queste società che possono essere chiamate, a buon diritto, «teocratiche» o «clericali». Questo tipo di ideologia potrebbe essere chiamato anche la visione dei mondo del «Paradiso perduto». A differenza dell'ideologia paradisiaco-polare, questo tipo di cosmovisione colloca il Soggetto non nel centro (polo) dei mondo, ma sulla periferia di esso, identificando il mondo non con il paradiso, ma con la creazione, che separa il Soggetto dal Creatore; è naturale che un tale Soggetto periferico, Soggetto successivo al peccato originale ed espulso dal Paradiso, non può più essere concepito come Signore Divino che domina l'universo. Egli diventa un esule, che la creazione separa dal Creatore; la creazione diventa qualcosa di ambiguo, perché da una parte essa occulta il Creatore (aspetto negittivo), mentre dall'altra reca in sé l'impronta del Creatore, rivelandone indirettamente la presenza (aspetto positivo). Questo postulato fondamentale costituisce la base dello sviluppo del pensiero religioso, che può seguire strade completamente distinte, da quella puramente apofatica che nega la possibilità di conoscere il Creatore attraverso la creazione (ad. es. il buddhismo) a quella puramente catafatica, che ammette la possibilità di conoscere il Creatore attraverso la creazione (arrivando addirittura a fondere l'uno e l'altra, nel caso estremo dei «panteisti»). Comunque, l'ideologia «Creatore-creazione» o creazionismo si oppone sempre, in tutte le sue forme e varianti, alle posizioni dell'ideologia «paradisiaco-polare», la quale vede il tema della creazione, o della separazione tra Creatore e creatura, come qualcosa che le è completamente estraneo. In realtà la lotta tra questi due tipi di visione del mondo ha costituito il principale campo di battaglia ideologica nel corso di tutta la storia. Vediamo di affrontare la questione più da vicino.
Il Soggetto Divino si trova nel centro dei mondo e il mondo è a lui sottomesso e subordinato, in linea di principio. Quando tali condizioni essenziali non si verificano, l'ideologia paradisiaco-polare non abbandona i propri princìpi; ma, constatato l'avvenuto allontanamento dalla norma, tende a ristabilire l'ordine. All'interno della coscienza paradisiaco-polare il Soggetto Divino non può essere in nessun modo espulso dal Paradiso, perché la permanenza nel Paradiso fa parte della sua caratteristica essenziale. Pertanto il Soggetto-Signore noti potrà mai diventare un Soggetto-Esule. Semplicemente si occulta, ma si occulta insieme coi Paradiso (l'Imam occulto degli sciiti, l’imperatore addormentato dei ghibellini ecc.). Quegli esseri umani che non conoscono il Soggetto Divino né il paradiso, dal punto di vista della cosmovisione paradisiaco-polare sono irreali, sicché non hanno il diritto di fondare la nuova concezione di «Creatore-creazione», dal momento che il Soggetto-Esule in realtà non esiste, ovvero l'Esule non è il Soggetto. Ne consegue che nella sua forma estrema la gnosi sarà anticlericale, e produrrà il concetto di Creatore malvagio, di demiurgo cattivo, ossia, senza negare l'esistenza della relazione tra Creatore e creazione, non la trasforma in qualcosa di positivo, ma in qualcosa di spiritualmente negativo, poiché considera tale esistenza come un'illusione dannosa, un velo che nasconde il Paradiso. Bisogna notare che gli esponenti della cosmovisione: paradisiaco-polare si oppongono al Soggetto che non è polare e al cosmo che non è paradisiaco (dalla cui combinazione nasce per l'appunto il concetto di Dio esteriore, di Dio-Oggetto, di Creatore lontano), ma non all'idea di Spirito o Dio di per se stessa. D'altronde, l'ideologia essoterica clericale di «Creatore-creazione» vede negli esponenti della dottrina del «Paradiso e Polo» i distruttori del fondamento stesso della religione e della fede, poiché essi respingono due figure fondamentali: quella del Soggetto-Esule e quella del Creatore che si nasconde al di là della creazione e, seguendo un processo logico, si pongono essi stessi (in quanto aventi relazione diretta o indiretta col Soggetto Divino) sul medesimo livello dei Creatore, o addirittura più in alto. Tali conclusioni fanno sì che le coscienze clericali identifichino gli esponenti della visione del mondo «paradisiaco-polare» con i luciferini, i satanisti, i nemici di Dio e dell'uomo, mentre i medesimi concetti giustificano il caratteristico orgoglio degli esponenti dell'ideologia «paradisiaco-polare».


