martedì 29 giugno 2021
Paetel e il Programma della sinistra Nazionalsocialista
sabato 26 giugno 2021
Tradizione e Rivoluzione (Edouard Rix)
Per cosa stiamo combattendo? Ogni soldato politico deve sollevare questa domanda. Per quanto possa sembrare contraddittorio, siamo inclini a rispondere che combattiamo per la Tradizione e la Rivoluzione.
La tradizione
domenica 20 giugno 2021
Il percorso ideologico di Otto Strasser (Thierry Mudry)
Otto Strasser nasce il 10 settembre 1897 in una famiglia di funzionari bavaresi. Suo fratello Gregor (che sarà uno dei capi del partito nazista ed un serio concorrente di Hitler) è maggiore di cinque anni. L’uno e l’altro beneficiano di solidi antecedenti familiari: il padre Peter, che si interessa di economia politica e di storia, pubblica sotto lo pseudonimo di Paaul Weger un opuscolo intitolato Das neue Wesen, nel quale si pronuncia per un socialismo cristiano e sociale. Secondo Paul Strasser, fratello di Gregor e Otto, “in questo opuscolo si trova già abbozzato l’insieme del programma culturale e politico di Gregor e Otto, cioè un socialismo cristiano sociale, che è indicato come la soluzione alle contraddizioni e alle mancanze nate dalla malattia liberale, capitalista e internazionale dei nostri tempi.” Quando scoppia la Grande Guerra, Otto Strasser interrompe i suoi studi di diritto e di economia per arruolarsi il 2 agosto 1914 (è il più giovane volontario di Baviera). Il suo brillante comportamento al fronte gli varrà la Croce di Ferro di prima classe e la proposta per l’ Ordine Militare di Max-Joseph. Prima della smobilitazione nell’aprile/maggio 1919, partecipa con il fratello Gregor, nel Corpo Franco von Epp, all’assalto contro la Repubblica sovietica di Baviera. Ritornato alla vita civile Otto riprende i suoi studi a Berlino nel 1919 e fonda la “Associazione universitaria dei veterani socialdemocratici”.
mercoledì 16 giugno 2021
Un moderno nazional-bolscevismo contro il liberalismo 2.0 (Alexander Dugin)
Da un punto di vista filosofico, il Nazionalbolscevismo è sorto a seguito del cambio di paradigma avvenuto con la nascita della Postmodernità. Gli autori postmoderni, quasi tutti provenienti da ambienti di estrema sinistra, divennero molto critici nei confronti del comunismo di stampo sovietico e in parte del comunismo cinese, decidendo così di allearsi strategicamente e ideologicamente con i liberali di sinistra (che li portarono a diventare sempre più "anti-fascisti" oltre che nemici del nazional-bolscevismo).
martedì 15 giugno 2021
L'Esempio come forza antiborghese (Fidia Gambetti)
Fidia Gambetti è un fascista intransigente, capace di rinunciare ai gradi e partire per la guerra come semplice camicia nera. Da prigioniero dell'Urss passerà nelle fila del Partito Comunista e vi rimarrà per il resto della vita. Nel 1942 a 31 anni, pubblica il libro "Controveleno" così descritto da Ezra Pound: "Ho ricevuto in questi giorni il volume di Fidia Gambetti, Controveleno, libro di dottrina e più che di dottrina, di fede e di stile fascista, di fascista nato. [...] Ecco un libro senza paura. Un libro che delinea e riafferma delle verità che abbiamo capito, ma che non dobbiamo dimenticare. Un libro fascista e confuciano, dunque!".Di seguito un paragrafo del libro, in cui l'autore si concentra sui pericoli dello spirito borghese.
