Tratto dal Manifesto Nazional Bolscevico
Il nuovo nazionalismo, nato nel cuore di coloro che non hanno più alcun legame con lo stile di vita borghese per il chiaro riconoscimento che da esso non ci si può aspettare alcun dinamismo politico, inizia oggi a rivolgere il suo sguardo fiducioso alle forze della rivoluzione verso il Movimento Landvolk * - che da lì, dove la forza e la sostanza del popolo tedesco sono ancora radicate, si costruirà il domani.
E comincia a svilupparsi un romanticismo che, nutrito dal mito delle bandiere nere †, nutrito dal leggendario mito del nome Claus Heim ‡, si allontana sdegnosamente dalle masse metropolitane sradicate, si allontana con disprezzo dagli slogan materialistici del proletariato, credendo nella nuova rinascita della vita völkisch dal suolo e tenendo conto di poter fare a meno di lavoratori, città e asfalto.
Note del traduttore inglese:
* The ‘Landvolkbewegung’, or ‘Rural Peoples’ Movement’, constituted a loosely-organized revolutionary movement among the peasant farmers of Schleswig-Holstein, the northern-most German province. Under the banner of the Landvolk movement, the region’s peasantry – motived by a shared völkisch-nationalist, anti-republican, anti-capitalist ideology – banded together in the midst of Germany’s interwar economic hardship to fight back against what they perceived as an alien, unappreciative, uncaring state apparatus. Runaway inflation and the republican government’s opening up of German borders
to foreign agricultural imports, among other perceived problems, led in the late ‘20s to a volatile campaign of civil disobedience by the Landvolk. What started with a coordinated refusal by farmers to pay taxes soon evolved into forms of
organized, boisterous protest against police and officials – and from there eventually progressed to terrorism, most notoriously a string of explosives attacks against government buildings. Many communist and nationalist activists moved to
the province in the ’28-’33 period to aid the Landvolk in their revolutionary resistance against the Weimar system – both the ‘far-left’ and the ‘far-right’ viewed the peasants’ struggle as a huge opportunity for their respective causes, and Schleswig- Holstein became a hotbed of radicalism as a result. I have chosen to leave the term ‘Landvolk’ untranslated in the text, since it is commonly used in English histories of the movement.
† Black flags were very popular as symbols of German resistance during the Weimar period. Initially flown on occasions where occupying Entente forces or the republican government had banned the imperial colors, or as a symbol of mourning protest against the Versailles Treaty, they were swiftly adopted by Freikorps brigades and later by political paramilitaries (such as the Wehrwolfbund) as well as by more moderate nationalist youth groups. The Landvolk also flew a black flag, which is what Paetel is referring to, although adorned with a white plough and red sword (thus completing the old Imperial colors). The black flag could be seen as the nationalist equivalent of the socialist red flag, a symbol of bitter resistance against Germany’s current position, as demonstrated by Moeller van den Bruck in his book The Third Reich: “Over Germany, today only one flag is flying, the token of mourning and the symbol of our life: only one flag which tolerates no colour near it and robs the people who move below its sable folds of all their joy in merry pennons and in gaudy standards: only the black flag of need, humiliation and an utter bitterness… a banner of revolt for Germans who are resolved to fling back deceit in the teeth of the deceiver, to rescue their nation and to preserve their Empire.”
‡ Claus Heim the ‘peasant-general’ was, along with Wilhelm Hamkens, one of the leaders of the Landvolk movement. Highly-respected by both the peasants and the political revolutionaries, Heim by the end of the Weimar era had attained an almost legendary stature among radicals of all stripes. Heim was associated with more revolutionary, terroristic tactics than the slightly more moderate Hamkens, although both indulged in radicalism, and both were jailed at times for their anti-state, pro-peasant activism. After his final release from prison in 1932, Heim returned to farming and refused any involvement in the National Socialist movement, which he found distasteful. He lived until 1968.
§ The ‘white ring’ here is a reference to the White Army of the Russian Civil War. The color white was often employed by communists as a symbol to indicate counter-revolutionary tendencies, in contrast to the nobler intentions of the ‘Reds’.
E comincia a svilupparsi un romanticismo che, nutrito dal mito delle bandiere nere †, nutrito dal leggendario mito del nome Claus Heim ‡, si allontana sdegnosamente dalle masse metropolitane sradicate, si allontana con disprezzo dagli slogan materialistici del proletariato, credendo nella nuova rinascita della vita völkisch dal suolo e tenendo conto di poter fare a meno di lavoratori, città e asfalto.
Ma questa prospettiva trascura completamente che le forze trainanti dietro la volontà di resistere, specialmente nel caso dei contadini e di ogni tentativo di auto-aiuto del Landvolk, sono in realtà alla fine derivate esclusivamente dalla situazione personale degli individui in questione.
Là, dove la pace è parte dall'aia, il contratto d'affitto riscosso per costrizione, l'agricoltore prende la falce e atterra gli ufficiali giudiziari nel cortile. Là, dove l'ebreo fugge l'individuo, si risveglia l'autoaffermazione völkisch.