Il fatto che gli gnostici si rifiutino di accettare il principio dei Soggetto-Esule non significa certamente che non ne riconoscano l'esistenza, ma lo vedono sprovvisto della qualità di soggetto. Una logica analoga porta gli gnostici al dualismo antropologico e all'affermazione della diseguaglianza. Per gli esponenti della coscienza paradisiaco-polare, gli uomini si dividono in due categorie: i rappresentanti del Soggetto Polare (élite, aristocrazia spirituale, uomini superiori, «pneumatici», figli della Luce ecc.) e gli uomini-animali privi della qualità di soggetto (plebe, uomini inferiori, «psichici» e «ilici», figli delle Tenebre). Perciò tutti gli insegnamenti esoterici difendono una gerarchia basata sulla differenza di casta, di razza o di capacità intellettuale. E’ caratteristico il fatto che gli gnostici collocano il «Soggetto-Esule» dell'ideologia «Creatore-creazione» sul grado più basso della scala umana. (un simile criterio, ovviamente, non fa che confermare i sospetti dei custodi dell'ortodossia per quanto concerne la superbia degli gnostici.


Bisognerebbe notare, però, che la stessa tradizione cristiana, ai suoi primordi, si pose su una posizione paradisiaco-polare rispetto al clericalismo giudaico, dove l'ideologia «Creatore-creazione» si manifestava con la massima chiarezza: i cristiani infatti erano portatori dell'idea dell’uomo nuovo, connessa all'incarnazione del Verbo, del Cristo Emmanuel («Dio in noi»).Nel giro di qualche secolo la gnosi cristiana entrò in conflitto con la versione clericale del cristianesimo, la quale dimenticò il tema del «paradiso ritrovato» per sostituirlo con quello del «Creatore-creazione». La componente paradisiaco-polare dei cristianesimo si manifestò storicamente per l'ultima volta con l'anabattismo e la Riforma, dove però adottò forme completamente diverse.
Altri aspetti essenziali dell'ideologia «Creatore-creazione» sono: il conciliarismo, la fede, la stabilità conservatrice. Il conciliarismo o la «cattolicità» (dal greco katholikos, «universale») è il risultato della mancanza di divinità del Soggetto-Esule, il quale, perduta la posizione centrale nel mondo, non è più autarchico e avverte la necessità di integrarsi socialmente, cioè di entrare in comunione con altri Soggetti-Esuli. Il conciliarismo si rende necessario per il portatore dell'ideologia «Creatore-creazione», poiché è solo attraverso l'agglutinamento del maggior numero possibile di Esuli dal Paradiso nel processo di ricerca della via dei ritorno, che la coscienza clericale vede la possibilità di cambiare la qualità non divina dei Soggetto. Il conciliarismo presuppone ed esige una struttura gerarchica, ma questa gerarchia viene costruita dal basso, sicché al vertice di essa si troveranno gli individui più «conciliari». In opposizione a questo principio, per la coscienza paradisiaco-polare la gerarchia si costruisce dall'alto, a partire dal Soggetto-Divino, che non è né conciliare né composto, ma, al contrario, è assolutamente totale, mentre il grado di perdita di totalità aumenta a mano a mano che ci si allontana da lui, scendendo lungo la scala gerarchica. A titolo di esempio possiamo citare la soluzione della questione del potere politico presentata rispettivamente dai sunniti e dagli sciiti: i sunniti sono fautori di un riconoscimento comunitario che scelga tra candidati forniti delle necessarie qualificazioni, mentre gli sciiti difendono l'ereditarietà della funzione di guida, che essi affidano alla discendenza genetica del primo Imarn immacolato, Alì.
La fede è necessaria per il fatto che il Creatore rimane nascosto di là dalla creazione, ciò richiede da parte dei portatore della coscienza religiosa un certo sforzo, un atto di. volontà inteso ad affermare qualcosa che non è evidente. La fede è una qualità inerente ai Soggetto Esule. Invece la posizione «Paradiso-Polo» si basa sulla conoscenza; è per questo che riceve il nome di gnosi. La conoscenza presuppone il contatto diretto, l’evidenza di Dio rende superflua la fede. La coscienza essoterica vede nella pretesa gnostica di possedere la «conoscenza» una autoelevazione illegittima, una sorta di satanismo.