Il Fenomeno Borghese
domenica 13 giugno 2021
Il Gruppo dei Nazionalisti Social-Rivoluzionari (Heinz Gollong)
In un incontro pubblico a Berlino nel luglio 1929, il giornalista nazionalista Karl Otto Paetel invitò i partecipanti - attivisti di diversi gruppi radicali - a mettere da parte le differenze tra sinistra e destra e ad impegnarsi a formare un "Fronte giovanile anti-capitalista” unitario. L'organizzazione che risultò da questo appello fu l’Arbeitsring Junge Front, un gruppo informale di giovani provenienti da una varietà di diverse associazioni politiche la cui principale preoccupazione era la costruzione di un riavvicinamento e di una sintesi ideologica tra l’estrema destra e l’estrema sinistra tedesche. Sebbene apparentemente un gruppo di pressione trasversale, la maggior parte dei principali attivisti dell’Arbeitsring condividevano un background comune nel Movimento giovanile tedesco, in particolare i gruppi giovanili Bündische di tendenza nazionalista come Adler und Falken, Deutsche Freischar, Artamanen, ecc. Inizialmente si concentrarono nel tentativo di agire come ponte intellettuale tra il NSDAP e il KPD, ma alla fine giunsero alla conclusione che il loro tempo sarebbe stato speso meglio nella propria organizzazione politica. A tal fine organizzarono un convegno dal 28 al 31 maggio 1930, in cui i rappresentanti di 20 associazioni nazional-rivoluzionarie minori si unirono per fondare un'organizzazione che, come si diceva, "fungesse da comunità politica di idee" promuovendo "Nazione e socialismo" e "lo Stato dei Consigli del Popolo". Questa organizzazione è stata battezzata "Gruppo dei nazionalisti social-rivoluzionari" (GNSR). Gran parte della leadership del GNSR (incluso Paetel) era a quel tempo nello staff della rivista nazional-rivoluzionaria Die Kommenden, e l'edizione della rivista del 26 giugno 1930 (n.26, vol.5) fu usata come veicolo per annunciare la fondazione del gruppo e per diffonderne la prospettiva e la posizione su una varietà di argomenti diversi. Nello stesso anno gli articoli di questo numero furono pubblicati di nuovo con il titolo Sozialrevolutionärer Nationalismus ("Nazionalismo social-rivoluzionario"); questo opuscolo sarebbe effettivamente servito come programma del gruppo fino alla pubblicazione del Manifesto nazionale bolscevico nel 1933. I due articoli seguenti sono un esempio di alcuni dei contenuti dell’opuscolo. Il primo è di Heinz Gollong (che rappresenta gli Eidgenossen, una divisione del gruppo giovanile völkisch Freischar Schill di Werner Laß), ed è stato l'articolo principale del Kommenden citato sopra. La seconda traduzione consiste nelle “Tesi” del GNSR, come concordate dai suoi membri.
Fondazione e posizione
martedì 8 giugno 2021
L'antropologia del dono di Mauss contro il liberismo (Jean-Claude Michéa)
Nel nocciolo della filosofia occidentale moderna (di cui il liberismo rappresenta la forma di sbandieramento teorico più radicale e più coerente), c’è in primo luogo la convinzione che l’essere umano sia un individuo «indipendente per natura» (definito innanzitutto da quella assoluta priorità di se stesso che resta il fondamento profondo di tutte le altre forme di proprietà privata) e che quindi può cominciare a collaborare con i suoi simili solo se in tale collaborazione – di qualunque natura essa sia – intravvede un interesse personale (come per esempio quei «cittadini» britannici che, all’indomani della Brexit, si dichiaravano pronti a rinunciare alla loro nazionalità d’origine unicamente allo scopo di conservare i vantaggi pratici della cittadinanza europea). Da qui l’idea, contraria a qualunque insegnamento dell’antropologia moderna – e del resto anche della psicanalisi –, che il contratto sia l’unico modo autenticamente umano di allacciare legami con altri [a] (legami peraltro puramente temporanei, come nell’atto di scambio che lega un venditore e un compratore), e la conseguente riduzione di ogni comunità umana a un semplice mercato «popolato da particelle contraenti che, tra loro, hanno unicamente relazioni basate su un interesse preciso» [b]. Questo legame costitutivo tra l’individualismo «possessivo» liberale (nella situazione ideale – scriveva Renan – l’individuo integralmente moderno dovrebbe «nascere trovatello e morire celibe») e quella teoria dell’«egoismo razionale» (Ayn Rand) – che è il suo corollario naturale – è ciò che spiega, più di ogni altro aspetto, il fatto che ai nostri giorni i concetti di dono, di aiuto reciproco o di atto disinteressato (come anche quello di common decency [c]) vengono sistematicamente percepiti come ingenui e mistificanti dalla quasi totalità del clero mediatico e accademico [d]. Da questo punto di vista, il liberismo appare prima di tutto come una filosofia del sospetto e della decostruzione generalizzata (uno «scetticismo diventato istituzione», scriveva Pierre Manent). Il fatto che i romanzi gialli – dove a turno i vari personaggi vengono sospettati dagli inquirenti – siano diventati un genere tra i più creativi della letteratura moderna è indubbiamente un aspetto rivelatore.
