venerdì 9 luglio 2021

Michail Bakunin: il segreto dell'anarchismo russo (Alexander Dugin)

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Mikhail Bakunin nacque il 30 maggio 1814 e divenne un autore ripudiato da tutti in Russia. I conservatori lo disprezzavano perché attaccava la monarchia; i bolscevichi la rifiutarono perché odiava Marx ed era panslavista e nazionalista russo; I cristiani ortodossi erano inorriditi dalla sua empietà; gli atei lo consideravano un mistico che predicava la strana idea di un uomo interiore.

Nessuno di loro simpatizzava con l'anarchismo di Bakunin. Le sue idee non sono mai state realizzate. Le organizzazioni anarchiche (senza le quali la vittoria dei bolscevichi nel 1917 sarebbe stata impossibile) furono eliminate in tutta la Russia perché incompatibili con la dottrina marxista dello Stato rivoluzionario e con l'imposizione di una dittatura. Gli anarchici rifiutarono l'instaurazione di qualsiasi forma di potere organizzato e preferirono creare una federazione di liberi lavoratori composta principalmente da comunità rurali e contadine.

Ma Bakunin amava la Russia. Era disposto a qualsiasi sacrificio per lei: pensava di sacrificare gli altri, ma soprattutto pensava di sacrificare se stesso. Tali idee contrastano con i milioni di codardi che sono disposti a sottomettersi al potere per ottenere cibo e riparo senza mai sfidare Dio o il diavolo. Se una persona non trova alcuna differenza tra il bene e il male, allora possiamo dire che ciò che considera "buono" è semplicemente spazzatura. Quelli sono i veri codardi e non quelli che scelgono il male o qualcosa di molto simile al male come è successo con Bakunin. Il codardo è colui che sceglie di sottomettersi all'obbedienza cieca e non vuole essere libero.

Bakunin è, prima di tutto, un modello esistenziale.
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Non dovremmo preoccuparci tanto delle idee per le quali ha combattuto e difeso, quanto piuttosto del modo in cui lo ha fatto... Nella sua vita ha sostenuto sia i ladri italiani che gli intellettuali svizzeri, ha cercato di rovesciare lo Zar e proposto all'imperatore di tutte le Russie la conquista dell'Europa. Ha invitato gli slavi a ribellarsi al dominio dei tedeschi e ha sognato di creare una nuova civiltà antiliberale, anticapitalista, in cui la libertà e la dignità fossero difese. Per quelle idee si è sacrificato, ha agito e combattuto senza fermarsi... Non ha vissuto, ma ha finito per bruciare attraverso il combattimento, la creazione e la distruzione. Bakunin eseguì tutti i tipi di cospirazioni, formò ordini e reti di intelligence per raggiungere i suoi obiettivi.

Bakunin era un russo piuttosto violento. Ne abbiamo davvero bisogno. Un tale stile di vita è pericoloso, ma il veleno sprigionato da un mondo grigio e senza vita in cui tutti sono disposti a cambiare punto di vista alla minima occasione è molto peggio.


Mikhail Bakunin era un vero russo. Pensava le cose in modo penetrante e acuto, ma altre volte semplicemente delirava e metteva in pratica i suoi pensieri. Si è rotto la testa, ha inciampato sugli ostacoli, ha cambiato strategia, ha ammesso i suoi errori e ne ha fatti molti altri, ma ha vissuto: ha vissuto veramente, attraverso l'azione, la lotta, la conoscenza e il servizio.

Era così importante per lui costruire relazioni sia con i suoi amici che con i suoi nemici. Ci si poteva fidare di lui, ma non poteva essere manipolato. Poteva essere sconfitto o addirittura fatto a pezzi, ma si sarebbe semplicemente ribellato di nuovo per rimuovere le catene che lo legavano per continuare la sua battaglia.

Forse il momento più importante nella vita politica di Bakunin è stato quando lui, come leader riconosciuto del panslavismo e difensore della liberazione dell'Europa orientale, ha offerto allo Zar di combattere insieme contro il capitalismo europeo, il nazionalismo tedesco e il marxismo. Era un'opportunità unica in cui l'Impero avrebbe unito le forze con la libertà e la monarchia avrebbe dato il suo sostegno all'anarchismo agrario panslavo. Dopotutto, l'ordine imposto da uno Stato potente e l'amore per la libertà fanno parte dell'identità del russo comune. I russi, contrariamente a quanto tutti pensano, amano profondamente la libertà e la volontà. L'anarchia dorme profondamente nel cuore del popolo russo.

Ma capiamo anche che questo desiderio infinito della volontà russa è molto pericoloso per noi. Non conosciamo confini e per questo abbiamo creato lo Stato più grande del mondo. Amiamo che il potere ci metta in catene perché solo un potere forte è in grado di contenerci, altrimenti distruggeremmo il mondo intero. Ci sottomettiamo a uno Stato potente perché amiamo molto la libertà e perché l'anarchia abita in noi: Bakunin vive in noi.


3 commenti:

  1. Interessante riflessione, che purtuttavia condivido in parte. Non direi che Bakunin delirava. Non direi nemmeno che lo zarismo avrebbe appoggiato l'anarchismo agrario panslavo. Mi sembra un auspicio del prof. Dugin, ma lontano da ogni realtà, visto che lo zarismo sfruttava i contadini e perseguitava gli anarchici. Sullo spirito russo di Bakunin, è certamente vero. E noi abbiamo tutto da imparare dallo spirito russo. Però lo spirito russo va liberato, come l'anarchia. Non sottomettersi a uno Stato potente, ma sovvertire tutto.

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  2. Ciao Luca, grazie del commento. Di certo Dugin pone una riflessione per lo meno ardita. Ma ci sembra validissima nel momento in cui mette in luce il carattere dell'uomo (russo o non russo purché aspiri ad un certo tipo di libertà) e la necessità di un katechon capace di frenare la sua parte più bestiale

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