Infine la stabilita conservatrice dell'ideologia «Creatore-creazione» si basa sulla sua posizione neutra rispetto all'universo esistente, poiché questa ideologia non vuole realizzare nessuna trasformazione traumatica e radicale della realtà. Tale neutralità è pure assicurata da una posizione ambigua rispetto alla creazione. Entrambe le modalità di approccio, sia quella apofatica sia quella catafatica, non hanno nessun limite temporale, così come nemmeno la creazione ha limiti chiaramente definiti. In altre parole: si può esaminare indefinitamente il lato positivo del cosmo, alla ricerca delle orme che il Creatore ha stampato in esso. Così come si può negare la creazione finché si vuole, ma ciò non cambierà né l'essenza esistenziale dei Soggetto-Esule né quella dei Dio Creatore, poiché il principio dei conciliarismo non può trasformarsi in principio di indivisibilità e nemmeno il principio della Fede nel principio della Conoscenza, senza che venga infranta la cornice dell'ideologia «Creatore-creazione». E’ quanto avvenne sempre, nel corso della storia, a quegli esponenti del clericalismo che vedevano nella concezione «Creatore-creazione» qualcosa di transitorio, un grado preliminare alla vera e propria «divinizzazione» dei Soggetto. Costoro caddero in seguito nell'«eresia», vale a dire uscirono dal quadro dell'ideologia religiosa e furono scomunicati.
Bisogna notare che la concezione dei mondo paradisiaco-polare non è assolutamente conservatrice, ma piuttosto è escatologica, perché in essa la mancanza di polarità metafisica nell'universo viene avvertita come male assoluto, sicché si rende necessaria una lotta a fondo e senza compromessi contro tutte le concezioni non paradisiache. La tendenza della cosmovisione paradisiaco-polare a farla finita con l'esistenza non paradisiaca, vale a dire il suo orientamento verso la fine dei mondo (si tratta dell'escatologia propriamente detta, intesa come «scienza della fine»), costituisce una costante tendenza destabilizzatrice, diretta in fin dei conti contro l'essenza stessa della posizione conservatrice. contro la conservazione dello status quo religioso. Un simile pathos escatologico lo si può scoprire in tutte le manifestazioni della cosmovisione paradisiaco-polare, dagli gnostici cristiani e dagli sciiti radicali (ismaeliti) fino alla Riforma luterana e allo Stato nazionalsocialista che proclamò l’inizio dei Reich millenario - Terzo Reich o Regno dello Spirito Santo, se ci atteniamo agli insegnamenti del veggente cristiano Gioacchino da Fiore.
Entrambe le posizioni ideologiche, quella creazionista e quella paradisiaco-polare, spesso convivono entro il quadro di una medesima società, tradizione o sistema politico. Ma ciò non sopprime in nessun modo la differenza abissale che le separa. Queste due ideologie sono inconciliabili così come lo sono il fuoco e l'acqua, la luce e l'oscurità, cosicché tra esse si accendono spesso le battaglie più accanite (crociata contro gli albigesi, califfato fatimide, rivoluzione francese, guerre imperiali dei Reich hitleriano), le quali sarebbero inimmaginabili tra gli esponenti di tradizioni distinte, di religioni o sistemi politici diversi.