domenica 6 giugno 2021
Che significa Destra e Sinistra? Due essenze introvabili (Marco Tarchi)
Qualunque manuale di scienze sociali insegna che il trattamento classificatorio dei concetti deve sempre seguire due regole: fondarsi su un unico criterio esplicito di distinzione e produrre categorie esaustive ed esclusive. Per usare le parole di un politologo, l'esaustività di una classificazione "implica che ogni unità debba essere attribuita ad una classe. L'esclusività richiede che nessuna unità sia attribuita a più di una classe". I molti tentativi di classificare scientificamente le ideologie e i comportamenti politici sulla base di categorie come destra, sinistra e - residualmente - centro non hanno quasi mai seguito questa elementare indicazione, ed ogni volta che hanno cercato di conformarvisi (ultimo il caso di Norberto Bobbio, col suo recente volumetto di grande successo) si sono invischiati in aporie indistricabili.
Il problema potrebbe essere aggirato convergendo su definizioni minimali e di più ristretto raggio esplicativo, che, senza alcuna pretesa di onnicomprensività, servissero ad indicare dei paletti di confine fra aree politico-culturali contigue e attraversabili ma pur sempre autonome e coerenti nella loro diversità di fondo. Ma anche su questo terreno, storici, sociologi, scienziati della politica e filosofi sono sin qui giunti a conclusioni assai poco confortanti.
Il quesito sui contenuti semantici dei termini destra e sinistra non è d'altronde nuovo. Chi legga l'opera che Zeev Sternhell ha dedicato alla febbrile ricerca di una "terza via" che percorse la società intellettuale francese tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del secolo successivo sa come proprio la ripulsa di queste categorie di appartenenza politico-parlamentare abbia costituito il precario punto di convergenza delle inquietudini dei "non conformisti degli anni Trenta" e dei loro precursori: sindacalisti rivoluzionari e boulangisti, nazionalisti populisti e socialisti aristocratici. E già questo dato testimonia la precoce diffusione di un sentimento di loro insufficienza od obsolescenza. D'altro canto, però, la sopravvivenza dei due concetti e la diffusione delle loro etichette in seno al grande pubblico - confrontata con i rovesci politici di chi riteneva di poterne prescindere - ci lancia un segnale inverso: di vitalità, di resistenza alla prova, confutato a sua volta dalla puntuale riemersione di polemiche e dubbi. Per non disperdersi in questo circolo vizioso, si rende urgente una ridiscussione teorica del significato e dell'utilità dei concetti in questione.
giovedì 3 giugno 2021
Jacques Doriot dal comunismo al fascismo (Erik Norling)
Figlio di un fabbro, Jacques Doriot nasce a Bresles in Francia nel dipartimento dell'Oise, il 26 settembre 1898. Proviene da un ambiente popolare, la sua famiglia è di origine operaia e contadina. Egli è, insieme a Mussolini, l'unico dirigente fascista di autentica estrazione proletaria di un movimento che per lo più è stato caratterizzato dell’origine borghese dei suoi dirigenti. Il padre di Doriot aveva origini italiane e sua madre era fiamminga, come molti degli immigrati di seconda generazione in Francia. Appena adolescente, nell'autunno del 1915, il giovane Jacques si trasferì da solo a Saint-Denis, una piccola città industriale a nord di Parigi, che oggi è un quartiere dormitorio della capitale francese. Lì lavora come manovale in vari lavori fino a specializzarsi come operaio metalmeccanico.
martedì 1 giugno 2021
Chi è Karl Otto Paetel: biografia breve
Quando pensiamo a Paetel non può non venirci in mente un avvenimento che ha di certo segnato la sua esistenza e che con la forza dell’immagine ci illustra meglio di tutto il resto il significato della sua lotta: dopo una manifestazione contro l’odioso trattato di Versailles davanti l’ambasciata francese, il nostro rivoluzionario tedesco si ritrova in una camionetta della polizia stretto fra altri due compagni di sventura: un giovane comunista e uno studente nazionalsocialista.