È in gran parte la stessa miseria che unisce anche il proletario sotto le bandiere rivoluzionarie. Anche la sua volontà che le cose dovrebbero essere diverse, migliori, non possono essere separate dalla miseria che preda della sua mente. Ma c'è qualcosa di più che manca ancora oggi alla resistenza contadina, ovunque sia organizzata, ma che ha lasciato all'operaio un movimento operaio in cinquant'anni di sangue: il senso della missione. Quando l'"Internazionale" comincia a risuonare in mezzo alla marcia delle colonne metropolitane, allora il proletario [Prolet] sente dentro di sé l'ardente desiderio che un giorno possa cavarsela meglio, l'ostinata certezza che lui stesso è portatore di una tendenza storica, un membro di una forza che plasma la storia. Il contadino, però, è - ancora oggi - rivoluzionario solo per il disagio, non per il senso della missione. La battaglia contro la rivoluzione, quindi, si farà nella metropoli.
Ma certamente mai contro i contadini. Un 'anello bianco' del Paese, sotto le bandiere fasciste, sarebbe la fame della città in mano ai rivoluzionari.
L'obiettivo quindi è di mobilitare i contadini come seconda ondata della rivoluzione - e anche, naturalmente, di interessarli economicamente.
Là, dove la pace è parte dall'aia, il contratto d'affitto riscosso per costrizione, l'agricoltore prende la falce e atterra gli ufficiali giudiziari nel cortile. Là, dove l'ebreo fugge l'individuo, si risveglia l'autoaffermazione völkisch.
È in gran parte la stessa miseria che unisce anche il proletario sotto le bandiere rivoluzionarie. Anche la sua volontà che le cose dovrebbero essere diverse, migliori, non possono essere separate dalla miseria che preda della sua mente. Ma c'è qualcosa di più che manca ancora oggi alla resistenza contadina, ovunque sia organizzata, ma che ha lasciato all'operaio un movimento operaio in cinquant'anni di sangue: il senso della missione. Quando l'"Internazionale" comincia a risuonare in mezzo alla marcia delle colonne metropolitane, allora il proletario [Prolet] sente dentro di sé l'ardente desiderio che un giorno possa cavarsela meglio, l'ostinata certezza che lui stesso è portatore di una tendenza storica, un membro di una forza che plasma la storia. Il contadino, però, è - ancora oggi - rivoluzionario solo per il disagio, non per il senso della missione. La battaglia contro la rivoluzione, quindi, si farà nella metropoli.
Materiale Claus Heim |
Ma certamente mai contro i contadini. Un 'anello bianco' del Paese, sotto le bandiere fasciste, sarebbe la fame della città in mano ai rivoluzionari.
L'obiettivo quindi è di mobilitare i contadini come seconda ondata della rivoluzione - e anche, naturalmente, di interessarli economicamente.
Fonte:
Dal Manifesto Nazional Bolscevico scritto da Karl Otto Paetel nel 1933
to foreign agricultural imports, among other perceived problems, led in the late ‘20s to a volatile campaign of civil disobedience by the Landvolk. What started with a coordinated refusal by farmers to pay taxes soon evolved into forms of
organized, boisterous protest against police and officials – and from there eventually progressed to terrorism, most notoriously a string of explosives attacks against government buildings. Many communist and nationalist activists moved to
the province in the ’28-’33 period to aid the Landvolk in their revolutionary resistance against the Weimar system – both the ‘far-left’ and the ‘far-right’ viewed the peasants’ struggle as a huge opportunity for their respective causes, and Schleswig- Holstein became a hotbed of radicalism as a result. I have chosen to leave the term ‘Landvolk’ untranslated in the text, since it is commonly used in English histories of the movement.
† Black flags were very popular as symbols of German resistance during the Weimar period. Initially flown on occasions where occupying Entente forces or the republican government had banned the imperial colors, or as a symbol of mourning protest against the Versailles Treaty, they were swiftly adopted by Freikorps brigades and later by political paramilitaries (such as the Wehrwolfbund) as well as by more moderate nationalist youth groups. The Landvolk also flew a black flag, which is what Paetel is referring to, although adorned with a white plough and red sword (thus completing the old Imperial colors). The black flag could be seen as the nationalist equivalent of the socialist red flag, a symbol of bitter resistance against Germany’s current position, as demonstrated by Moeller van den Bruck in his book The Third Reich: “Over Germany, today only one flag is flying, the token of mourning and the symbol of our life: only one flag which tolerates no colour near it and robs the people who move below its sable folds of all their joy in merry pennons and in gaudy standards: only the black flag of need, humiliation and an utter bitterness… a banner of revolt for Germans who are resolved to fling back deceit in the teeth of the deceiver, to rescue their nation and to preserve their Empire.”
‡ Claus Heim the ‘peasant-general’ was, along with Wilhelm Hamkens, one of the leaders of the Landvolk movement. Highly-respected by both the peasants and the political revolutionaries, Heim by the end of the Weimar era had attained an almost legendary stature among radicals of all stripes. Heim was associated with more revolutionary, terroristic tactics than the slightly more moderate Hamkens, although both indulged in radicalism, and both were jailed at times for their anti-state, pro-peasant activism. After his final release from prison in 1932, Heim returned to farming and refused any involvement in the National Socialist movement, which he found distasteful. He lived until 1968.
§ The ‘white ring’ here is a reference to the White Army of the Russian Civil War. The color white was often employed by communists as a symbol to indicate counter-revolutionary tendencies, in contrast to the nobler intentions of the ‘Reds’.
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