3.
La terza posizione ideologica fondamentale è rappresentata dal «materialismo mistico» o dal «panteismo assoluto» (materia magica). Un tale tipo di ideologia nega tanto il paradiso polare quanto la coppia Creatore-creazione. Essa potrebbe anche essere identificata con l'ateismo puro. Qui il Soggetto non è visto come Signore polare, il cui Io interiore è Dio, e nemmeno come Soggetto esiliato dal Paradiso. Soggetto che la creazione separa da un Dio Oggetto. In questo caso, invece, il Soggetto viene visto come una particella dei cosmo, nella quale si riflette il cosmo e nient'altro. In altre parole, questo Soggetto non ha né un Dio interno né un Dio esterno, poiché è solo lo specchio de mondo esteriore e al contempo un elemento di esso. Di conseguenza, l'ateo puro o il «materialista mistico» attribuisce al cosmo qualità divine, giacché per lui i concetti di Causa e di Dio sono la stessa cosa; e ciò ci consente di qualificare questa ideologia come «panteismo», che è identificazione del tutto (del cosmo, del mondo) con Dio. Una delle varianti più rappresentative di questa ideologia è costituita dal cosmismo, che in realtà può essere considerato sinonimo di panteismo.
Il concetto di evoluzione, cioè il concetto di progressivo e unidirezionale miglioramento della qualità dei cosmo, è caratteristico di questo terzo tipo di ideologia. Mentre i portatori dell'idea paradisiaco-polare tendono a realizzare un salto unico e definitivo del non-Paradiso e del non-Soggetto verso il Paradiso e il Soggetto; mentre i portatori dell'idea creazionista sono interessati a conservare lo status quo cosmico (dove il versante apofatico si equilibra con quello catafatico); i portatori dell'idea di «materia magica» sono innanzitutto interessati al continuo e graduale miglioramento del cosmo, il cui sviluppo inerte è considerato appunto come un processo di perfezionamento. A livello ideologico, pertanto, il senso dell'evoluzione e del progresso non consiste in nessuna specifica capacità creativa, ma si riduce al semplice sviluppo naturale degli eventi, con la necessaria eliminazione di tutti quegli ostacoli che vi si oppongono, in primo luogo i conservatori clericali e gli escatologisti monarchici. In realtà il Soggetto dell'ideologia del «materialismo mistico» è il «servo dell’evoluzione», ossia è uno specchio di ottima qualità in cui si riflette, con la massima nitidezza, il processo evolutivo.
Il conflitto tra gnosticismo e conservatorismo, nonostante la sua inconciliabilità, si svolge sempre in seno alle dottrine religiose: nemmeno gli eretici più terribili negarono mai l'idea di Dio. Il «materialismo mistico», invece, per la sua essenza stessa si colloca fuori dalla religione, è ateo; per esso, infatti, l'idea di Causa (Dio) non è nascosta (al di là dei cosmo o internamente all'Io), ma è visibile e si trova davanti, intorno e in, basso, poiché la Causa è il cosmo stesso e quindi non c'è bisogno di cercare nessun altro luogo.


L’ideologia paradisiaco-polare parla del Divino Soggetto centrale e dei mondo a lui sottomesso. L'ideologia creazionista rappresenta il Soggetto che è espulso ai limiti della periferia e ha davanti a sé la creazione, la quale è separata da lui, ma lo rimanda a Dio (occultandolo al contempo). I materialisti mistici non conoscono nemmeno il Soggetto. Secondo quello che ci viene rivelato da György Lukács, Soggetto ed oggetto si trovano riuniti nel proletario, figura centrale delle più radicali correnti del pensiero materialista. Il proletario è l’uomo-macchina, l'uorno-specchio ideale. La stessa idea riflette il concetto di «noosfera», secondo cui il logos è il prodotto dell'evoluzione della materia. Senza dubbio, si tratta della ragione come specchio dei mondo esterno.
Un analogo concetto del Soggetto predetermina lo specifico conciliarismo materialista, che ha come ideale la soppressione di ogni gerarchia, anche se nella pratica esso crea una gerarchia che si basa sul grado di cosmicità, cioè su una maggiore o minore vicinanza alla natura materiale del Cosmo Esterno. Proprio da tale tendenza a mettere alla testa del concilio ateo una cosa o una macchina - simbolo dell'estrema povertà spirituale - nasce la dottrina caratteristica della «dittatura dei proletariato».
Il «panteismo» è caratterizzato dal suo agnosticismo sostanziale, che offre una terza via, distinta da quella della Gnosi e da quella della Fede. L'agnosticismo del «materialismo mistico» è predeterminato dall'impossibilità di impostare qualunque questione circa la conoscenza da parte del Soggetto, poiché quest'ultimo non è nient'altro che una variante del cosmo, un elemento del cosmo e non qualcosa di distinto da esso, sicché la sua capacità riflessiva non aggiunge e non toglie nulla alla corrente cosmica. Qui la conoscenza si identifica con il fatto cosmico; ma, come il cosmo si trova in costante movimento, così anche la conoscenza si identifica con la prassi e pertanto si distrugge. In altre parole: l'agnosticismo è la conseguenza della mancanza della coppia «esploratore - esplorato», necessaria al processo conoscitivo; per il portatore dell'idea di «materia magica» non esiste nessuna differenza tra la superficie del mondo e la sua profondità.
Benché nella sua forma più pura l’ideologia della «materia magica» sia apparsa in un momento relativamente recente (l'autentico e dichiarato materialismo dottrinale, è abbastanza giovane, ha due o tre secoli), la tendenza «panteista» esiste da un periodo piuttosto lungo, come realtà antireligiosa nascosta all'interno del pensiero religioso. Per molto tempo il materialismo è stato indirettamente presente, come esegesi «panteistica», «cosmista» della religione, esegesi radicalmente opposta a quella paradisiaco-polare. Perciò una stessa tradizione cristiana può servire come base per lo gnosticismo cristiano storico (fino ai Catari medioevali), per il giudeo-cristianesimo canonico («Creatore-creazione») e, infine, per il cosmismo dichiarato dei pensiero di Nikolaj Fëdorov(1) o di Danil Andreev,(2) dove, al di là dell'uso puramente nominale dei simboli, si nasconde il panteismo ateo, mistico-naturalista. Le idee che Fëdorov esprime in maniera chiara e inequivoca appaiono nelle opere di altri pensatori antireligiosi, come ad esempio Teilhard de Chardin, velate e camuffate; ma comunque si può dire che fin dall'inizio dell'espansione del cristianesimo (e del buddhismo, che diventò la dottrina preferita dei panteisti orientali) i teologi tentarono di interpretare la dottrina cristiana panteista: l'accento ricadeva praticamente sulla qualità umana del verbo incarnato e pertanto sulla nuova sacralizzazione di tutta la materia in seguito all'Incarnazione, nonostante l’assurdità di questa «nuova sacralizzazione», smentita dal testo stesso dei Vangeli e delle Lettere apostoliche, dove si parla del «mondo perverso del peccato» e del nuovo cosmo consacrato che dovrà apparire dopo la seconda venuta del Cristo, non dopo la prima. E se davvero si può dire, come fanno alcuni storici, che il comunismo russo è stato in una qualche misura l'erede dell'ortodossia russa (Berdjaev)(3), può trattarsi soltanto dei cristianesimo «cosmista», «panteista».« magico -materialista», quel cristianesimo privo di ogni dimensione esoterica ed anche dogmatica ed exoterica, che è arrivato ad affermare una visione dei mondo propriamente materialista, del tutto estranea all'autentico cristianesimo. Nulla hanno infatti a che vedere con il cristianesimo, per fare un esempio, le speculazioni mistico-materialiste di un Teilhard de Chardin.


Lo stesso cosmismo lo si può trovare nel Buddhismo hinayana («piccolo veicolo»), dove viene messa in risalto la natura speculare e composta del Soggetto, che rappresenta una concentrazione temporale di energie cosmiche; quest'ultimo non ha nessuna autonomia spirituale e nemmeno lo statuto di Soggetto Esule. Questa diramazione del Buddhismo potrebbe essere chiamata a ragione «ateismo magico». Però nel Buddhismo hinayana puro, diversamente che nell'ideologia matura e sviluppata della «materia magica», manca il concetto di evoluzionismo, obbligatorio per il cosmismo vero e proprio: tal concetto diversifica il Buddhismo hinayana da altri tipi di cosmismo.
C'è un'altra dottrina che contiene un cosmismo molto sviluppato: si tratta della massoneria europea. Le dottrine massoniche, che geneticamente discendono dalle forme occidentali dello gnosticismo, cioè dall'ideologia paradisiaco-polare, in un determinato momento storico vennero reinterpretate in chiave cosmista e furono ateizzate e materializzate. La massoneria nel suo complesso esercitò una grande influenza sulle coscienze europee, agendo in generale nell'ombra, a differenza del cristianesimo. Ma a poco a poco, nel sec. XVIII e soprattutto nel sec. XIX, la massoneria modificò radicalmente il proprio orientamento spirituale e ideologico e, pur conservando il simbolismo esteriore, invertì completamente il proprio contenuto, sostituendolo con un altro opposto all'originario - e a partire da allora l'evoluzionismo e il panteismo, il materialismo e l'ateismo cominciarono a svolgere un ruolo fondamentale nella cultura e nella scienza occidentali. Il fatto che i personaggi più rilevanti di questa cultura e questa scienza siano appartenuti a logge massoniche non viene abitualmente tenuto in considerazione, oppure viene spiegato come una semplice formalità, con le esigenze della moda dei tempo. In realtà, invece, la massoneria possiede una propria dottrina spirituale, che corrisponde a un determinato tipo di coscienza religiosa e modella la posizione ideologica dei suoi seguaci. Molti eventi nel mondo della cultura e della scienza occidentali nei secc. XVII, XVIII e XIX hanno la loro origine nella modificazione delle dottrine e degli statuti di alcuni rami della massoneria o della massoneria nel suo complesso. Comunque, l'ateizzazione degli statuti della massoneria - la cosiddetta rivoluzione massonica di Desagliers e Anderson - ebbe come conseguenza la propagazione del «cosmismo scientifico» europeo e dell'evoluzionismo, sia attraverso la metodologia puramente scientifica, sia, un poco più tardi, attraverso i movimenti neo-occultisti, essenzialmente panteisti (teosofismo, occultismo, spiritualismo ecc.).
Se l’ideologia paradisiaco-polare è in grado di reinterpretare secondo la propria chiave diverse forme religiose, anche la dottrina della «materia magica», nonostante la sua posizione essenzialmente antireligiosa, può usurpare le forme religiose per affermare, tramite esse, i suoi propri princìpi. Da parte sua, la posizione creazionista generalmente preferisce non imbarcarsi nell'esegesi radicale delle dottrine religiose, tendendo a conservarle intatte anche a rischio di trasformarle in un mero involucro. morto e mummificato.
Quanto alle ideologie non religiose, la cui apparizione costituisce un fenomeno ultramoderno e senza dubbio poco duraturo (il fattore religioso sta risorgendo negli ultimi tempi), la correlazione delle tre posizioni rimane intatta: i portatori dell'idea «Paradiso-Polo» sono fautori di un nuovo impero paradisiaco incentrato in un Capo-Polo superumano (nazionalsocialismo tedesco); i fautori della posizione creazionista appoggiano la democrazia moderata e il liberalismo, mirando a conservare lo status quo sociale degli individui autonomi ed «espulsi dal Paradiso», senza abbandonare la cerca del Principio perduto, ma anche senza sforzarsi eccessivamente per trovarlo (regimi democratici centroeuropei e Stati Uniti nei secc.XVIII-XIX); infine, le dottrine della «materia magica», nei loro princìpi dichiaratamente atee, corrispondono alle forme politiche estremiste socialiste e comuniste, che vanno dal totalitarismo assoluto nordcoreano e dall'esperimento cambogiano di Pol Pot (dove la teoria di Pavlov sui riflessi acquisiti dall'uorno-oggetto ha trovato applicazione in ogni ambito) fino all'attuale modello nordamericano e scandinavo della «società dei consumi», dove il rozzo e naturalistico sistema dei «socialisti primitivi» viene sostituito dal sistema tecnologico-industriale artificiale e socializzato - sogno realizzato del «materialismo mistico».

Le tre posizioni che abbiamo sunteggiate consentono di spiegare molte contraddizioni nella storia delle ideologie, contraddizioni che hanno lasciato perplessi molti studiosi. Innanzitutto, la nostra classificazione stabilisce chiaramente che queste tre posizioni sono incompatibili tra loro, sicché, qualora si trovino a coesistere entro il medesimo quadro ideologico, prima o poi produrranno il conflitto interno che vedrà ogni posizione essenziale rivendicare il proprio diritto all’indipendenza. Per esempio: la cosmovisione paradisiaco-polare può rimanere a lungo inavvertita entro la cornice generale della tradizione cristiana, ma prima o poi verrà proclamata la crociata contro gli albigesi e i catari bruceranno nei loro templi cristiani, incendiati dai portatori dell'idea creazionista. Altro esempio: i socialisti possono rimanere a lungo al fianco dei liberali e dei democratici moderati senza differenziarsene, lottando più o meno per gli stessi programmi, ma prima o poi, se i socialisti riescono a conquistare il potere, i primi a salire sulla ghigliottina o ad entrare nelle prigioni della CEA saranno i democratici e i liberali, i quali rappresentano una sostanza incompatibile con l'idea dei «servi dell'evoluzione», perché chi vuole conservare lo status quo pone ostacoli al progresso. E, benché i roghi e i sotterranei della Ceka siano esempi estremi della suddetta incompatibilità, questi tre tipi ideologici si trovano sempre in conflitto, e il conflitto in un modo o nell'altro si manifesta.
Ci rimane da analizzare un altro aspetto della questione: tra i tre tipi di protoideologie (Urideologien, direbbero i Tedeschi), quali sono i più incompatibili tra loro e quali invece possono concludere delle alleanze? La verità è che la loro correlazione non è perfettamente simmetrica. Potremmo dire che l'ideologia paradisiaco-polare rappresenta la destra assoluta, quella creazionista il centro assoluto, quello mistico-materialista la sinistra assoluta. In questo caso, la parola «assoluto»ci consente di abbandonare la sfera della politica concreta per collocarsi in una dimensione metapolitica originaria. La correlazione potrebbe estere continuata con ha classificazione seguente:

Destra assoluta : il Soggetto domina sull'Oggetto
Centro assoluto : il Soggetto e l'Oggetto sono uniti
Sinistra assoluta : il Soggetto è subordinato all'Oggetto 


oppure

Destra assoluta : la storia come decadenza. Necessità di restaurare il Paradiso immediatamente. Escatologia.
Centro assoluto : la storia come stabilità permanente. Necessità di conservare l'equilibrio tra materia e spirito
Sinistra assoluta : la storia come progresso. Necessità di contribuire alla sua continuazione e accelerazione


Questa classificazione metapolitica determina anche la possibilità di formare coalizioni: dal punto di vista della Destra assoluta, le posizioni del Centro e della Sinistra assolute coincidono, sono la stessa cosa, si collocano alla sua sinistra. Pertanto la Destra assoluta è categoricamente antagonista ad ambedue le posizioni e combatte contro di esse, nel corso dei secoli, una lotta mortale. Viceversa, per il Centro assoluto sia la Sinistra sia la Destra assoluta costituiscono il Nemico che vorrebbe far vacillare le sue basi ideologiche. Per il Centro assoluto diventa quindi possibile stipulare un'alleanza con la Sinistra assoluta contro la Destra assoluta. Un esempio, l’alleanza militare «antifascista» durante la seconda guerra mondiale. Ma per la Sinistra assoluta anche il Centro assoluto è «fascismo», sicché alla fine dei conti la Sinistra assoluta è incompatibile con il Centro assoluto e vorrebbe distruggerlo. A volte, per lottare contro il Centro assoluto, la Sinistra assoluta può concludere un'alleanza con la Destra assoluta, ma in genere tali alleanze sono poco durevoli (patto Ribbentrop-Molotov, alleanza delle Centurie Nere coi populisti ecc.). Infine, il Centro assoluto combatte contro tutti gli estremismi: i concili ecclesiastici scomunicano prima i monofisiti («Cristo è soltanto Dio») e poi i nestoriani («Cristo è più uomo che Dio»),conservando la propria specifica posizione, secondo cui «Cristo è vero Dio e vero uomo».


Tutto ciò consente di capire meglio la logica di coloro che identificano il fascismo (Destra assoluta) con il comunismo (Sinistra assoluta). Una tale identificazione può provenire solo da un esponente del Centro assoluto, seguace della concezione «Creatore-creazione». E’ curioso notare come pensatori politici così antagonisti tra loro, quali il russofilo Shafarevic(4) e il russofobo Besançon, nonostante una quasi totale discrepanza per quanto concerne questioni concrete, mostrino una incredibile solidarietà allorché ripartiscono equamente la loro avversione per il socialismo sovietico (Sinistra assoluta) e il nazionalsocialismo tedesco (Destra assoluta). Un sionista e un patriota russo mostrano in tal modo l’unità metapolitica che si nasconde dietro la loro contrapposizione relativa a fatti storici particolari. La stessa cosa si potrebbe dire di molti altri intellettuali, il cui orientamento metapolitico (spesso inconscio) comporta relazioni di contatto laddove la realtà politica dovrebbe determinare una radicale contrapposizione.


Se ci basiamo sui dati storici, parlare di un ipotetico equilibrio di queste tre ideologie è praticamente impossibile, poiché nella vita reale una relativa armonia si stabilisce soltanto quando l’egemonia ideologica si trova in mano ai portatori di una di esse, con la conseguente repressione delle altre o, nel migliore dei casi, con la loro marginalizzazione. Tutte le ricette che pretendono di conciliarle tra loro sono utopiche ed effimere: curiosamente, esse provengono sempre dagli ambienti cosmisti, a tal punto convinti della necessità e soprattutto del senso positivo dell'evoluzione, che possono addirittura arrivare a giustificare la presenza di ostacoli sul cammino dell'evoluzione, poiché secondo loro tali ostacoli potrebbero risultare vantaggiosi ai fini dell'evoluzione stessa.(E’ appunto questo il senso di alcuni dei progetti neomassonici del Club di Roma e di T. de Chardin).
D'altronde, nel corso della storia è possibile rintracciare una certa successione dinamica di questi tre tipi ideologici: così, quanto più ci inoltriamo nel passato, tanto più nitida e «totalitaria» si presenta l’ideologia della Destra assoluta, il complesso ideologico, il complesso ideologico paradisiaco-polare. Più tardi, ma sempre nell'antichità, comincia a predominare il tipo ideologico «creatore-creazione», che ha ricevuto la sua massima espressione dottrinale nel giudaismo antico. Però anche nel periodo dei predominio «totale» dell'ideologia «creatorc-creazione» irrompono ciclicamente le tendenze paradisiaco-polari, come un tentativo di «rivoluzione da Destra», tinta di un escatologismo sempre più dichiarato. Infine, nella storia moderna e contemporanea, diventano protagoniste le tendenze della Sinistra assoluta, che sommergono e snaturano i residui delle forme tradizionali precedenti. Si tratta del cristianesimo cosmista, dell'induismo panteista, del buddhismo «ateo-magico», della democrazia socialista, della neomassoneria razionalista, del giudaismo riformato ecc. Ma, benché l'idea di «materia magica» sia, divenuta dominante, le ideologie del Centro assoluto e della Destra assoluta non scompaiono dei tutto: esse colgono ogni occasione opportuna per dar luogo a una rivoluzione teocratica (come quella iraniana) o paradisiaco-polare (come quella nazionalsocialista). Perciò, nonostante la loro successione al potere, i tre tipi di cosmovisione non possono unirsi in una sintesi, né il loro numero può ridursi; anzi, le tre tendenze possono adottare forme a seconda delle circostanze storiche particolari. D'altronde, i più complessi modelli sincretici elaborati al fine di combinare tra loro gli elementi della Destra, del Centro e della Sinistra assoluta non libereranno l’artefice di una tale opera dalla sua qualità di esponente di questa o quella protoideologia, sicché ogni modello sincretico particolare si rivelerà come una variante formale di tale protoideologia.
Non vogliamo concludere questo breve studio dando l’impressione di essere partigiani del relativismo e pluralismo più completo, ma desideriamo esprimere la nostra profonda convinzione che il segreto della storia delle ideologie non si riduce alla definizione di tre tipi di visione dei mondo atemporali in conflitto permanente e inconciliabile tra loro. A nostro parere, solo una di esse corrisponde alla verità assoluta - e per noi verità assoluta non è parola vuota. Solo il destino rivelerà di quale visione dei mondo si tratta.


Traduzione di Danilo Valdorio


NOTE

1) Nikolaj Fëdorov (1828-1903) potrebbe essere catalogato come socialista religioso. Secondo questo pensatore, l'egoismo proverrebbe dalla preoccupazione degli uomini per la loro conservazione minacciata dalle forze avverse della natura. Il compito di un governo ideale consisterebbe nel sottomettere tali forze a uno stretto controllo mediante la scienza. Fëdorov credeva nella possibilità di resuscitare i morti, poiché le particelle corporee non possono uscire dai limiti dello spazio, neanche dopo la disintegrazione fisica. I suoi lavori esercitarono una notevole influenza sugli intellettuali di sinistra, compresi personaggi della levatura di Gorkij e Majakovskij; anzi, alcune delle sue idee furono utilizzate dai bolscevichi. I vari saggi di Fëdorov vennero raccolti, dopo la sua morte, in due volumi intitolati Filosofia della causa comune. Su Fëdorov, rinviamo il lettore italiano all'articolo di Aldo Ferrari, Resurrezione e rivoluzione nella cultura russa, in Quaderni di Avallon, n. 17, maggio-agosto 1988 (N.d.T.).
2) Danil Andreev (1906-1959), figlio dei celebre scrittore e drammaturgo Leonid, fu poeta, mistico e filosofo. Trascorse lunghi periodi nelle carceri sovietiche, dove, scrisse il trattato La Rosa del Mondo. (N.d.T.).
3) Nikolaj Berdjaev (1874-1948), filosofo) esistenzialista e fondatore del cosiddetto «personalismo cristiano» o socialismo personalista, fu notevolmente influenzato da Fëdorov. (N.d.T.).
4) Igor' Shafarevic (n. 1923), matematico di fama mondiale e autore di scritti d'argomento politico, è noto soprattutto per il saggio Rusofobija (Mosca 1989), pubblicato in italiano col titolo La setta mondialista contro la Russia (Edizioni all'insegna del Veltro, Parma 1991). Questo libro di Shafarevic ha suscitato gli attacchi feroci di noti esponenti della cultura (François Fejtö, Adam Michnik, Andrej Sinijavskij ecc.). (N.d.T.).

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